Gli articoli proposti sono stati
selezionati tra i contributi editoriali pubblicati in proprio
dall’Associazione di volontariato “Le Stelle in Tasca”, dei
volumi e opuscoli a tiratura limitata che hanno animato un
progetto editoriale di edizioni fuori commercio, destinate
essenzialmente agli associati e condivise con gli attori sociali
del territorio coinvolti nelle attività promosse. L’Associazione
e gli Autori ne autorizzano la pubblicazione, nel quarto numero
trimestrale del 2007 della rivista elettronica m@gm@, facendo
assegnamento sulla politica del libero accesso tutelata da
questo strumento editoriale, per condividerli con un pubblico
più vasto di lettori. I testi sono un omaggio degli autori
verso i quali rinnoviamo la nostra gratitudine per aver sostenuto
il progetto associativo, sensibilizzando il territorio e rendendolo
partecipe nel condividere i principi pedagogici di un’etica
della narrazione e della scrittura di sé.
Non è poco che la scrittura,
più di ogni altra modalità narrativa, ci consenta di fissare
il “mondo della vita” cui apparteniamo o che abbiamo abitato
nelle stagioni dell’esistenza: sempre al singolare. Di avvertirci
persone, unici, nel moto amanuense dello scrivere. E, inoltre,
ci invita ad intraprendere un metodo specifico, quello appunto
della scrittura autobiografica, incomparabile rispetto ad
altri. Per vantaggi emotivi, sviluppo ulteriore dell’intelligenza
e della parola, per il tipo di relazioni che instaura sul
piano delle relazioni sociali concomitanti o successive agli
esiti dello scrivere.
Ho sperimentato che raccontarsi
significa scoprire come “fondative” cose che prima ritenevo
banali e prive di valore. Ho scoperto l’importanza di mettersi
in ascolto di sé per prendersi cura della propria vita … e
il nome di Melete, dato da Esiodo a Mnemòsine lo conferma;
per posare lo sguardo sulla propria vita con sollecitudine,
rispetto, responsabilità e … desiderio: non si può iniziare
a scrivere l’autobiografia se non si entra nel ricordo con
desiderio.
Nelle identità violate dal tempo,
dalla società, dalla malattia si aprono spazi di recupero
narrativo, per trovare una propria identità, per essere, magari,
al modo di Nannetti, un ingegnere minerario aeronautico. La
possibilità dell’esercizio dell’orientamento narrativo, in
qualunque forma e in qualunque modo, diventa allora più che
un supporto, un aiuto, una particolare tipologia di relazione
d’aiuto un diritto, il diritto ad esistere, il diritto alla
narrazione, al racconto.
Cooperare per scoprire l’anima,
il senso, l’universale comune, le particolarità che non sono
soltanto delle singolarità ma toccano ora l’uno ora l’altro
anche se in maniera differente. Ed è proprio per queste differenze
che abbiamo la parola che tra-duce, tra-sporta all’Altro che
è anche l’Io. Vi pare poco?
Il foglio scritto non è solo
più foglio; la parola lasciata come una foglia d’autunno si
allontana dalla sua materia ed è simbolo di altro che ha bisogno
dell’immaginazione per dare forma ed espressione a ciò che
l’anima umana partorisce nell’incontro; perchè la poesia è
incontro tra l’impersonale e il personale e l’immaginazione
nutre tutto ciò col fuoco della passione e dell’amore per
il non progettato, il non ancora creato, per tutto ciò che
deve avvenire e si deve individuare.
Questo incontro fra eroi cavallereschi
e personaggi sacri è interessante per le ricerche mitologiche.
Come Drona, nel Mahabharata, Lancillotto è un personaggio
ambiguo. Nato da una progenie sacra, si comporta senz'altro
da guerriero e da re e otterrà per questa ragione, al termine
del suo percorso e-ducativo, uno statuto molto particolare
alla Corte di re Artù, diventando praticamente un suo pari.
Così il mito di Estia è doppiamente
un mito: come ogni mito, dice con racconti leggendari ciò
che non può essere detto con un discorso ragionato, ma non
parlando direttamente di Estia, racconto non dicendo. Parla
senza parlare.
E’ solo dentro la comunità, la
realtà di tutti i giorni, dove l’abitare non sempre corrisponde
al vivere e all’appartenere, e lì, lontani esclusivamente
dai servizi di cura, forse è possibile evitare lo stigma per
ricominciare a riconoscersi come individui. La questione fondamentale
riguarda sempre l’intreccio tra l’individuo e la comunità
e/o società (la politica) e quindi l’organizzazione dei servizi,
al senso di come è possibile intervenire e curare.
Rendere la natura della narrazione
autobiografica un “evento in process”, come pure la scrittura
di sé un “project work”, potrebbe diventare un passaggio fondamentale
per l’(auto)affermazione e la realizzazione del narratore
in qualità di autentico artefice di un proprio progetto di
vita, pienamente abitata, dove la principale risorsa motivazionale
utilizzata costituisce al tempo stesso l’evidenza del successo
dell’esito atteso e la prova fondamento oggettivo di un incentivante
e autogestito investimento autopieutico di sé.
