Percorsi di pedagogia della narrazione
Dalle fonti orali alle nuove tecnologie
Fabio Olivieri (a cura di)
M@gm@ vol.8 n.2 Maggio-Agosto 2010
IN DIFESA DELLA PAROLA
Fabio Olivieri
f.olivieri75@gmail.com
Educatore e Formatore in metodologie
autobiografiche; Socio Collaboratore Osservatorio dei Processi
Comunicativi, membro del Comitato di Redazione della rivista
m@gm@.
Il panorama contemporaneo
si presta da tempo al culto della velocità, del consumo sfrenato,
delle invenzioni “usa e getta”. La comunicazione, il dialogo,
reclamati a gran voce dai rappresentanti istituzionali e dalle
agenzie educative, rischiano ormai di divenire forme vuote,
inautentiche.
Alla perdita di questa incisività segue proporzionalmente
una mortificazione della Parola, bistrattata, offesa, spesso
relegata a puro segno convenzionale. Incapace di dire, di
formulare nuove ipotesi di Mondi, attraverso i significati
che in essa convivono, la Parola diviene Oggetto, vana pretesa
di materialità che si identifica con il suo referente reale.
Perde così il suo presupposto fondamentale, quello di essere
agente interpretante del nostro vissuto. Il medium attraverso
il quale riferiamo la nostra identità soggettiva operando
costrutti narrativi.
Narrazione intesa quale capacità di attivare processi cognitivi
che favoriscano una dimensione critica di riflessione, di
consapevolezza della propria autoformazione.
Un traguardo, questo, reso sempre più improbabile dalle continue
sollecitazioni a cui veniamo esposti quotidianamente che ci
inducono a scegliere prima ancora di pensare, che alimentano
il desiderio di colmare ogni spazio in una bulimia del fare
finendo con il dar vita a continue sostituzioni. Incapaci
ormai di apprezzare la lentezza del tempo, ci ostiniamo a
promuovere condotte che lo debilitino fino a farlo scomparire:
fingiamo così un eterno presente in cui, il nostro essere
prodotto del passato e proiezione del futuro, si con-fonde
fino a reclutare la parvenza di una continuità sospesa, priva
di giudizio.
E’ in quest’ottica allora che occorre restituire dignità alla
Parola, quale intervallo capace di attivare pratiche di riflessione
intorno all’Oggetto. Rilanciare così, quella attitudine ad
uno stupore filosofico capace di rincantare il Mondo, e di
concedere all’individuo il diritto a pensarsi come essere
che agisce piuttosto che come entità agita.
Lo strumento della narrazione, qui indagato nei diversi ambiti
disciplinari, dalla pedagogia alla filosofia fino alla nuove
tecnologie della comunicazione, consente di facilitare questo
riappropriarsi di uno spazio intimo, sostenendo l’essere umano
nella comprensione di quei passaggi fondamentali che lo caratterizzano
come individualità in continua relazione con se stesso e con
la dimensione collettività del suo esistere quotidiano.
Difendere lo statuto della Parola quindi, diviene una necessità
etica da parte dell'Uomo, che grazie ad essa si definisce
nella sua integrità, riflettendosi nelle continue derive e
mutamenti che il Logos assume nel suo esercizio di Potenza.
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