Communauté et relations sociales
Nicola Cavalli - Oscar Ricci - Elisabetta Risi (sous la direction de)
M@gm@ vol.4 n.1 Janvier-Mars 2006
LA BLOGOSFERA: UN ESEMPIO DI COMUNITÀ VIRTUALE? [1]
Alessandra Micalizzi
alessandra.micalizzi@iulm.it
Dottoranda in Comunicazione e
Nuove tecnologie (XX ciclo) presso la Libera Università di
Lingue e Comunicazione IULM; collabora a attualmente con l’Istituto
di Comunicazione della suddetta Università.
Valentina Orsucci
valentina.orsucci@iulm.it
Dottoranda in Comunicazione e
Nuove tecnologie (XX ciclo) presso la Libera Università di
Lingue e Comunicazione IULM; collabora a attualmente con l’Istituto
di Comunicazione della suddetta Università.
1.
Introduzione
Non esiste ancora un’unica definizione di comunità virtuale,
né un pieno accordo sulla correttezza dell’utilizzo del termine
“comunità” per indicare realtà così effimere e instabili quali
sono per natura i fenomeni connessi alla rete. Nonostante
ciò, sono già numerosi gli studi, compreso quello che qui
proponiamo, che si pongono l’obiettivo di capire se un determinato
fenomeno annesso ad Internet possa essere considerato una
forma di “comunità virtuale”, alla luce delle definizioni
che di tale realtà sono state proposte da Rheingold (1993)
in poi.
L’obiettivo del nostro contributo è quello di provare a definire
la “Blogosfera” rispetto al concetto di comunità virtuale.
Precisiamo innanzitutto la nostra forte intenzione di rispettare
l’essenza della Blogosfera quale realtà complessa, in termini
di struttura interna ma soprattutto di significati ad essa
associati; non andremo quindi alla ricerca disperata di una
definizione semplice e netta che, per quanto utile, risulterebbe
necessariamente forzata o riduttiva. Prenderemo invece in
considerazione gli elementi peculiari e ricorrenti nelle varie
definizioni di comunità virtuale che nel tempo sono state
proposte, per verificare quanto e come ognuno di essi si adatti
a descrivere la Blogosfera, per poi proporre una sua differente
collocazione concettuale.
Vedremo infatti come il Mondo-blog sia, contemporaneamente,
qualcosa di più e qualcosa di meno rispetto a una comunity,
una realtà al tempo stesso sociale e prettamente individuale,
che necessita, per essere compresa e quindi studiata, di una
peculiare e distintiva collocazione semantica.
La nostra proposta interpretativa trae spunto dai risultati
di una ricerca scientifica sul fenomeno dei blog personali
in Italia, condotta dall’Istituto di Comunicazione dell’Università
Iulm di Milano, e avente l’obiettivo di indagare il ruolo
di questa particolare forma di narrazione virtuale nella costruzione
dell’identità. Per condurre tale studio sono stati utilizzati
strumenti sia di tipo quantitativo che qualitativo. In modo
particolare, grazie alla collaborazione di Splinder, è stato
possibile raccogliere più di 600 questionari, compilati in
modalità CAWI; per indagare motivazioni, atteggiamenti e vissuti
sono state invece condotte 27 interviste in profondità via
e-mail e 5 focus group tradizionali. Di tutto il materiale
raccolto, in questo contributo si prendono in considerazione
solo quello relativo all’argomento Blogosfera, rimandando
altrove (Micalizzi, in corso di pubblicazione) per i risultati
dell’intera ricerca.
Trattandosi di uno studio focalizzato sui blog personali-identitari,
esso dà un’immagine inevitabilmente parziale della ricca ed
eterogenea realtà blog. Ciononostante, riteniamo che l’utilizzo
dello sguardo dell’autore come punto di vista elettivo per
la percezione della Blogosfera può far emergere spunti interpretativi
interessanti e generalizzabili.
Le considerazioni qui presentate verteranno, infatti, soprattutto
sulle riflessioni sul Mondo-blog proposte dai blogger stessi
e sui loro personali racconti. Durante le interviste e i focus
group, infatti, abbiamo chiesto ad alcuni soggetti di descrivere
la Blogosfera, attraverso l’uso di metafore e di test proiettivi,
per capire a quale universo simbolico e a quale sfera di significati
essa fa riferimento. Oltre a ciò, abbiamo raccolto i racconti
delle loro personali esperienze, per comprendere il modo in
cui essi vivono e percepiscono la propria soggettiva presenza
all’interno di questo ambiente virtuale. Cercheremo in questo
modo di capire la Blogosfera non dal punto di vista di chi
la studia ma da quello privilegiato di chi la vive e può per
questo definirla, raccontarla e comprenderla meglio di qualunque
analista.
