Il m@gm@ costitutivo dell'immaginario sociale contemporaneo
Orazio Maria Valastro (a cura di)
M@gm@ vol.6 n.3 Settembre-Dicembre 2008
SUL DORSO DI UN ASINO
(Traduzione Giorgio Maggi)
Mabel Franzone
mabel.franzone@gmail.com
Dottorato in Lingua Spagnola, Università
degli Studi di Censier, Parigi III; Diploma di Studi Approfonditi
Latino Americani IHEAL, Parigi III; Laurea di Studi Latino
Americani IHEAL, Parigi III; dal 2002 membro dell'Istituto
Internazionale di Letteratura Ibero-Americana IILI-Pittsburgh;
dal 1993 membro del Centro di Studi sull'Attuale e il Quotidiano
CEAQ, Parigi V, e del Centro di Ricerche Interdisciplinari
sulla Cultura e le Civilizzazzioni Ispano-Americane; Corrispondente
per l'America Latina dell'IIRFIL ( Recherches sur la Folie
en Littérature- Fontenoy-la-Joute- France); Membro del CEFISA-
(Collège de Philosophie de Salta- Argentine).
Questo
contributo è un documento sui generis, correlato alla rivista
M@gm@. Riflettevo su che cosa stavo per scrivere ed una notte
ho fatto un sogno: un asino mi ha parlato. Non compresi le
sue parole. Ricordo l'infinita tenerezza del suo sguardo,
il suo colore grigiastro, il tono della sua voce che mi avvolgeva,
come un velluto. Lo sentivo nel palato, nelle orecchie, e
poi in tutto il corpo. E’ diventato intenso e trasparente
contemporaneamente, come il cristallo di roccia. Le sue parole
scorrevano, avevo la sensazione di mille fiumi che mi attraversavano,
dentro e fuori. L'asino non mi lasciò, fino alla fine del
sogno. Il risveglio è stato dei più dolci, la sensazione di
avere del miele nel palato continuò per tutta la giornata.
Che significa tutto ciò?
Sempre affascinata dagli animali ed i loro simboli, mi resi
conto che avevo scritto su molti di loro, ma mai sull'asino,
non potendo in alcun modo giustificare questa svista. Ecco
un’interpretazione: l'asino reclama per averlo lasciato in
disparte. Ora resta da sapere perché mi è apparso solo in
quel momento, quando, nella mia mente, volevo trovare un modo
per esprimere un certo legame con la rivista. Forse questo
nobile animale vuole guidarmi con il suo simbolismo, mi sono
detta. È stato necessario procedere per tappe, iniziando con
il suo significato nel mondo degli uomini. Il Bestiario degli
Alchimisti [1] gli dedica
diverse pagine. E’ detto equus asinus, come il cane, entrambi
furono i primi animali addomesticati ed i più maltrattati
dagli esseri umani. Due tipi di asini sono descritti: l'asino
selvatico o onagro o ancora onager, che rappresenta il principio
igneo del deserto, quello arido che divora qualsiasi cosa:
"Egli conserva il deserto sotto il suo dominio, con lo scirocco
la cui folata brucia tutto quanto è sul suo percorso…", secondo
F.W. Schelling [2]. Questo
asino selvatico, difficile da domare, personifica l’indipendenza
e la sobrietà dell’eremita. Questo sogno viene a me proprio
in un momento di “siccità”, uno di quei momenti in cui le
pagine vuote si succedono una dietro l'altra e tutte finiscono
nella pattumiera. Anche in un momento di profonda solitudine,
come quella dell'eremita. Trovo quindi un significato a queste
immagini. Ma vorrei continuare con il simbolismo dell’animale.
L'altro tipo d’asino, il domestico, è associato alla pigrizia
ed al desiderio. Esso simboleggia il corpo, intelaiatura della
nostra anima, che invita a crescere e ci guida per assicurare
lo spirito e compiere il percorso. Curiosamente l'asino, nella
nascita del Cristo, non è stato inserito che nel V secolo.
Nel mito della stalla di Betlemme, la presenza dell’asino
simboleggia Saturno e gli Aramei (Gentili) del Vangelo, accanto
a quello del bue rappresentante Apollo e il popolo egiziano
o le tribù d’Israele, guidati da Mosè [3].
L’uno e l’altro tipo rappresentano due aspetti opposti, strettamente
connessi: il fuoco creatore e la pigrizia; l’indipendenza
e la sobrietà dell’eremita; Saturno e Apollo; popolo egiziano
e tribù d’Israele. E’ la Coïncidentia oppositorum, la complementarità
degli opposti di Eraclito, la chiave della filosofia della
conoscenza [4]. Giordano
Bruno tratta di Mercurio e dell'asino in "Asinus cyllenicus"
insistendo su questa ambivalenza, e nel XVII secolo, in Chimica
Figurata, facendo riferimento al materiale originale ed alle
sue potenzialità, l'animale fu chiamato asino dei filosofi
“il cui segreto è sotto gli zoccoli di un asino”. Secondo
Jacques van Lennep “L'asino è in rapporto diretto con Saturno,
l’oro e il Cristo”. Mi chiedo se simboleggia l'umiltà necessaria
per qualsiasi processo di conoscenza, dunque, di trasmutazione?
