Scritture relazionali autopoietiche
Orazio Maria Valastro (a cura di)
M@gm@ vol.5 n.4 Ottobre-Dicembre 2007
ATELIERS DELL'IMMAGINARIO AUTOBIOGRAFICO
Orazio Maria Valastro
valastro@analisiqualitativa.com
Presidente Osservatorio dei Processi
Comunicativi, Associazione Culturale Scientifica (www.analisiqualitativa.com);
Dottorando di Ricerca all'IRSA-CRI (Institut de Recherches
Sociologiques et Anthropologiques - Centre de Recherches sur
l'Imaginaire) presso l'Università degli Studi ''Paul Valéry''
di Montpellier; Laureato in Sociologia (Università degli Studi
René Descartes, Parigi V, Sorbona); Fondatore, Direttore Editoriale
e Responsabile della rivista "m@gm@"; Sociologo e Libero Professionista, Studio
di Sociologia Professionale (Catania).
Un
percorso in divenire
Gli articoli proposti sono stati selezionati tra i contributi
editoriali pubblicati in proprio dall’Associazione di volontariato
“Le Stelle in Tasca”, dei volumi e opuscoli a tiratura limitata
che hanno animato un progetto editoriale di edizioni fuori
commercio, destinate essenzialmente agli associati e condivise
con gli attori sociali del territorio coinvolti nelle attività
promosse. L’Associazione e gli Autori ne autorizzano la pubblicazione,
nel quarto numero trimestrale del 2007 della rivista elettronica
m@gm@, facendo assegnamento sulla politica del libero accesso
tutelata da questo strumento editoriale, per condividerli
con un pubblico più vasto di lettori. I testi sono un omaggio
degli autori verso i quali rinnoviamo la nostra gratitudine
per aver sostenuto il progetto associativo, sensibilizzando
il territorio e rendendolo partecipe nel condividere i principi
pedagogici di un’etica della narrazione e della scrittura
di sé. Alcuni di loro rappresentano delle realtà significative
per il territorio di appartenenza dell’Associazione - la cooperazione
sociale per sostenere le persone emarginate, i servizi socio-educativi
alla comunità, la cura e l’inserimento lavorativo nell’ambito
del disagio sociale e relazionale - partecipando alle esperienze
realizzate.
L’esperienza degli ateliers dell’immaginario autobiografico,
orientata da una finalità principale, favorire l’interazione
dei soggetti più deboli della nostra comunità con il contesto
territoriale nel quale si configurano dei vissuti segnati
dal disagio sociale ed emotivo, possiamo ricondurla a tre
tematiche cardine delle attività sociali di questi anni.
1) Animare un volontariato autobiografico
come risorsa e opportunità per la comunità locale, promuovendo
le pratiche narrative e autobiografiche;
2) fare l’esperienza della funzione pedagogica dell’immaginario
per evocare ciò che non può essere narrato con un discorso
ragionato, situandoci in una nuova e rinnovata possibilità
e opportunità di ascolto sensibile di sé e degli altri;
3) valorizzare le narrazioni di sé, suscitate
all’interno di percorsi strutturati di gruppo, come
patrimonio sociale da salvaguardare, elemento cardine
e sostegno di nuove consapevolezze condivise con gli attori
più significativi dei contesti sociali nel quale sono prodotte.
E’ un percorso collettivo ancora in divenire che pone una
questione sostanziale, oggetto di un prossimo volume dei quaderni
di m@gm@ dove presentare in modo approfondito l’esperienza
degli ateliers dell’immaginario autobiografico: la scrittura
autobiografica, manifestandosi come ermeneutica di sé, medium
di appropriazione di un processo di trasformazione, sollecita
un’ermeneutica dell’altrove come medium di accesso al mito
ed all’immaginario, alle funzioni dell’immaginario simbolico
e sociale nella narrazione e nella scrittura di sé, forma
a priori della speranza e spazio per reincantare se stessi
e il mondo[1].
1) Volontariato Autobiografico
Le pratiche narrative e autobiografiche favoriscono un processo
di cura inteso come inedita possibilità di pensare se stessi
e la propria storia, avere cura di sé e della propria esistenza.
L’esistenza è apertura verso il mondo e gli altri, ed il rapporto
tra l’uomo e le cose del mondo, tra l’uomo e gli altri, è
pertanto un prendersi cura delle cose e aver cura degli altri.
Accompagnando se stessi e gli altri a prendersi cura della
propria esistenza, possiamo sostenere un processo di attenzione
per la nostra storia di vita, per la realizzazione di sé.