2. La Blogosfera come nuova realtà della Rete
Prima di entrare nel merito della relazione tra comunità virtuali
e Mondo-blog occorre definire il concetto di blogogsfera e
rapportarlo al suo contesto: la rete intesa come nuovo ambiente
di relazione sociale.
“Blogosfera” è un neologismo ereditato dalla lingua inglese,
utilizzato per indicare l’insieme dei blog che occupano la
rete; l’assonanza con il termine biosfera è, secondo Wikipedia,
probabilmente riconducibile alla sua struttura reticolare
di interconnessioni. Come è accaduto per molte altre parole,
anche “Blogosfera” entra nell’uso corrente solo successivamente
all’affermazione diffusa del fenomeno da esso denotato, allorché
i blog diventano emblematica espressione di una delle grandi
rivoluzioni di Internet. De Kerckhove individua tre momenti
salienti nella storia dell’evoluzione della rete: il primo
è costituito dalla nascita di Mosaic, un’interfaccia più usabile
rispetto a quelle allora esistenti, che ha consentito l’apertura
di Internet al world wide; il secondo è rappresentato dall’istituzione
di yahoo, che segna la nascita di nuovi strumenti di ricerca
nel sistema telematico, mentre l’ultimo è contrassegnato dall’avvento
dei weblog (De Kerckhove 2005). L’originalità di questo contributo
risiede proprio nella definizione del blog come “la creatura
più matura del web”, che per la sua natura al tempo stesso
intima e relazionale può essere considerata una “nuova tecnopsicologia”
(De Kerckhove, 2005).
Già da queste poche righe è possibile cogliere gli elementi
discriminanti la Blogosfera rispetto ad altre realtà della
rete: “punto di incontro tra network sociali e network tecnologici,
(la Blogosfera è) una rete di interazioni intellettuali dirette
e navigabili, risultato dell’apporto gratuito, aperto e verificabile
delle conoscenze e delle opinioni di molte persone su argomenti
di interesse generale e in tempo pressocché reale” (De Kerckhove,
2005).
Nell’ambito degli studi sociologici e psicologici sulla rete,
il concetto di network è stato più volte menzionato come chiave
di lettura particolarmente idonea a descrivere le interazioni
attraverso il web. Internet infatti, definita da Castells
(2001) “the fabric of our lives”, rappresenta “una nuova forma
di organizzazione sociale (…), che porta a nuove pratiche
di espressione del sé e di socializzazione mediate dalla tecnologia”
(Pizzoleo, 2004). La dimensione identitaria e quella relazionale
rappresentano due aspetti determinanti dell’internauta anche
all’interno della Blogosfera, declinati secondo le caratteristiche
proprie di tale ambiente telematico. Proprio per questo, gli
studiosi che si sono avvicinati al tema Blogosfera hanno spesso
cercato di rintracciare in essa le declinazioni possibili
della rappresentazione del sé e dei processi di socializzazione.
In particolare, volendo dare un ordinamento cronologico agli
studi sinora condotti sul Mondo-blog, possiamo individuare
tre step differenti, sulla base degli aspetti investigati.
Le tre grandi aree di studio sono:
1) definizione dell’unità di analisi (il blog) e individuazione
delle sue caratteristiche;
2) ricostruzione socio-demografica della popolazione blogger;
3) analisi delle dinamiche psico-sociali interne alla Blogosfera.
I primi contributi si sono concentrati sulle definizioni di
blog come contesti distinti da altre realtà elettroniche,
come per esempio le pagine personali. In questa direzione
ricordiamo il contributo di Mortesen e Walzer (2002), che
riconoscono nel blog essenzialmente tre qualità: la frequenza
di aggiornamento del contenuti, la brevità e la “personality”,
che potremmo tradurre come personalizzazione e intimità. Definizioni
così ampie sono prova della complessità e dell’eterogeneità
del fenomeno, tanto da indirizzare molti studiosi a ricercare
forme di classificazione dei weblog sulla base di criteri
prestabiliti. È questo il caso di chi ha proposto suddivisioni
dei diari elettronici in base al tema sviluppato al suo interno.
Un recente studio (Shaap, 2005), ad esempio, ha proposto la
suddivisione della Blogosfera in due grandi famiglie di blog:
i linklog, il cui obiettivo finale è la condivisione di informazioni,
a prescindere dal tema trattato, e i lifelog, che hanno come
contenuto pregnante le esperienze personali dell’autore.
Su un secondo piano possiamo collocare le ricerche finalizzate
alla ricostruzione delle possibili caratteristiche socio-demografiche
dei blogger e quindi della Blogosfera come contesto sociale.
In questi studi ricorrono nuovamente aggettivi come varietà
ed eterogeneità, a dimostrare ancora una volta la complessità
di tale fenomeno. Un esempio di questo genere ci è offerto
dallo studio proposto da Rosenbloom (2004), il cui obiettivo
è fornire una descrizione dettagliata della popolazione, più
che riflettere sul tipo di relazione generata dall’interazione
attraverso i blog.
