Consigliera LabTS Laboratorio di cultura politica del Terzo Settore, animazione e facilitazione laboratorio Memorie e storie solidali.
Collaboratore LabTS Laboratorio di cultura politica del Terzo Settore, animazione e facilitazione laboratorio Memorie e storie solidali.
Abstract
La caratteristica di questa seconda edizione è stata la tensione condivisa e produttiva di spostare l’attenzione narrativa da sé (volontarie e volontari), come era prevalentemente avvenuto nella prima edizione, alla storia delle organizzazioni e delle esperienze vissute, allo scopo di rendere comprensibili e riconoscibili tanto le esperienze quanto i contesti in cui si sono realizzate.
Laboratorio della memoria e del volontariato del Terzo Settore
LabTS Laboratorio di cultura politica del Terzo Settore
Persone, ambientazioni, clima, volti, organizzazioni...
Questa seconda annualità, realizzatasi nel periodo compreso tra il 30 Novembre 2023 e il 14 Giugno 2024, si è articolata in 10 incontri online e uno in presenza ed ha visto inizialmente il coinvolgimento di 11 organizzazioni e 13 persone:
La Camera degli avvocati immigrazionisti pugliesi Lecce – Puglia con Maria Rosaria Faggiano;
La Comunità Emmanuel Lecce – Puglia con Miriam Giannico;
Casa Betania Brindisi con Lucia Tramonte, Marcello Petrucci e Mino Carbonara;
Il Samartano, Ja Nova, Caritas Mesagne (Br) con Tony Summa;
Salento Fun Park Mesagne (Br) con Titti Stoppa;
C.A.M.A. – Centro Assistenza Malati Aids OdV ETS e L.I.L.A. – Lega Italiana per la Lotta contro l’Aids – Bari OdV ETS con Lina Calluso;
PeaceLink di Taranto con Alessandro Marescotti;
ISBEM Istituto Biomedico Mediterraneo di Mesagne (Br) con Alessandro Distante;
Comunità Africana di Brindisi e Provincia con Drissa Kone;
Legami di Comunità – Parco Buscicchio Brindisi con Michele Sardano;
Parrocchia S Vito Brindisi con Paolo Piccinno.
Nel corso degli appuntamenti, impegnativi per la durata degli stessi e per l’impegno di ricostruzione e scrittura richiesto tra un incontro e l’altro, alcune persone non sono riuscite a partecipare assiduamente o a fornire il contributo scritto che ci si era proposti e si è così arrivati ai 9 contributi di cui si presentano di seguito degli estratti.
La caratteristica di questa seconda edizione è stata la tensione condivisa e produttiva di spostare l’attenzione narrativa da sé (volontarie e volontari), come era prevalentemente avvenuto nella prima edizione, alla storia delle organizzazioni e delle esperienze vissute, allo scopo di rendere comprensibili e riconoscibili tanto le esperienze quanto i contesti in cui si sono realizzate.
Particolarmente interessante, nella narrazione realizzatasi nel corso degli incontri e nella lettura dei testi, è la capacità dei rappresentanti di rendersi voce del proprio progetto collettivo, con ascolto attivo e partecipe dell’esperienza degli altri partecipanti.
Questo ha permesso imprevisti e insperati rimandi tra temi (vedi le dipendenze e l’AIDS) che ricorrono, con implicazioni diverse, nelle storie vissute a Lecce, a Brindisi e Bari o il rapporto con e persone migranti, che ricorre anch’esso nei diversi scritti relativi a diverse attività e contesti, ma anche rimandi tra i territori: un determinato periodo vissuto nella città di Mesagne e le attività di Casa Betania di Brindisi sono oggetto, ad esempio, di racconti a più voce che evidenziano punti di vista attigui del vissuto in uno stesso frammento spazio/temporale.