Fare esperienza della narrazione e della scrittura di sé in
uno spazio strutturato, un atelier autobiografico, ci aiuta
a riconoscere e svelare la nostra intelligenza emozionale,
ci prepara ad ascoltare le nostre emozioni, quelle emozioni
che ci accompagnano e di cui diveniamo consapevoli durante
la nostra crescita, quelle emozioni che accompagnano altresì
lo sviluppo della nostra personalità, la nostra progettualità
ed il nostro agire alle prese con la nostra capacità cognitiva
e la nostra stessa immaginazione.
Un percorso autobiografico diventa in questo senso un apprendimento
esperienziale, riconoscendo alle persone un ruolo fondamentale,
il ruolo di attore principale di un percorso formativo che
valorizza e riconosce la cittadinanza alla riflessione sull’esperienza
personale, sul proprio vissuto. Le pratiche autobiografiche
promuovono in questo senso un’auto coscienza trasformativa,
una capacità di essere nel mondo e al di là del mondo, trasformano
la nostra storia in oggetto di pensiero, permettendoci di
prenderci cura di noi stessi e degli altri.
Il progetto formativo per dare vita ad un volontariato autobiografico,
dei volontari che operino per restituire e riconoscere all’arte
autobiografica il ruolo che gli compete nel re-incantare noi
stessi e il mondo, diventa esercizio concreto dell’esistenza,
elaborazione di un pensiero sulla vita in grado di generare
solidarietà e reciprocità, sentimenti fondati sulla reciproca
conoscenza di sé e degli altri.
2) Pedagogia dell'immaginario
Fare esperienza della narrazione e della scrittura di sé sollecitando
una pedagogia dell’immaginario, sostenendo una riconquista
mitopoetica del senso della nostra esistenza, ci permette
di riconoscere il valore del mito e dell’immaginario, sollecitando
una poetica della parola e della memoria che generi una ristrutturazione
interna di sé al di là di qualsiasi separazione tra ragione
sensibile e razionale, ricomponendo una nuova sintesi che
diventa coscienza rinnovata di sé.
Prendendo coscienza dell’alterità delle costellazioni immaginarie
in un percorso strutturato di gruppo, favoriamo un’esperienza
diretta della funzione dinamica della struttura delle immagini
che ci aiuta a riequilibrare la nostra visione del mondo,
sperimentando inoltre quella funzione fantastica delle immagini
dove risiede la speranza di migliorare la condizione delle
donne e degli uomini[2].
Questa esperienza sollecita una pratica dell’immaginario promuovendo
una comprensione dell’alterità delle immagini e della necessità
del loro equilibrio, per acquisire una coscienza rinnovata
di sé e degli altri rinnovando la nostra visione dell’esistenza.
Elaborando e condividendo delle rappresentazioni mito drammatiche
accediamo al nostro universo mitico, figurazione di problematiche
esistenziali che condividiamo con gli altri ed il mondo, favorendo
un processo creativo sostenuto dalla funzione socializzante
dell’immaginario. Attraverso una comunicazione del profondo,
favorita dal linguaggio delle immagini, sollecitiamo la parola
e la scrittura alla ricerca di significati sulla nostra esistenza
da condividere con gli altri, integrando un lavoro introspettivo
che incoraggia la relazione. Quest’apertura verso la dinamica
della simbolica delle immagini concilia una molteplicità di
vissuti ed esperienze esistenziali, favorendo uno scambio
ed una interazione rispetto a quello che proviamo. La scrittura
di sé inizia allora a prendere forma da una ricerca che integra
le nostre percezioni dell’esistenza, dove le scritture relazionali
problematizzano le storie personali e facilitano una ricomposizione
di sé, un processo di apertura e decentramento di sé, facendo
praticare la differenza e la ricomposizione dell’alterità
delle visioni del notro divenire.
3) Il Territorio
Il pensiero autobiografico favorisce una presenza consapevole
a se stessi e al mondo, diventando in questo senso un esercizio
concreto dell’esistenza, elaborazione e generazione di un
pensiero sulla vita in grado di generare solidarietà e reciprocità,
sentimenti fondati sulla consapevolezza di un riconoscimento
di sé e dell’altro. Le pratiche autobiografiche sono pertanto
un’opportunità, attraverso la realizzazione di percorsi strutturati
di autoformazione esperienziale ed esistenziale, per la diffusione
di una biopolitica dal basso, il potere di essere se stessi,
di autorizzarsi ad evocare il passato e riscrivere il proprio
futuro. La narrazione e la scrittura di sé facilitano l’acquisizione
di una maggiore consapevolezza della propria storia di vita,
sostenendo la capacità di progettarsi nel mondo e nella relazione
con gli altri e le cose del mondo.