Gli studi più recenti tendono infine a focalizzare l’attenzione
sulle dinamiche interne alla Blogosfera, utilizzando tecniche
di network analysis per tracciare delle morfologie più chiare
del Mondo-blog come contesto di interazione. E’ in questo
ambito che nasce e si sviluppa il dibattito sulla possibile
interpretazione della Blogosfera come forma di comunità virtuale.
Lo studio di Kumar e collaboratori (2004), ad esempio, propone
di descrivere la Blogosfera attraverso una struttura a grappolo,
in cui ciascun cluster è funzione di tre variabili: la condivisione
di interessi tra i blogger, l’ età degli autori e il luogo
geografico di connessione. In particolare, gli studiosi ipotizzano
l’esistenza di una vera e propria “cultura della Blogosfera”.
Questa trova la sua espressione nell’ambito delle interazioni
all’interno di piccole “comunità” composte da un numero contenuto
di blogger che va da 3 a 20, i quali vivono in luoghi geograficamente
vicini. La “traccia” fisica della comunità di blogger è data
dallo scambio di commenti e link attorno a un particolare
interesse.
Anche Granieri, in linea con l’interpretazione di De Kerckhove
dei blog come “spazio di informazione condivisa”, riconosce
nella Blogosfera una struttura molecolare organizzata attorno
a dei “nodi”, definiti “piccoli mondi…in cui le relazioni
di influenza tra le persone assumono caratteristiche ben definite”
(Granieri, 2005). Il principio ordinatore di ciascun nucleo
è il tema o l’interesse comune su cui si condividono informazioni.
La morfologia e la composizione di queste microstrutture variano
in funzione del criterio scelto per l’individuazione dei nodi
centrali: ogni blog potrà essere al centro del nucleo o in
una posizione periferica, in base al tema che si prende in
considerazione e allo specifico contributo che questo offre.
Il caso emblematico proposto da Granieri è quello del blog
di Luca Sofri, avente il ruolo di star nel contesto delle
breaking news ed invece quello di fan nel cluster su un argomento
musicale (Granieri, 2005).
Nella Blogosfera trova espressione l’individuo connettivo
di de Kerckhove, che “si esprime in rete guidato dal bisogno
o dal desiderio di rendersi partecipe e di rendere partecipi
gli altri delle proprie esperienze e delle proprie conoscenze”
(Pizzoleo, 2004). La centralità del contributo individuale
e del ruolo attivo dell’autore permettono di riconoscere nel
Blogspace il processo di auto-socializzazione (Morcellini,
1992), che è manifestazione, oltre che dei bisogni individuali
della tarda modernità, anche delle peculiarità stesse della
rete.
3. Confronto fra definizioni
Nelle prossime pagine cercheremo di focalizzare l’attenzione
sulle caratteristiche distintive del Mondo-blog, partendo
dagli elementi definitori del concetto di comunità virtuale,
senza naturalmente tralasciare i numerosi punti di contatto
esistenti fra queste due complesse realtà. Gli aspetti sui
quali abbiamo concentrato le nostre riflessioni sono quelli
più ricorrenti e dibattuti nelle trattazioni sulle comunità
virtuali: la presenza di interessi comuni, la despazializzazione,
la stabilità dei legami e, strettamente connesso a ciò, l’esistenza
di una memoria della comunità.
Le community rappresentano sostanzialmente l’evoluzione moderna
delle comunità tradizionalmente intese: per sviluppare un
parallelo fra le comunità virtuali e la Blogosfera sarà pertanto
necessario fare riferimento al confronto fra comunità “reali”
e comunità “virtuali”, dal quale ha avuto origine la definizione
stessa di comunità virtuale.
4. Presenza di interessi comuni
Le community nascono e si sviluppano attorno ad un interesse
comune: questo è un primo importante elemento che distingue
le comunità virtuali da quelle reali. Mentre le comunità tradizionali
nascevano e si mantenevano “per natura”, sulla base di una
reciproca comprensione precedente e preesistente rispetto
a qualunque accordo o disaccordo (Galimberti, 1999 cit in
Giaccardi, 2003), le comunità virtuali si fondano su un insieme
di persone che si incontrano nel cyberspazio per condividere
un interesse. Ferri dice in merito: “la comunità della rete
è costituita da membri che condividono un forte interesse
e che condividono, più o meno volontariamente o coscientemente,
le medesime esperienze” (1999). Come suggerisce Virilio (2001),
la comunanza di interessi è proprio ciò che ha sostituito
il “legame di sangue” che teneva un tempo unite le comunità.
