Lo sport dans les sciences sociales : de chimère à réalité
Marco Pasini (sous la direction de)
M@gm@ vol.11 n.1 Janvier-Avril 2013
LO SPORT E LE SUE STORIE: L'ESPERIENZA AQUILANA, QUANDO LO SPORT SUPERA L'EMERGENZA
Marco Pasini
paso74@libero.it
Master Teoria e Analisi Qualitativa. Storie di vita, biografie e focus group per la ricerca sociale, il lavoro e la memoria - Università di Roma La Sapienza; Stage a Biblioteche di Roma, L’album di Roma. Fotografie private del Novecento; Ricercatore ne Le borgate di Roma come luoghi significativi della memoria urbana, come risorse umane e premessa per il superamento della dicotomia centro-periferia, diretta dalla Prof.ssa Maria Immacolata Macioti; Ricercatore presso Labos – Fondazione Laboratorio per le politiche sociali; Relatore in Conferenze italiane e europee; Autore di pubblicazioni nazionali e internazionali.
Introduzione
Tale progetto di ricerca, della durata di 12 mesi (da luglio 2010 a luglio 2011) e commissionato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali [1], intende ricostruire il tessuto sociale di 400 giovani delle scuole secondarie di I e II livello de L’Aquila e provincia attraverso lo sport. Tessuto sociale leso e sfaldato in seguito all’evento sismico che il 6 aprile 2009 colpì il capoluogo abruzzese, in cui oltre all’improvvisa e immediata perdita di tutti i beni materiali sono venuti meno anche i canali di socializzazione primari e secondari.
Una quotidianità da ricostruire anche e soprattutto attraverso il concetto di attività sportiva volta, in questo caso più che mai, alla realizzazione di cittadinanza, partecipazione, formazione umana, integrazione e coesione sociale. Con particolare attenzione agli sport di squadra che permettono uno sviluppo affettivo, cognitivo, relazionale e una maggiore comprensione/costruzione della propria personalità. Dunque lo sport come strumento principe per l’inclusione sociale, in quanto gioco che esalta l’armonia e le dinamiche di cooperazione.
Lo sport, in generale, va considerato un fatto sociale; è un fenomeno sociale, un sistema culturale - che agisce tra comunicazione, economia e politica - e si presenta come una costruzione sociale. Costruzione generata da significati e rappresentazioni collettive.
Il contesto di riferimento
Il 6 aprile 2009 alle ore 3.32 il territorio abruzzese, in particolare quello del Comune dell’Aquila, è stato colpito da un terremoto devastante. A distanza di sei mesi si è cercato di ricostruire anche un tessuto sociale partendo proprio dalle associazioni che fino a quel momento rappresentavano un punto di riferimento importante per la città.
Il contesto territoriale delle zone colpite ha subito rapide mutazioni modificando sensibilmente il sistema delle relazioni e i punti di riferimento di un grande numero di cittadini che si trovarono di fronte a un futuro privo di certezze. I dati che descrivono la situazione sono quelli della popolazione che non viveva più presso la propria residenza. In totale erano 52.251 i cittadini assistiti dalla protezione civile, di cui 22.252 alloggiati presso le 143 aree di accoglienza allestite dopo il 6 aprile e 29.999 presso alberghi e case private fuori dei comuni interessati dal sisma. I problemi, superata la fase dell'emergenza più acuta, per le persone che hanno continuato a vivere nei campi o negli alberghi lungo la costa, erano relativi alla fatica di doversi confrontare con una condizione di vita nuova e con difficoltà pratiche, come la convivenza forzata con estranei, la promiscuità e le condizioni climatiche.
Solitamente dopo disastri, tragedie e calamità naturali di questa portata, si denota sempre maggiormente uno sfaldamento e una lesione del tessuto sociale pre-esistente. Questo è dovuto, all’improvvisa e immediata perdita oltre che di tutti i beni materiali anche dei canali di socializzazione primari e secondari con una conseguente dissonanza cognitiva e disequilibrio percettivo. In breve, una quotidianità da ricostruire concretamente e spiritualmente attraverso il protagonismo delle vittime che permetta loro di prendere coscienza dei propri vissuti emotivi e di quelli altrui. Il terremoto poteva aver causato: l'accentuazione della trasgressività/aggressività, insoddisfazione dovuta alla mancanza di spazi pubblici e privati, un'accentuazione della ricerca del gruppo.