Orazio Maria Valastro
Gli articoli proposti sono stati selezionati tra i contributi editoriali pubblicati in proprio dall’Associazione di volontariato “Le Stelle in Tasca”, dei volumi e opuscoli a tiratura limitata che hanno animato un progetto editoriale di edizioni fuori commercio, destinate essenzialmente agli associati e condivise con gli attori sociali del territorio coinvolti nelle attività promosse. L’Associazione e gli Autori ne autorizzano la pubblicazione, nel quarto numero trimestrale del 2007 della rivista elettronica m@gm@, facendo assegnamento sulla politica del libero accesso tutelata da questo strumento editoriale, per condividerli con un pubblico più vasto di lettori. I testi sono un omaggio degli autori verso i quali rinnoviamo la nostra gratitudine per aver sostenuto il progetto associativo, sensibilizzando il territorio e rendendolo partecipe nel condividere i principi pedagogici di un’etica della narrazione e della scrittura di sé.
Duccio Demetrio
Non è poco che la scrittura, più di ogni altra modalità narrativa, ci consenta di fissare il “mondo della vita” cui apparteniamo o che abbiamo abitato nelle stagioni dell’esistenza: sempre al singolare. Di avvertirci persone, unici, nel moto amanuense dello scrivere. E, inoltre, ci invita ad intraprendere un metodo specifico, quello appunto della scrittura autobiografica, incomparabile rispetto ad altri. Per vantaggi emotivi, sviluppo ulteriore dell’intelligenza e della parola, per il tipo di relazioni che instaura sul piano delle relazioni sociali concomitanti o successive agli esiti dello scrivere.
Antonio Zulato
Ho sperimentato che raccontarsi significa scoprire come “fondative” cose che prima ritenevo banali e prive di valore. Ho scoperto l’importanza di mettersi in ascolto di sé per prendersi cura della propria vita … e il nome di Melete, dato da Esiodo a Mnemòsine lo conferma; per posare lo sguardo sulla propria vita con sollecitudine, rispetto, responsabilità e … desiderio: non si può iniziare a scrivere l’autobiografia se non si entra nel ricordo con desiderio.
Federico Batini
Nelle identità violate dal tempo, dalla società, dalla malattia si aprono spazi di recupero narrativo, per trovare una propria identità, per essere, magari, al modo di Nannetti, un ingegnere minerario aeronautico. La possibilità dell’esercizio dell’orientamento narrativo, in qualunque forma e in qualunque modo, diventa allora più che un supporto, un aiuto, una particolare tipologia di relazione d’aiuto un diritto, il diritto ad esistere, il diritto alla narrazione, al racconto.
Marina Moretti - Augusto Debernardi
Cooperare per scoprire l’anima, il senso, l’universale comune, le particolarità che non sono soltanto delle singolarità ma toccano ora l’uno ora l’altro anche se in maniera differente. Ed è proprio per queste differenze che abbiamo la parola che tra-duce, tra-sporta all’Altro che è anche l’Io. Vi pare poco?
Ferdinando Testa
Il foglio scritto non è solo più foglio; la parola lasciata come una foglia d’autunno si allontana dalla sua materia ed è simbolo di altro che ha bisogno dell’immaginazione per dare forma ed espressione a ciò che l’anima umana partorisce nell’incontro; perchè la poesia è incontro tra l’impersonale e il personale e l’immaginazione nutre tutto ciò col fuoco della passione e dell’amore per il non progettato, il non ancora creato, per tutto ciò che deve avvenire e si deve individuare.
Georges Bertin
Questo incontro fra eroi cavallereschi e personaggi sacri è interessante per le ricerche mitologiche. Come Drona, nel Mahabharata, Lancillotto è un personaggio ambiguo. Nato da una progenie sacra, si comporta senz'altro da guerriero e da re e otterrà per questa ragione, al termine del suo percorso e-ducativo, uno statuto molto particolare alla Corte di re Artù, diventando praticamente un suo pari.
Magalì Humeau
Così il mito di Estia è doppiamente un mito: come ogni mito, dice con racconti leggendari ciò che non può essere detto con un discorso ragionato, ma non parlando direttamente di Estia, racconto non dicendo. Parla senza parlare.
Giuseppe Biagi
E’ solo dentro la comunità, la realtà di tutti i giorni, dove l’abitare non sempre corrisponde al vivere e all’appartenere, e lì, lontani esclusivamente dai servizi di cura, forse è possibile evitare lo stigma per ricominciare a riconoscersi come individui. La questione fondamentale riguarda sempre l’intreccio tra l’individuo e la comunità e/o società (la politica) e quindi l’organizzazione dei servizi, al senso di come è possibile intervenire e curare.
Salvatore Squillaci
Rendere la natura della narrazione autobiografica un “evento in process”, come pure la scrittura di sé un “project work”, potrebbe diventare un passaggio fondamentale per l’(auto)affermazione e la realizzazione del narratore in qualità di autentico artefice di un proprio progetto di vita, pienamente abitata, dove la principale risorsa motivazionale utilizzata costituisce al tempo stesso l’evidenza del successo dell’esito atteso e la prova fondamento oggettivo di un incentivante e autogestito investimento autopieutico di sé.