Certamente la Blogosfera non si fonda su un legame di sangue,
né nasce per natura. E gli studi citati in precedenza mettono
in evidenza la centralità della condivisione di un interesse
nelle microstrutture interne alla Blogosfera. Ma, allargando
lo sguardo al contesto più generale, sembra difficile potere
cogliere un unico filo conduttore che tiene insieme i weblog,
a causa dell’eterogeneità dei contenuti condivisi fra i blogger
e di quelli sviluppati all’interno di ciascun diario in rete.
È evidente che questo genere di riflessione calza maggiormente
per i blog identitari, al cui centro vi è l’autore, più che
un tema specifico. In questa particolare tipologia di blog,
infatti, il focus è spostato dal contenuto in esso trattato
alla valenza personale del contributo offerto dal singolo
autore; per questo, riteniamo di poter affermare che la Blogosfera
non si fondi necessariamente su una comunanza di interessi
o di esperienze. L’essenza stessa della Mondo-blog è rappresentata
dall’eteorgeneità e dalla varietà di interessi, passioni,
esperienze e gusti che in essa trovano spazio d’espressione;
non a caso, un elemento fortemente sottolineato dagli intervistati
è proprio l’istanza della Blogosfera come mondo parallelo,
in cui trovare tutto e il suo contrario. La forza del Mondo-blog,
che costituisce anche in parte il motivo del suo grande successo,
risiede proprio nella possibilità di ospitare persone fra
loro molto diverse, e di offrire possibilità di incontro e
di condivisione altrimenti difficili.
“La Blogosfera è un centro commerciale enorme formato da persone
di vario genere”:
“Ogni blogger è una cellula a sé….se tu vedessi i nostri blog
(dei presenti al focus group, ndt) avresti 7 blog diversi,
perché siamo diversi….splinder è il corpo, composto da diverse
cellule che comunicano, ma che hanno funzioni diverse”.
Analizzando più approfonditamente i racconti degli intervistati,
emerge in effetti un forte senso di appartenenza e di condivisione
comune ai blogger. A differenza delle community, però, questo
va individuato in una pratica, e non nel suo contenuto. Anche
la Blogosfera rappresenta quindi una realtà a cui si sente
dal profondo di appartenere, ma in questo caso si tratta di
un riconoscimento di ruolo e di pratica espressiva, più che
di un’appartenenza per interessi. La rete crea nuovi ruoli
sociali: accanto all’aristocratico, il borghese ecc… esiste
oggi anche l’”uomo virtuale” (Terzo, 1999) e, aggiungiamo
noi, il blogger. I blogger si riconoscono e formano una rete
sociale perché condividono, e sentono di farlo, questa particolare
forma di espressione e di comunicazione. Tale considerazione
rischia naturalmente di esaurire il suo significato nella
tautologica affermazione che il fondamento della Blogosfera
è essere blogger. In realtà, ciò che vogliamo affermare è
che il senso comunitario della Blogosfera risiede nella condivisione
di una forma di comunicazione che permette l’incontro e soprattutto
il riconoscimento di persone solitamente estranee nella vita
off-line. Ciò che si condivide è quindi il bisogno di comunicazione
e la scelta di uno strumento particolare per soddisfarlo,
che implica una serie di convenzioni e regole in base alle
quale ci si riconosce “blogger”. In questo senso vanno interpretate
le generiche ma numerose definizioni della Blogosfera quale
“mezzo per comunicare o soddisfare il proprio bisogno di comunicazione”.
“Il blog è un strumento per esprimersi. (La Blogosfera è un
luogo) dove nessuno si aspetta niente. Solo esprimere. Attraverso
la creatività dell’html e delle parole. Si chiede solo di
essere sé stessi, nessuno vuole niente da nessuno. Si ha solo
bisogno di comunicare!”:
“La Blogosfera è una giungla apparentemente incomprensibile,
zeppa di liane che pendono da molti alberi. Simili o doversi,
ma tutti abitati da blogger”.
Il senso di appartenenza risiede quindi nel riconoscersi blogger,
che non significa solamente avere una pagina personale in
rete di facile apertura e mantenimento, ma soprattutto avere
voglia e necessità di comunicare, sentire il bisogno di condividere
qualcosa, provare un particolare amore per la scrittura, mantenere
una rete di relazioni attraverso alcune regole ecc…
“Per inciso, anche nella vita normale se uno è un blogger
già parte con qualche punto in più”.
In questa forma di riconoscimento ci sembra di poter in qualche
modo intravedere quella “legge del segreto” a cui fa riferimento
Maffesoli quando afferma che una comunità necessita di qualcosa
che, conosciuta e condivisa solo dai suoi membri, permetta
di racchiudere e delimitare i suoi confini. In questo senso
anche i blogger richiamano quel senso di opposizione noi-loro
che, già secondo Redfield, rendeva peculiare una comunità.
La delimitazione concettuale della Blogosfera non è in questo
caso rappresentata dai confini virtuali della rete (on line/off
line), di un url o di una piattaforma, ma da quelli simbolici
relativi all’essere blogger/non blogger.