L'idea progettuale
Fasi previste e svolte:
- gestione, coordinamento e rendicontazione del progetto
- sensibilizzazione
- pratica sportiva
- attività laboratoriali “Oltre lo sport”
- monitoraggio e valutazione
- diffusione
La campagna di sensibilizzazione è stata attuata su tutto il territorio e prevalentemente all’interno delle scuole dove fu presentata la proposta e la possibilità ai giovani di praticare, gratuitamente, alcune attività sportive.
I giovani che decisero di partecipare furono chiamati a scegliere una disciplina sulla quale impegnarsi e inseriti all’interno del circuito del capofila proponente, il Centro Nazionale Sportivo Libertas [2]. Le attività sportive si sono svolte presso le Associazioni affiliate e associate aderenti al progetto; ogni centro, polivalente e multidisciplinare, era caratterizzata da una disciplina ‘principale’ su cui preparare i ragazzi. In tutto otto, una per centro (arti marziali, calcio, danza, sport invernali, ginnastica ritmica, pallacanestro, pallavolo e tennis tavolo).
Al fine di facilitare e agevolare la partecipazione dei giovani alla attività sportive, tenuto conto anche della grave condizione logistica, fu predisposto un servizio navetta gratuito per trasportare i partecipanti direttamente alle strutture.
Parallelamente alle attività sportive, furono organizzati degli incontri, più specificatamente un laboratorio per ogni singola disciplina: ogni ‘gruppo sportivo’ ha creato dei prodotti rappresentativi della disciplina praticata attraverso varie modalità di comunicazione e raffigurazione: l’arte, la danza, la fotografia, i video, la raccolta di testimonianze e di materiali. Una trasversalità di attività comuni dall'obiettivo di far acquisire il rapporto con il corpo e l'immaginazione, la memoria collettiva e il sentimento di appartenenza.
La realizzazione di questi lavori era finalizzata all’organizzazione di un evento finale, “Lo sport e le sue storie”, della durata di una settimana: un atelier interattivo e museale, un percorso emozionale - dei ragazzi, dei genitori che li hanno accompagnati in questa avventura, e degli spettatori della manifestazione finale -, che può essere valutato e confrontato grazie ai diversi modi di autorappresentazione e raffigurazione.
I ragazzi sono stati quindi chiamati non solo a svolgere attività sportiva e a produrre dei materiali ma anche ad organizzare l’evento finale (spalmato su quattro giornate). Due passaggi che intendevano essere i tratti distintivi dell'intero percorso in quanto hanno reso possibile il protagonismo dei giovani partecipanti, anche grazie allo stimolo del lavoro di gruppo che mira a favorire la ricostruzione del tessuto sociale leso attraverso lo sviluppo di maggiori rapporti interpersonali [3].
Il focus dei laboratori e dell’evento conclusivo era quello di sondare se e in che modo lo svolgimento di attività sportive modificasse, condizionasse ed influenzasse positivamente la ri-costruzione del tessuto sociale e come rifletteva sugli atteggiamenti e sul contesto sociale di riferimento.
Gli obiettivi primari a cui l'iter puntava erano:
- la sensibilizzazione nei confronti dei giovani, dei genitori e delle istituzioni scolastiche sull’importanza che la pratica sportiva assume nel facilitare la creazione e lo sviluppo delle relazioni sociali e dei momenti di aggregazione;
- la promozione del protagonismo giovanile e e la valorizzazione di un utilizzo sano del proprio tempo libero;
- valutare gli effetti prodotti dall’intervento sulle rappresentazioni, i comportamenti, le percezioni dei diversi partecipanti nell’ottica di una cultura della partecipazione sociale.
Attuazione della ricerca
Il lavoro unitario e coordinato delle diverse risorse che hanno avuto vari ruoli all'interno del progetto ha messo i presupposti alla correlazione tra le diverse attività, definite in base ai criteri di esecuzione e controllo. L'analisi e l'elaborazione dei dati frutto della ricerca, si sono concentrate su due momenti: iniziale, intermedio e finale. Sulla base della somministrazione dei questionari è stato possibile effettuare un'analisi descrittiva del fenomeno e uno studio di comparazione tra i soggetti che hanno sempre svolto attività sportiva e quelli che dopo l'evento sismico l'hanno interrotta.
Il monitoraggio e la valutazione teorica e metodologica sono figli dei dati raccolti in maniera quali-quantitativa, attraverso questionari semi-strutturati attitudinali e di verifica e interviste focalizzate. Due fasi che avevano lo scopo di raccogliere e analizzare gli indicatori di risultato seguendo i parametri di pertinenza, efficienza, efficacia, sostenibilità e impatto.
