Le m@gm@ constitutif de l'imaginaire social contemporain
Orazio Maria Valastro (sous la direction de)
M@gm@ vol.6 n.3 Septembre-Décembre 2008
L’AGENTE QUALITATIVO: IDENTIKIT DI UNA FIGURA INSOLITA
Giorgio Maggi
giorgio.maggi@email.it
Master di II livello in Gestione
e Sviluppo delle Risorse Umane, Facoltà di Scienze della Formazione,
Università degli Studi Roma Tre; Laureato in Sociologia, indirizzo
Comunicazione e Mass-media, Università degli Studi di Roma
"La Sapienza"; Attualmente collabora con la Facoltà di Scienze
della Formazione, Università degli Studi Roma Tre, nella cattedra
di pedagogia sociale e pedagogia del lavoro alle attività
didattiche ed organizzative del Master di I livello GESCOM,
Gestione e Sviluppo della conoscenza nell’Area delle Risorse
Umane; Docente a contratto nel laboratorio di pedagogia delle
risorse umane e delle organizzazioni allo IUSM di Roma, Istituto
Universitario di Scienze Motorie, nel corso di laurea specialistica
di Management dello Sport; Membro dell’IVSA, International
Visual Sociology Association.
L’agente
qualitativo in cuor suo si sente un agente segreto al servizio
della conoscenza e dell’intervento sociale, agli occhi della
gente appare un essere strano e stravagante, per i più una
figura insolita e non classificabile che si aggira per le
strade, per le piazze, nei supermercati e negli stadi a caccia
di dati, informazioni e immagini che possano sedare la sua
ansia d’interpretazione dei fenomeni e dell’agire sociale.
Se fosse un animale mitologico lo potremmo raffigurare come
un mostro trittico formato dal gufo, dal felino e da una scimmia.
Il gufo simboleggia la saggezza, la segretezza esoterica e
la vigilanza discreta nell’osservare gli eventi, nonché la
capacità di mimetizzarsi e di scomparire alla vista altrui.
Il felino simboleggia la velocità, l’agilità e la strategia
nel movimento di cattura delle informazioni-prede. Infine,
la scimmia simboleggia l’impertinenza, la competenza sociale
e la sua inclinazione al confronto.
Definizione
L’agente qualitativo può essere considerato uno studioso,
un cultore o un ricercatore nell’ambito delle scienze umane
e sociali che predilige gli approcci e le metodologie qualitative
per condurre le sue indagini sul campo, mentre elabora le
sue riflessioni teorico-interpretative. La sua forma mentis
è olistica e sistemica, tende a congiungere, integrare, unire
e sintetizzare. Il suo alter ego è l’agente quantitativo che
tende a scomporre, dividere, separare.
Abbigliamento
Lo stile d’abbigliamento dell’agente qualitativo è normalmente
di tipo casual-sportivo, ma data la mutevolezza delle imprese
a cui è soggetto, può cambiare stile secondo le esigenze della
situazione. L’abbigliamento casual-sportivo è preferito in
quanto è quello più consono alla sua attività d’investigazione
sociale.
Di solito chi lo incontra lo vedrà indossare, iniziando dal
basso verso l’alto, un paio di scarpe da ginnastica o in alternativa
scarpe comode rinforzate per passeggiate lunghe e sostenute.
In alcuni casi anche per sostenere corse o eventuali fughe.
Un paio di jeans scuri trattati per resistere su tutte le
superfici o pantaloni muniti di tasche laterali utili per
contenere penne USB o registratori vocali, una camicia o una
t-shirt e sopra una giacca scura “in borghese” anch’essa attrezzata
con varie tasche esterne-interne. A volte indosserà il completo
in giacca e cravatta probabilmente per intrufolarsi in qualche
evento ufficiale, sempre con l’obiettivo di mimetizzarsi nella
folla.
Accessori
Gli accessori che l’agente qualitativo dovrà portare sempre
con sé per una migliore prestazione d’intelligence sono:
- agenda-taccuino con penna biro per annotare qualsiasi idea
improvvisa o appunto utile;
- occhiali da sole per mimetizzarsi meglio;
- telefonino cellulare di ultima generazione con tecnologia
UMTS per collegarsi ad internet, dotato di fotocamera e telecamera
digitale per effettuare videoriprese o scattare foto di particolare
rilevanza semantica;
- penna USB utile per contenere learning e knowledge objects;
- registratore vocale per effettuare interviste;
- orologio da polso digitale per cronometrare alcune interazioni.
Laboratori di ricerca partecipante
Il suo laboratorio di ricerca è mobile e non ha necessariamente
pareti, si “costruisce” in un batter d’occhio in qualunque
momento della giornata e in qualsiasi spazio di aggregazione
sociale e virtuale dove è possibile e sussiste la volontà
di inferire. In una parola sola blended, un luogo e una modalità
che alterna momenti di ricerca in presenza face to face a
momenti a distanza in rete. L’agente si muove da un ambiente
all’altro, passando da una dimensione in presenza ad una a
distanza mantenendo sempre il filo rosso dell’iter quotidiano.
E’ possibile vederlo in un grande stadio di calcio, in un
grande centro commerciale e immediatamente dopo collegato
a qualche sito specialistico alla ricerca d’informazioni.
Lo si può incontrare in tutti quei luoghi dove quotidianamente
si verificano interazioni sociali come i cinema multisala,
le piazze di grandi città, un forum di discussione su internet,
le feste paesane, una chat tematica o una comunità di apprendimento
etc. etc. In questi contesti, l’agente qualitativo ricopre
il duplice ruolo di attore sociale e osservatore dell’azione
sociale.
Ambiti di lavoro-applicazione
Gli ambiti di lavoro e di applicazione dove solitamente l’agente
segreto qualitativo può spendere e mettere in pratica le sue
conoscenze e competenze sono le aziende di qualsiasi settore,
gli organismi politici, le amministrazioni pubbliche, gli
enti di ricerca universitari ed extrauniversitari, le associazioni
del terzo settore e tutte quelle organizzazioni sociali che
hanno l’esigenza vitale di comprendere, valorizzare ed analizzare
in profondità il proprio patrimonio intangibile.
Il ruolo che ricopre è quello di un “agente intelligente”
che avvalendosi di metodologie e tecniche qualitative, rintraccia,
monitora ed esplicita i tratti, gli assunti di base e le caratteristiche
della cultura organizzativa.
Stile di vita
Lo stile di vita dell’agente qualitativo è tipicamente globalizzato,
all’insegna di una sana e quotidiana attività di ricerca sociale,
di navigazione e surfing su internet, di frequentazione di
ambienti intellettualmente e socialmente stimolanti e creativi.
Tra un kebab e un aperitivo al wine bar va a caccia di informazioni
e immagini. A differenza degli altri individui, l’agente qualitativo
fa uso di immagini, fisse e in movimento, per comprendere
ed interpretare le dinamiche e i mutamenti sociali. Fa ricerca
con e sulle immagini. Quando guarda la TV non è solo per motivi
di svago e intrattenimento ma lo fa anche per scovare qualche
significato sociologicamente rilevante o qualche segnale debole
che possa far intravedere in futuro un cambiamento nel comportamento
sociale. Quando naviga in rete è attento ad osservare i nuovi
processi comunicativi e le nuove interazioni sociali prodotte
dal web.
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