Nell’ambito dei più recenti studi sulle comunità virtuali,
in effetti, non si fa esclusivo riferimento alla condivisione
di un interesse: “al di là dei temi contingenti che definiscono
una comunità, la motivazione più forte alla base delle relazioni
virtuali sembra essere quella di condividere emotivamente
i propri vissuti esperenziali” (Pizzoleo, 2004). La condivisione
di sé attraverso la parola scritta, a differenza della comunanza
di interessi, ci sembra poter rappresentare un elemento cruciale
per definire la Blogosfera. Il self sharing è, a nostro avviso,
una pratica che è parte integrante della natura stessa dei
blog [2], per due sostanziali motivi. Da
un lato, l’atto di pubblicazione di rete e la logica reticolare
dei rimandi attraverso i link favorisce la condivisione dei
contenuti raccolti sul blog. Dall’altro, il diario elettronico
si presta alla personalizzazione e al racconto intimistico
da parte dell’autore, più di altri strumenti della rete. I
weblog sono infatti spesso definiti diari in rete, per la
presenza di alcuni elementi, quali l’ordine cronologico, la
dichiarata presenza di un autore, le possibilità di formattazione
del testo che rimandano, almeno per associazione, alla pratica
di scrittura autobiografica. È in questo senso che si può
parlare di presentazione del sé attraverso la rete.
Rifacendoci quindi al contesto della ricerca che si è focalizzata
esclusivamente sui blog personali, possiamo concludere che
la logica della comunione e condivisione all’interno della
Blogosfera si gioca più sul piano psico-relazionale che su
quello dei contenuti. Non è emerso un preciso obiettivo comune
da perseguire o un interesse pregnante attorno a un tema,
quanto il bisogno di condividere esperienze personali, vissuti
ed emozioni.
5. La despazializzazione
Le comunità virtuali sono de-spazializzate e de-corporeizzate,
a differenza di quelle tradizionali dove la condivisione di
uno spazio fisico fa di queste “unità psico-socio territoriali
minime” (Contessa, 1981). Già nel 1995 alcuni autori accostavano
alle comunità tradizionali, definite territoriali, le comunità
a-spaziali (Martini, Sequi, 1995), i cui membri sono liberi
di stringere relazioni e cooperare con soggetti non necessariamente
identificati sulla base della contiguità spaziale (Di Maria,
Lovanco, Cannizzaro, 2002). Questo tipo di comunità è a sua
volta divisibile in due tipologie: sono comunità simboliche
quelle che si fondano sulla condivisione di idee ed opinioni;
vengono definite comunità biopsicologiche, invece, quelle
che si basano su legami di tipo biologico, psicologico o culturale.
Le comunità virtuali chiudono questo lento processo di svincolamento
spazio temporale delle interazioni, collocandosi all’estremo
opposto rispetto a quelle tradizionali, di questo continuum
immaginario.
La virtualità dello spazio delle community, dunque, si sostituisce
al “legame con il suolo”, individuato da Virilio come caratteristica
peculiare delle comunità reali. La virtualizzazione delle
relazioni attraverso la rete ha portato infatti alla sostituzione
della nozione di coordinate spaziali con quella di non-luogo,
ambiente semantico e non spaziale, e all’introduzione del
concetto di tecno-presenza (Di Maria, Lovanco, Cannizzaro
2002), basata “sul bisogno fatico di sapere che il canale
di comunicazione è costantemente aperto, sempre accessibile,
presente anche quando non è direttamente agito” (Pizzoleo,
2004).
Se la despazialità è quindi un elemento generalmente riconosciuto
nelle definizioni di comunità virtuale, esso va utilizzato
con maggiore cautela riferendosi alla Blogosfera. Di certo
il Mondo-blog è, per natura, strettamente legato alla virtualità
della rete. Nella Blogosfera, però, lo spazio assume un ruolo
diverso rispetto a quello che gioca nelle comunità on line,
e non solo per i frequenti incontri off-line fra blogger (tra
l’altro altrettanto frequenti anche fra membri di community).
Abbiamo chiesto agli intervistati di definire e descrivere
la Blogosfera attraverso una metafora, senza specificare a
quale sistema semantico riferirsi. Ebbene, la dimensione spaziale
è stato proprio il criterio più frequentemente utilizzato
dagli intervistati, che vedono il Mondo-blog proprio come
un luogo organizzato e strutturato spazialmente. La Blogosfera
è stata spesso rappresentata metaforicamente come una città,
suddivisa in vari quartieri collegati fra loro da strade e
vicoli, piuttosto che una giungla abitata, secondo le zone,
da animali differenti. Pur trattandosi di un luogo virtuale,
dunque, le categorie e le strutture spaziali attraverso le
quali i blogger definiscono e raccontano la Blogosfera fanno
riferimento alla dimensione spaziale fisicamente e “tradizionalmente”
intesa.