Sebbene tutto sia Iniziazione e Trasmutazione, sogni inclusi.
Questo asino è stato iniziatico, la presenza di animali nei
sogni significa sempre qualcosa di trascendente. Georges Bataille
parla della bellezza di questa presenza animale: "So di qualcosa
di dolce, segreto e doloroso esteso in questi animali tenebrosi
e dell’intimità del bagliore che ci veglia… Un tale modo di
vedere, che m’immergo nella notte e m’abbaglio, mi avvicino
al momento o… questa verità sconosciuta che, da me stesso
al mondo, sembra sottrarsi.” [5]
Fugace e profondo, il riconoscimento e la comprensione della
presenza animale non può essere fatto che in modo istantaneo,
come una Rivelazione. Le apparizioni di coscienza sono come
piccole luci intense e intermittenti che illuminano tutto
il nostro corpo. In effetti, chi non ha sperimentato questa
conoscenza improvvisa, brusca, che si presenta improvvisamente,
nel tempo di un secondo, di una frazione di secondo, per scomparire
subito, lasciandoci la magnifica sensazione di essere aperti
all'universo, di far parte dell’eternità. Questa breve intensità,
nel caso del mio sogno, è la rivelazione prodotta dalla presenza
animale, intensità che porta ad una maggiore coscienza. Forse
dovuta ad un’espansione creata da uno sguardo diverso, uno
sguardo posto su un lato diverso da quello di tutti i giorni,
sempre incentrato su di noi e sulla nostra piccola vita. Questo
punto di vista mi fa affrontare determinati attributi dell'animale-simbolo.
Come affermato in precedenza, l'asino si riferisce all’elemento
Fuoco, elemento simbolizzante il Fuoco sessuale in primo luogo,
che dalle trasmutazioni diviene il Fuoco Creatore, il Fuoco
della conoscenza. Un secondo livello del sogno indica che
mi farà superare questo momento di siccità e farà in modo
che il fuoco prenda un altro percorso, un cammino vitale.
L’elemento igneo anima tutta la vita. Senza fuoco nulla è
possibile.
Così ho trovato un messaggio personale dello slancio nella
vita, del fuoco che mi anima e che dovrebbe essere trasformato
per diventare quello che è: intimo e universale. L’Alchimia
mostra come trasformare il fuoco e Giordano Bruno ha parlato
di Mercurio, il Dio della parola per eccellenza e anche colui
che rende possibile ogni trasformazione. Sembra che tanto
l'asino quanto Mercurio sono rappresentanti di una natura
fallica, il fallico è associato a discorsi che possono generare
azioni. L’altro attributo di Hermes-Mercurio, la lira, ne
è un altro sull’asino. Il numero d’immagini di ciascun membro
della coppia sono associati a questo strumento musicale. L'arte
del musicista, la sua capacità di utilizzare armoniosamente
la ragione, è necessaria e fondamentale per orientarsi in
una vita umana continuamente scossa dalla varietà. Questa
molteplicità è incarnata, secondo Bruno, nel simbolo dell'asino:
è proprio per la qualità di questo simbolo ambiguo, tra valori
positivi e negativi che siamo in grado di cogliere gli effetti
di una filosofia della conoscenza. Non è un caso che nello
scambio di repliche che conclude il micro-dialogo dell’Asino
cillenico, Mercurio e l'asino descrivono ciascuno le qualità
dell’altro, riconoscendosi "tutto in tutti" [6].
Mercurio disse: "Asino, con la mia piena autorità ordino,
costituisco e ti confermo accademico e sapiente in ogni dottrina,
in modo che tu possa entrare e inserire dappertutto"… "Parla
dunque tra quelli che vogliono comprenderti, rifletti e contempla
tra i matematici, discuti, domanda, insegna e sostieni i fisici,
soddisfa tutti, fraternizza, unisciti, identificati con tutti,
imponiti a tutti, su tutti." [7]
Questa bella citazione mi dà la chiave della ragione di questo
sogno: riunirsi e fraternizzare per la conoscenza. Non vorrei
che il termine conoscenza sia presa come qualcosa di pretenzioso,
ma piuttosto come un viaggio, un piccolo pezzo di strada che
si fa insieme.