I risultati attesi erano pari ad una frequenza stabile alle attività sportive e laboratoriali dell’80% dei soggetti coinvolti e un aumento del 30% nei rapporti interpersonali tra i ragazzi, il coinvolgimento dei destinatari diretti e indiretti, la partecipazione della popolazione, l'implementazione delle strategie di partenariato. La duplice valenza dello sport ha assunto sicuramente un ruolo fondamentale in tutto ciò – il vero collante alle varie fasi e obiettivi fin qui illustrate - favorendo l'incontro e di conseguenza il recupero dei rapporti sociali costituendo una sana opportunità di svago e consentendo la condivisione e l'elaborazione del dramma vissuto. Questo progetto ne ha voluto affermare la missione sociale e formativa cogliendone aspetti e prerogative che lo fanno divenire lo specchio lo specchio dell'evoluzione. Straordinario sensore del mutamento sociale, lo sport permette alle scienze sociali di osservare le continue metamorfosi che interessano le principali rappresentazioni collettive situate al crocevia tra natura e cultura. Un fatto sociale che agisce tra comunicazione, economia e politica.
Da non sottovalutare l'approccio pedagogico non tradizionale detto “per competenze”, sintetizzato dai laboratori che integrano il sapere, il saper fare e il saper divenire. Tale modello permette, di fronte a una vasta categoria di situazioni, di adattarsi. Implica il ruolo centrale ed attivo dell'individuo ponendolo in una condizione di ricerca che porta ad un apprendimento attivo per via del passaggio dal lavoro per progetti a quello di situazione. Il carattere sociale del percorso progettuale deriva dal processo di formazione interno ad una società con capacità di azione e interpretazione. Ne scaturisce un concetto di comunità di pratiche intesa come “fare” in un contesto storico e sociale che dona struttura e significato alle attività.
La valorizzazione del “sapere già posseduto”, il ruolo attivo, il radicamento nel contesto e la capacità di rendere evidenti, esplicite e valorizzate (nonché certificabili) le competenze che si sono espresse sono gli elementi fondamentali dell’approccio per competenza.Esso favorisce lo sviluppo di atteggiamenti e capacità di lavoro in condizioni di incertezza, avendo a che fare con situazioni moderatamente nuove e complesse. La valutazione delle competenze trasversali (cognitive, emozionali, gestionali, relazionali) avviene grazie alla pluralità delle manifestazioni e all'integrazione tra gli aspetti soggettivi e quelli oggettivi [4].
Tecniche di indagine e primi risultati
Il target di riferimento era di 400 studenti, di cui: 160 partecipanti alla attività sportive e ai laboratori, 240 considerati come gruppo pilota. Il coinvolgimento del gruppo di controllo ci ha permesso di confrontare e successivamente valutare come la partecipazione alle attività del progetto ha avuto un buon impatto sul grado di soddisfazione sociale e sulla qualità della vita dei partecipanti.
Il report di ricerca pre test, ai fini della ricerca di sfondo e per definire il contesto e le caratteristiche di partenza dei partecipanti, ha reso comparabili le caratteristiche di partenza dei partecipanti con i risultati della valutazione di fine intervento.
Lo strumento principale di monitoraggio e valutazione utilizzato è stato il questionario, somministrato in diversi momenti della ricerca. Il primo, per la fase iniziale, è diviso a sua volta in due parti. La prima descrive la composizione del gruppo con le variabili biografiche e anagrafiche (sesso, età, livello di istruzione) e descrittive (di due fattori principali: lo sport e la vita dopo il terremoto).
Rispetto alle variabili descrittive i dati emersi più importanti sono sintetizzati dallo scarto minimo tra i ragazzi e le ragazze che in passato praticavano sport ogni settimana e coloro che continuavano a farlo dopo il sisma: 87% contro l'83%. È interessante notare che le principali differenze di genere sono in relazione allo sport praticato. Infatti, le ragazze hanno preferito continuare la loro attività scegliendo sport individuali come la danza e il nuoto, mentre per i ragazzi vi è la prevalente scelta degli sport di squadra come il rugby, basket e calcio.
Riguardo l'evento sismico, per comprendere come questo abbia modificato la situazione abitativa, quale luogo prediligevano per i loro incontri sociali e se si sono dovuti allontanare dai loro consueti spazi di vita familiare e sociale, il questionario conteneva domande circa i cambiamenti avvenuti sia all'interno dei loro spazi familiari sia nell'ambito più ampio dei loro luoghi sociali/comunitari. Dopo il trasferimento e per l'intero progetto, la qualità delle relazioni con gli adulti è peggiorata ed ha maggiormente risentito della disgregazione sociale avvenuta dopo il terremoto. Il progetto mirava a creare nuove opportunità di aggregazione sociale, finalizzate a ristabilire il tessuto di relazioni comunitarie. Infatti, più della metà di tutti i soggetti prima del terremoto aveva uno spazio proprio in casa. In seguito al terremoto, la stessa percentuale è stata costretta a lasciare la propria casa. L’allontanamento dal proprio luogo di vita abituale è durato per il 57% dei ragazzi almeno sei mesi, fino ad arrivare nel 15% dei casi a due anni.