È possibile articolare la riflessione sulla concezione spaziale
della Blogosfera in quattro elementi. Un primo aspetto riguarda
la struttura gerarchicamente organizzata dei micro-aggregati
che compongono la Blogosfera: come è noto, esistono alcuni
blog particolarmente celebri e ritenuti autorevoli (per lo
meno all’interno di questo mondo), i cui autori sono appunto
definiti “blogstar” [3]. Alcuni intervistati
hanno descritto la Blogosfera proprio come uno spazio ordinato
gerarchicamente, al cui centro, o comunque nella posizione
più visibile, sono collocate appunto le blogstar, e, attorno
ad esso, tutti gli altri blogger. Il criterio di posizionamento
spaziale è sostanzialmente rappresentato dal numero di visite
giornaliere o da quello dei commenti ai post. La forte diffusione
dei software che permettono di monitorare l’andamento dei
contatti del proprio dario on-line, dimostra l’attenzione
quasi morbosa che i blogger a volte dedicano alla numerosità
del proprio. A volte invece, le star sono rappresentate non
tanto da individui quanto dalle piattaforme che ospitano blog
aventi un numero di contatti e commenti particolarmente elevato.
A proposto della collocazione gerarchica dei blog per numero
di contatti, dice un intervistato: “al centro c’è personalità
confusa, che credo sia sui 1200 contatti al giorno, Mantellini
sui 1000, in Amercia alcuni arrivano anche a 10000 contatti
al giorno.” Il concetto di gerarchia non deve essere inteso
come in aperta contraddizione con la visione democratica della
rete e del Mondo-blog. Trattandosi infatti di “gerarchie variabili”
in funzione dei contesti e dei temi considerati, la dinamicità
del sistema ne garantisce l’equilibrio e lo sviluppo (Granieri,
2005). Pur essendo quindi prettamente simbolica e metaforica,
l’ordinamento gerarchico attribuito al Mondo-blog non sembra
richiamare l’organizzazione di uno spazio virtuale, quanto
piuttosto quella di una struttura urbana od organizzativa,
dove al centro o al vertice si pongono individui con maggior
potere o prestigio.
Il secondo aspetto legato alla concezione metaforicamente
spaziale della Blogosfera riguarda invece i raggruppamenti
relativi alla piattaforma di utilizzo: alcuni blogger hanno
rappresentato il Mondo-blog come una città, i cui quartieri
centrali sono costituiti dalle varie piattaforme (esisterebbe
metaforicamente il quartiere splinder, iobloggo, libero ecc…),
mentre la periferia dalle “ville” di quanti si possono permettere
un proprio url personale (solitamente a pagamento). Ai vari
quartieri corrispondono inoltre diverse filosofie del bloggare,
che portano automaticamente alla nascita dei numerosi sottogruppi
di cui si è parlato in precedenza. Accade spesso, infatti,
che il proprio intorno di contatti sia rappresentato soprattutto
da blog che utilizzano la stessa piattaforma.
“La Blogosfera è il mondo fatto da città, quartieri ecc..Io
vivo nella città di excite”;
“La Blogosfera è una città strutturata con i condomini che
sono le piattaforme, sotterranei o metropolitane, dove ci
stanno tutti i blogger. Poi ci sono le villette provate di
quelli che hanno il blog con il loro nome.net che addirittura
pagano un provider per avere un blog”.
La scelta della metafora spaziale, ma soprattutto l’organizzazione
dello spazio presente nelle definizioni dei blogger (che,
ricordiamo, avrebbero potuto scegliere qualunque altra forma
di sistema per rappresentare la Blogosfera) è forse l’elemento
che esprime più chiaramente ed esplicitamente la forte relazione
fra il Mondo-blog e il senso dello spazio, molto più debole
invece nelle community. Per le comunità on line lo spazio
rappresenta infatti il luogo virtuale dove si incontrano i
membri e dove pertanto si colloca la community; nella Blogosfera,
invece, lo spazio ha una duplice valenza. Da un lato, c’è
uno spazio virtuale (la rete) su cui si “poggiano” i blog,
del tutto simile a quello delle comunità on line; dall’altro,
però, esiste una forte concezione di uno spazio “fisico” che
rappresenta una delle dimensioni fondanti della Blogosfera,
poiché definisce la sua natura e la sua struttura, e non solo
la sua collocazione.
Un terzo elemento che definisce il rapporto fra Blogosfera
e spazio è rappresentato dall’importanza della collocazione
del blog in rete. Come per homepage personali, un diario elettronico
indica, attraverso il proprio url, un punto preciso del network,
avente definite coordinate “spaziali”. Il blog, da cui si
parte e a cui sempre si ritorna, rappresenta la casa virtuale
di un blogger, l’indice della sua presenza in rete e, di conseguenza,
della sua stessa esistenza.