Questo è il mio sentimento per la rivista M@gm@: camminare
insieme cercando di comprendere. Questa conoscenza non è semplicemente
e puramente intellettuale. Ciò significa, come nella ricerca
dell’alchimia, un’auto-conoscenza, un cammino soltanto inizialmente
da soli, in seguito con gli altri. Questa seconda fase è permessa
dalla comunicazione, agevolata dalle pubblicazioni, dalle
parole scritte e se è possibile, dalla lingua parlata. C’è
bisogno di un luogo dove si possa scoprire e porre domande
mai poste. Occorre esprimere le proprie idee con libertà tenendo
conto degli altri e del loro punto di vista. E ancora, bisogna
essere esigenti con noi stessi, seguire una metodologia appropriata,
quella che si adatta a noi e che il pubblico comprende. Infatti,
anche le scienze umane devono essere oggetto di una metodologia
come le scienze "esatte". Nel mio caso particolare, la metodologia
dell’Immaginario è stata il perno inseguito da più tempo,
quella che mi dà forza, l'energia, il vero piacere. E' vero
che nel mio settore – letterario - questo metodo non è ben
accolto. I Letterati sostengono che non è scientifico, pertanto,
per seguire questa mia passione che è stata ed è ancora l'Immaginario,
ho dovuto cercare altre vie, altri scienziati umanisti più
aperti ai cambiamenti o alla sovversione epistemologica di
cui parla Gilbert Durand.
Questa apertura di spirito e nelle intenzioni, le ho trovate
in M@gm@ in cui si fondono la serietà e il sogno. Inoltre,
il luogo dove si possono riunire questi opposti nell’ossimoro:
la gravità del sogno, come in Bachelard, poeta della filosofia.
Ho nominato i miei due grandi maestri che mi hanno ispirato
in tutto il mio lavoro accademico, Gilbert Durand e Gaston
Bachelard, due pilastri del pensiero, di un pensiero diverso,
oggi ancora poco conosciuto. Ancora una volta rendo omaggio
a questi insegnamenti. Devo loro anche di avermi fatto capire
la necessità di una transdisciplinarietà.
Preferisco utilizzare il termine trans a quelli di inter o
multi perché transdisciplinarietà suggerisce qualcosa che
trascende, un secondo senso che tesse una trama e permette
una lettura a diversi livelli che indica una presenza altra
che è al di là di noi e dell'universo. Questo modo di trattare
le questioni, questioni che hanno dato luogo ad articoli,
l’ho ritrovato in vari autori che hanno pubblicato in M@gm@.
Mi sento così accompagnata in questa piccola avventura. Per
il mio bene più grande, ho letto in queste recensioni, molti
articoli di differenti scienze che arrecano altri punti di
vista. Sento un immenso piacere nel consuntarli. C’è una grande
poetica che unisce tutti i contributi della rivista. Questo
è l'asse che attraversa e unisce, a mio modesto parere.
Per finire, sono stata contattata più volte a seguito degli
articoli pubblicati su Magma. Benché non ho più l'età per
sentirmi orgogliosa, provo gioia, soprattutto sapendo che
ci scrivono e ci leggono, e che tutto questo lavoro non è
vano. Provo ancora maggior piacere quando sono contattata
o mi chiedono chiarimenti, di risolvere dubbi, quando mi segnalano
dei concetti che non sono chiari. Dal momento che ho due grandi
amici nella rivista, il primo, colui che mi ha chiesto di
scrivere un articolo e che ha consentito la mia partecipazione
per la prima volta. Gli dico grazie in queste pagine. Il secondo,
che ho conosciuto via email e che ha dimostrato di essere
dotato di una straordinaria sensibilità. Gli rendo omaggio
perché il suo tema di ricerca è uno dei più belli che conosco.
Ritrovo ancora il senso delle parole di Mercurio all’asino:
"parlare con tutti, unirsi, identificarsi con tutti…".
Questo è stato il mio cammino, il mio viaggio attraverso M@gm@,
in primo luogo me stessa, dopo un’esplosione verso gli altri,
per ritornare arricchita di mille esperienze. E' trovare un’estetica,
di noi stessi, degli altri, per stregare la nostra vita, la
nostra esistenza. E allo stesso tempo un'etica di sé e per
una volta le parole etica ed estetica sono parole che vanno
d’accordo e viaggiano verso terre lontane, dove si può trovare
il legame del nostro vero essere e anzi poter offrire alla
comunità questo essere in una o nell’altra maniera. Finisco
con un sogno, avendo iniziato con un altro sogno, quello dell'asino,
questo umile animale che trova la sua nobiltà nel mondo dell’occulto,
là dove Mercurio e la sua conoscenza gli tendono la mano e
gli riconoscono valori emozionali. Il cammino passerà sempre
dal cuore.
NOTE
1] Henri La Croix-Haute,
Du Bestiaire des Alchimistes, Le Mercure Dauphinois, Grenoble,
2003, p. 51-54.
2] F.W.Schelling, Philosophie
de la Mythologie, Jerôme Million, Préface de Marc Richir,
Grenoble, 1994, p. 242.
3] Henri La Croix-Haute,
Du Bestiaire, Op. Cit., p. 52.
4] Nuccio Ordine, Le Mystère
de l’Âne, Cf. in Ibidem.
5] Georges Bataille, Théorie
de la Réligion, Tel Flammarion, Paris, 1973, p. 31.
6] Nuccio Ordine, Le Mystère
de l’Âne, Essai sur Giordano Bruno, Les Belles Lettres, Paris,
2005, p. 23.
7] Ibidem, p. 24.
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