Questo si traduce, in pratica, a non considerare il nostro
ruolo come determinato da un agire diretto a colmare delle
insufficienze o rispondere unicamente a dei bisogni: dobbiamo
restituire agli individui e alle comunità la capacità virtuale
e potenziale di desiderare, di prendere in mano il proprio
destino. E’ questa la capacità che dobbiamo riuscire a conquistare
per restituire la parola e includere una molteplicità di vissuti
e di linguaggi all’interno di processi di gestione partecipata
della vita quotidiana. Dei processi partecipati che riconoscano
e promuovano autonomie consapevoli e comunità educanti in
grado di coniugare parole educative e soggetti esistenziali,
restituendo agli individui e alle comunità la capacità virtuale
e potenziale di organizzare e gestire consapevolmente la propria
condizione ed esistenza[3].
E’ necessario pensare in termini d’interazione tra risorse
in seno alla comunità, promuovendo un possibile cambiamento
delle regole del contesto nello scambio tra soggetti deboli
e forti come portatori di risorse in un sistema di reti che
li metta al centro in quanto persone: persone dotate di una
storia, cui deve essere riconosciuta una completa cittadinanza.
Un’estetica dell’esistenza, promotrice d’inedite interazioni
dei soggetti più deboli con le nostre comunità[4],
sollecita la comunità a riconoscersi nella scrittura di sé
come forma di resistenza alla depoetizzazione del mondo, accettando
l’altro come risorsa e opportunità, come soggetto in grado
di riequilibrare la nostra visione della società, di noi stesse
e del mondo.
NOTE
1] Questione fondante il
progetto di Dottorando di Ricerca, "Narrazione di sé e immaginario
sociale: biografia e mito biografia nella creazione auto poietica
di sé", diretto da Martine Xiberras, che sviluppo presso l'IRSA-CRI
(Institut
de Recherches Sociologiques et Anthropologiques - Centre de
Recherche sur l'Imaginaire), Università degli Studi "Paul
Valéry" di Montpellier.
2] Orazio Maria Valastro,
"Salute e funzione fantastica delle immagini" in O.M. Valastro
(a cura di), Salute
mentale e immaginario nell'era dell'inclusione sociale,
Roma, Aracne (I Quaderni di M@gm@), 2008, 168 p.
3] Orazio Maria Valastro,
"Pedagogia relazionale e approccio transversale" in Paolina
Mulè e Letterio Todaro (a cura di), Le prospettive della pedagogia:
dalla riflessione teorica all'impegno sociale, Convegno Nazionale,
Dipartimento dei Processi Formativi, Università degli Studi
di Catania, 4-6 Novembre 2004, Catania, I Problemi
della Pedagogia, rivista fondata da Luigi Volpicelli,
vol.3-4, 2005, p. 415-427
4] Orazio Maria Valastro,
"Immaginario, narrazione e scrittura di sé: le pratiche narrative
come spazio transizionale e luogo dell'immaginario per reincantare
se stessi e il mondo" in Federico Batini (a cura di), Narrazione
ed empowerment, p. 18-40, Arezzo, Editrice
Zona, 165 p
SITOGRAFIA
Le Stelle in Tasca Associazione di Volontariato
Pratiche narrative, Scritture di sé, Immaginario sociale,
Volontariato autobiografico
www.lestelleintasca.org
BIBLIOGRAFIA
Ateliers dell’Immaginario Autobiografico
O.M. Valastro (a cura di), Fare
esperienza della scrittura di sé, Catania, Associazione
Le Stelle in Tasca, Con la partecipazione del Centro Servizi
Volontariato Etneo, novembre 2007
O.M. Valastro (a cura di), Atelier
dell'immaginario autobiografico, Catania, Associazione
Le Stelle in Tasca, Con la partecipazione del Centro Servizi
Volontariato Etneo, novembre 2006, 122 p.
Recensione di Danila Allegra, m@gm@, vol.5 n.3, settembre-dicembre,
2007
O.M. Valastro (a cura di), Mappa
simbolica percorsi esistenziali: proposta per raccontarsi
in gruppo, Catania, Associazione Le Stelle in Tasca, Con
la partecipazione del Centro Servizi Volontariato Etneo, novembre
2006
O.M. Valastro (a cura di), Nautilus,
poesie, racconti, immaginario, Catania, Associazione Le
Stelle in Tasca, marzo 2006, 106 p.
Recensione di Marina Brancato, m@gm@, vol.5 n.1, gennaio-marzo,
2007
Collana Narrazioni e Scritture di Sé
Danila Allegra, Con
una mano sul petto, Catania, Associazione Le Stelle in
Tasca, Con la partecipazione del Centro Servizi Volontariato
Etneo, novembre 2007
Antonino Maria Santi Valastro, Attraversando
la semplicità, Catania, Associazione Le Stelle in Tasca,
giugno 2007
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