A questo concetto è strettamente legato il quarto e ultimo
aspetto della concezione spaziale della Blogosfera, ossia
l’assenza di ambienti virtuali comuni di condivisione. Nel
Mondo-blog, infatti, le relazioni si intessono e si scambiano
all’interno dell’uno o dell’altro diario in rete, ma mai in
ambienti “neutri” condivisi. Sebbene emerga più volte la metafora
della “piazza silenziosa” per delineare la Blogosfera come
arena di scambio di informazioni fra più netizen, in realtà
decade la logica dell’incontro per cedere il posto a quella
della “visita”. Anche da un punto di vista simbolico, la Blogosfera
è percepita come la somma delle numerosissime stanze personali
di ciascun autore, connesse tra loro non da corridoi percorribili,
ma da porte che permettono l’accesso o il semplice passaggio
ad un altro blog, rappresentate dai link amici.
A differenza delle community, dunque, non si partecipa alla
Blogosfera incontrandosi in un punto della rete, ma “facendosi
visita” reciprocamente nelle proprie “abitazioni”, percorrendo
le strade della città o utilizzando le liane della giungla:
“la Blogosfera è un ambiente dove ognuno ha la propria casa,
e ogni casa è vicina alle altre”;
“la Blogosfera è una giungla (…) abitata da blogger che si
spostano da un albero all’altro tramite le liane. Su ciascun
albero lasciano o trovano frutti”.
Questo è a nostro avviso un elemento fondamentale dei weblog,
perché despazializza ulteriormente la Blogosfera (che non
possiede nemmeno virtualmente un proprio luogo) ma la rende
al tempo stesso ancor più legata allo spazio (perché per essere
membro bisogna possedere una casa, e perché l’essenza delle
relazioni risiede nella reciproca ospitalità). Pur essendo
quindi uno spazio virtuale, nella Blogosfera sembra quasi
riprendere forma quel legame con il suolo che caratterizzava
le comunità tradizionali, in questo caso rappresentato dal
proprio indirizzo, dalla piattaforma d’utilizzo e dalle relative
distanze con le altre. Naturalmente ci riferiamo al significato
simbolico del legame con il suolo, che ha implicazioni più
sul senso di riconoscimento e di appartenenza della comunità
che non sul reale legame con una spazialità fisica.
6. La stabilità e la durata delle relazioni
La stabilità e la durata dei legami costituiscono elementi
tanto cruciali quanto delicati nella trattazione sulle comunità
virtuali, rappresentando spesso l’argomentazione di quanti
negano loro lo statuto di vere e proprie comunità. (cfr, fra
gli altri, Maldonado, 1999). È lo stesso Rheingold a insistere
sulla necessità della durata delle relazioni affinché un aggregato
in rete possa essere definito comunità virtuale: “le comunità
virtuali sono aggregati sociali che emergono dalla rete quando
un certo numero di persone porta avanti discussioni pubbliche
per un tempo sufficientemente lungo, con un certo livello
di emozioni umane, tanto da formare reticoli di relazioni
sociali nel cyberspazio” (1993, trad. it. 1994).
Non è sufficiente quindi un insieme di individui che comunicano
e si scambiano informazioni in rete perché si possa parlare
di comunità: questa infatti si fonda sui principi stessi di
stabilità, durata e identità, che si contrappongono alle attuali
“forme instabili di aggregazione o associazione” (Mosvocici,
2001). È piuttosto diffusa l’idea che la rete non possa per
natura essere luogo e veicolo di relazioni e legami stabili
e profonde, perché, basandosi solamente su affinità, non ammette
la presenza di veri e propri interscambi (Maldonado, 2001)
oppure perché, come sostiene Moscovici, in Internet esistono
solo “legami di rappresentazione”. Egli infatti afferma “sarebbe
interessante sapere se le persone che formano queste comunità
hanno voglia di vedersi oppure se vogliono esistere esclusivamente
in questa rappresentazione” (2001, corsivo nostro).
Scegliamo quindi di assumere la stabilità dei legami come
uno degli elementi necessari per accertare l’esistenza di
una comunità virtuale, provando a verificare se tale criterio
possa definire allo stesso modo la Blogosfera.
E’ ancora Reinghold (2001) a individuare i tre elementi su
cui si basa la distinzione fra legami deboli e legami forti
(quindi stabili e duraturi), sui quali si misura la coesione
interna a una comunità on line. Abbiamo provato a ricondurre
questi elementi a due macro-dimensioni, utili per la nostra
trattazione:
-Dimensione individuale;
- Presenza di un’identità stabile;
- Costruzione della reputazione del soggetto, finalizzata
alla costruzione del proprio capitale sociale;
- Dimensione relazionale;
- Rapporti prolungati nel tempo.
Per poter affermare se la stabilità dei rapporti interpersonali
sia un elemento adatto a descrivere la Blogosfera è necessario
prendere in esame separatamente le tre componenti appena elencate.