In più della metà dei casi il terremoto ha comportato almeno inizialmente la sospensione delle attività sportive, togliendo ai ragazzi un importante contesto di socializzazione e crescita.
Il 54% del campione è attualmente impegnato in attività sportive, mentre il 25% ha abbandonato l’attività sportiva in seguito al terremoto [5].
Il secondo questionario è costituito da 68 item che indagano la qualità e la soddisfazione dei partecipanti in merito a tre dimensioni: le relazioni interpersonali - sociali e comunitarie (soddisfazione circa le relazioni con i pari), i livelli di auto-efficacia percepita (autostima personale), la rete familiare e sociale (soddisfazione circa le relazioni sociali con adulti significativi e il loro livello di integrazione nella comunità).
In generale il gruppo di partecipanti presenta un livello abbastanza alto di soddisfazione sui primi due punti, ma ha punteggi più bassi rispetto all’ultimo. Prima di iniziare le attività del progetto, i soggetti che non praticavano sport hanno mostrato un livello di soddisfazione minore per tutte e tre le dimensioni. Da questi confronti è confermato il ruolo decisivo svolto dall’attività sportiva.
I risultati ottenuti dai questionari sono stati utilizzati per definire gli obiettivi e le attività specifiche dell'intervento.
Il coinvolgimento del gruppo di controllo ha permesso di valutare come la partecipazione alle attività progettuali abbia inciso sulla soddisfazione sociale e sulla qualità della vita di chi ha preso parte alle attività sportive e laboratoriali, nonché valutare i cambiamenti intercorsi in seguito alle attività nella soddisfazione sociale e relazionale, la comparazione per caratteristiche e partecipazione o meno al progetto e il livello di gradimento al progetto stesso.
In sintesi, è stato possibile descrivere la composizione dei campioni di riferimento, analizzare il livello di gradimento, analizzare la soddisfazione nelle tre dimensioni e verificare le differenze con il gruppo di controllo, verificare se le condizioni verso le tre dimensioni sono migliorate dopo l'intervento.
Il 97% ha apprezzato questa nuova esperienza, partecipare alle attività proposte ha permesso ai ragazzi di creare nuove amicizie nell’84% dei casi. Fra le attività preferite ci sono l’arrampicata, il basket, i canyoning, ma anche quelle laboratoriali come video e fotografia (nello specifico, l’attività di laboratorio centrata sulla storia degli sport è piaciuta molto al 74%). Ciò avvalora la forza progettuale dell’intervento proposto che si è basato sulla realizzazione parallela di attività sportive ed espressive. Inoltre ha mostrato il raggiungimento di un obiettivo del progetto, quello che fornire ai partecipanti nuovi tipi di esperienze socializzanti è in grado di appassionarli e emozionarli, al fine di migliorare la loro qualità di vita in seguito al terremoto.
Approfondendo l'analisi delle tre dimensioni emerge che i partecipanti al progetto differiscano dal gruppo di controllo in alcuni aspetti di primo ordine:
- riguardo la soddisfazione percepita nelle relazioni interpersonali, i ragazzi che hanno partecipato al progetto si dichiarano più soddisfatti delle loro relazioni con i pari. Per esempio: trovano amici, persone di cui si fidano, occupano in modo piacevole il proprio tempo libero.
- La percezione del senso di auto-efficacia e autostima è maggiore. Per esempio, si ritengono soddisfatti delle proprie prestazioni scolastiche, hanno fiducia nelle proprie capacità e nelle loro competenze a risolvere i problemi della vita quotidiana. Il gruppo di controllo non ha variato il livello di auto-efficacia percepita negli ultimi sei mesi, mentre i ragazzi che hanno partecipato al progetto mostrano un incremento della propria autostima e del livello di auto-efficacia percepita.
- Il livello di soddisfazione nella rete familiare e comunitaria mostra la fiducia nei confronti degli adulti presenti nel territorio e un generale soddisfacimento delle relazioni con i familiari e della rete di relazioni presente nella propria comunità.