Alcune persone particolarmente significative, situazioni paradigmatiche di alcuni periodi, circostanze sociali legate ad alcuni periodi storici, tentativi di risposte a situazioni problematiche da parte di volontari e cittadini si richiamavano le une con le altre negli incontri collettivi, mettendo in luce vissuti, a volte sofferti, di vicinanza e prossimità, carichi di impegno, competenze e buona volontà e tanti tentativi di costruzione collettiva di azioni migliorative della convivenza e della vita delle comunità.
Appare evidente dai racconti come le cittadine e i cittadini attivi siano antenne protese nelle proprie realtà e si attivino nel fornire prime risposte sperimentali e necessarie alle forme problematiche che la realtà a volte prende nei diversi contesti territoriali.
È stato ben percepibile anche l’affacciarsi temporale del Welfare in questi contesti e quanto la sua efficacia sia stata legata al contributo di persone provenienti da esperienza di militanza e volontariato; garanzia, questa, accanto alle competenze specifiche, di conoscenza diretta delle persone, dei fenomeni e di alta sensibilità sociale.
Naturalmente, per il numero della rivista, sono stati scelti alcuni brani dei testi scritti dai partecipanti al laboratorio; per la lettura integrale dei contributi e per testi non realizzati durante le attività del laboratorio ma riassemblati grazie allo stesso, si può consultare il sito di LabTS che sarà migliorato graficamente nei prossimi mesi grazie a un progetto sostenuto dalla Chiesa Valdese.
Un video che restituisce quell’inesprimibile rivelazione dell’anima
Le storie, i racconti, il vissuto, le aspirazioni, l’attività svolta, lo spazio in cui si opera, la relazione con gli altri.
Sono davvero tanti gli aspetti che si sono evidenziati durante tutto il corso di scrittura autobiografica riservata ai volontari e agli operatori delle associazioni del Terzo Settore. Ognuno dei corsisti ha dato qualcosa in più rispetto a un semplice elaborato finale. Storie che si sono dipanate incontro dopo incontro prendendo la forma finale di un racconto che non è solo cronaca, ricordo, un voler mettere in ordine eventi passati in una forma letteraria. Le storie ci sono e ognuna, a suo modo, splende di luce propria e può essere fruita al di là dell’aspetto prettamente autobiografico. Storie che si sono allargate dal personale al collettivo, dall’intimo al manifesto, dalle persone ai luoghi e alle epoche.
Quello che è avvenuto durante questa edizione del corso ha un ché di straordinario.
Tony, Titti, Lina, Marcello, Lucia, Myriam, Maria Rosaria, Paolo, Mino, Alessandro. A ogni nome corrisponde una voce, a ogni voce una storia, a ogni storia una memoria. Ma quello che mi è rimasto più impresso durante e dopo tutto il percorso sono i loro volti. Ogni volta che ci collegavamo sulla piattaforma zoom potevo vedere i loro visi, lo sguardo, le espressioni, l’attenzione mentre l’altro parlava, le risate e le lacrime (perché ce ne sono stati di momenti commoventi). In ognuno di quei volti vedevo alternarsi la forza espressiva, il silenzio accorato, la fragilità umana, la fierezza ma anche l’abbattimento, il desiderio di esserci e raccontarsi insieme al pudore di non sentirsi all’altezza. Uomini e donne che di mese in mese si riscoprivano molto più vicini di quanto non fossero le distanze reali tra loro, sia fisiche che di esperienze.
E oggi sono questi volti che voglio celebrare, perché in ogni volto sono nascoste più storie che nessuna penna può scrivere e nessuna voce può raccontare. Da qui l’idea di realizzare un video finale del percorso didattico dove i protagonisti sono, appunto, questi volti che hanno potuto restituire, in una forma tra il cinematografico e il documentario, quell’inesprimibile ma al tempo stesso così evidente rivelazione dell’anima.
Note
[1] Valeria Pecere è l’autrice di “Persone, ambientazioni, clima, volti, organizzazioni...”.
[2] Salvatore Vetrugno è l’autore di “Un video che restituisce quell’inesprimibile rivelazione dell’anima”.