Le riflessioni conclusive portano a confermare che le attività progettuali hanno riscontrato un elevato livello di gradimento dei ragazzi, desiderosi di ripetere l’esperienza. Il progetto ha raggiunto alcuni obiettivi importanti, come quello di fornire un'attività pensata e progettata sulla base di difficoltà e bisogni reali e dichiarati, fornendo anche nuovi contesti di socializzazione, la possibilità di fare nuove amicizie, sperimentandosi in nuovi ruoli e apprendere nuove competenze. Con il protagonismo attivo i giovani e principali attori del progetto hanno visto aumentare le loro capacità di coping e di problem solving.
Non si rilevano comunque differenze significative nelle fasi pre e post intervento. Il progetto ha offerto un contesto di socializzazione in un momento critico, in grado di mantenere stabile i livelli generali di soddisfazione sociale.
Bibliografia
Arcieri M., (in) Libero Sport, La Libertas per L’Aquila, CNS Libertas, a. 1, n. 1, nov. 2010, Roma, pp. 1-7
AA. VV., Rilevazione dei nuovi bisogni delle associazioni colpite dal sisma del 6 aprile 2009, nuovi progetti e iniziative, Centro di Servizio per il Volontariato della provincia de L’Aquila, L’Aquila, 2010
AA. VV. Armed Conflicts and Natural Resources. Scientific report on global atlas and information centre for conflicts and natural resources, European Commission Joint Research Centre, Luxembourg, 2011
Gasbarro L., (in) Absolute Sport Magazine, L’Aquila. I giovani protagonisti nella ricostruzione del tessuto sociale attraverso lo sport, Nautilus, a. 2, n. 5, ott. 2010, Teramo, p. 21
Grano M. e Pantellaro C., La pratica sportiva per riprogettare il futuro oltre l’emergenza, (in) CNS Libertas Conference “Lo sport e le sue storie”, 26-10-2010, L’Aquila
Pasini M., Sport and its stories. Youth protagonists in the construction of the social cohesion through sport, (in) Sociology Study, David Publishing Company, 2013
Pasini M., Sports and its stories. The central role of the youth in the construction of the social cohesion through the sport in crisis/disaster and conflict times, ESA Disaster, Social Crisis and Conflict Research Network, 2011
Pasini M., Living together L’Aquila, (in) 2nd Conference “Living together through sport in Europe. Cross-disciplinary approaches in social sciences”, nov. 2011, University of Strasbourg
Pasini M., Sport and its stories. Youth Protagonists in the construction of the social cohesion through sport, (in) 10th European Sociology Association Conference “Social Relations in Turbolent Times”, sept. 2011, University of Geneva
Pasini M., Sport and its stories. Youth Protagonists in the construction of the social cohesion through sport, (in) 38° Conference of International Association for the Philosophy of Sport, sept. 2010, Italian University Sport and Movement “Foro Italico”, Roma
Sitografia
www.libertasnazionale.it
www.absolutesport.it
Note
1] Più precisamente dall'Osservatorio Nazionale dell'Associazionismo, che tra i suoi compiti ha quello di sostenere le iniziative di formazione e aggiornamento per lo svolgimento delle attività associative e far fronte a particolari emergenze sociali.
2] Un'associazione di promozione sociale a carattere nazionale nata nel 1945, un ente autonomo di promozione, diffusione e avviamento alla pratica sportiva intesa come veicolo di integrazione. I suoi organismi di riferimento, associazioni (4.607), club e circoli (3.626), centri di formazione provinciali e comunali (296), presidi internazionali (22), atleti 'azzurri' (560) contano un totale di circa 926.899 soci. Lo sviluppo territoriale di Libertas ha costituito la base per la cantierabilità e la trasferibilità del progetto. Infatti il suo livello di diffusione e capillarità nazionale e regionale ha consentito un'attività allargata di comunicazione, organizzazione e sensibilizzazione.
3] Durante tutta la durata dei lavori i partecipanti sono stati supportati dai tutor che hanno svolto il compito di agevolare lo svolgimento e la realizzazione di ogni attività.
4] La programmazione della ricerca in forma teorica, metodologica ed empirica è stata curata dalla Fondazione Labos – Laboratorio per le politiche sociali – nata nel 1985 con sede legale ed operativa a Roma. È un ente di ricerca attivo su tutto il territorio nazionale ed è specializzato negli ambiti della valutazione dei bisogni, delle politiche e dei servizi sociali.
5] Circa il 68% del gruppo di controllo ha praticato sport negli ultimi sei mesi. L’ipotesi è che non basti la sola attività sportiva per incrementare la qualità delle reti comunitarie, ma sia necessaria una strutturazione pensata e integrata delle stesse attività come quella proposta nel progetto. La forza del modello sta nella combinazione della pratica sportiva con attività laboratoriali, attività che partono dal contesto e dall’analisi dei bisogni.
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