Consideriamo dapprima l’aspetto individuale delle relazioni,
ossia la presenza di un’identità stabile e la costruzione
di una reputazione da parte del soggetto.
È evidente che il concetto l’idea moderna di un Io forte e
stabile ha lasciato il posto al concetto di “identità multipla
distribuita” (Turkle, 1996) caratterizzata da “sé deboli che,
protagonisti di relazioni e biografie alternative, e liberi
da vincoli di coerenza e staticità, possono vestirsi di più
soggettività (Di Maria, Lovanco, Cannizzaro, 2002); con il
termine “identità stabile”, dunque, non ci riferiamo tanto
alla monolitica visione dell’Io moderno quanto alla coerenza
tra i se possibili rappresentati in rete.
Questi temi risultano particolarmente delicati in tutte le
trattazioni riguardo al Sé on- line, proprio per possibilità
offerte dalla rete di creare e mantenere false identità. (cfr.
Jaffe J. M). Dalla lettura attenta di tutto il materiale raccolto
durante la nostra ricerca, però,ci sembra di poter affermare
che la stabilità dell’identità e la costruzione di una reputazione
da parte del soggetto siano elementi chiaramente riconoscibili
nella pratica del blogging. La costruzione della reputazione
è un aspetto insito nella natura stessa del blog, in misura
forse maggiore rispetto a qualunque altra pratica di presentazione
e di comunicazione di sé on line. La qualità dei contenuti,
le righe di presentazione, la puntualità nel postare, la correttezza
e l’educazione con cui si mantengono i rapporti, ma soprattutto
la lista dei blog “amici” che compare in ogni diario on-line
rappresentano esplicite pratiche di costruzione di una reputazione
e di creazione del proprio reticolo di relazioni (cfr, Granirei,
2005). Il senso del blog, come forma di autonarrazione, risiede
nella costanza, nella possibilità di lasciare traccia di sé
nel tempo e nello spazio (log, infatti, significa traccia),
di liberare parti di sé altrimenti nascoste o anche solo di
esprimersi attraverso la scrittura.
Proprio per la loro natura di diario pubblico che dura nel
tempo, i blog si prestano meno ai giochi di puro travestimento
di personalità [4], consentendo al più quelli
di nascondimento di una parte di sé, piuttosto che di enfatizzazione
di alcuni lati della propria identità (Sormano, 2004). A parte
rare eccezioni, la stabilità del sé virtuale è assicurata
non solo dal reiterarsi dei contatti con i propri lettori,
ma anche dal tipo di bisogni intimi che la scrittura autobiografica
in rete è chiamata a soddisfare (Micalizzi, in corso di pubblicazione)
e dal senso di responsabilità che si genera verso gli altri
membri di quello che abbiamo definito piccolo mondo interno
alla Blogosfera.
Le norme implicite ed esplicite che regolano la Blogosfera
non sembrano nemmeno consentire l’esistenza di quella strana
forma di intimità che caratterizza le chat o i forum, considerata
“perversa, perché fondata sulla impunità e sulla irresponsabilità”
(Terzo, 1999). Non possiamo naturalmente affrontare in questa
sede il vastissimo argomento dell’autenticità dell’identità
in rete (cfr Turkle, 1996) o i risultati della nostra ricerca
riguardo l’utilizzo del blog come forma di narrazione e costruzione
del sé (Micalizzi, in corso di pubblicazione). Ci limitiamo
dunque ad affermare che la stabilità dell’identità e la costruzione
della reputazione finalizzata alla costruzione del capitale
sociale, elementi determinanti per definire la comunità virtuale,
possono essere considerati aspetti altrettanto determinanti
per descrivere la Blogosfera. È invece differente la valutazione
riguardo alla dimensione relazionale, relativa alla necessaria
presenza di rapporti prolungati nel tempo.
Certamente una dimensione determinante della la Blogosfera
è rappresentata dalla rete di relazioni che si instaura fra
i blogger, che possono diventare (e spesso sono) durature
e significative. Tali forme di relazioni, però, non costituiscono
a nostro avviso un fondamento dell’intera Blogosfera, ma sono
piuttosto riconducibili a parti circoscritte di essa. Come
abbiamo visto in precedenza, il Mondo-blog è suddiviso in
molti sottogruppi, accomunati da piattaforma utilizzata, dal
livello di stima e fama, o, più semplicemente, dai temi trattati
o dallo stile di scrittura. In altre parole, la Blogosfera
è formata da tante sotto-blogosfere, le quali al proprio interno
possono certamente essere caratterizzate da relazioni stabili
e durature.
“I link che ho sono dell’ordine di una decina (..) si costruiscono
delle amicizie anche profonde, poi si allarga il cerchio,
ci si scambia le mail. Si hanno responsabilità come si hanno
con gli amici”.
La stabilità delle relazioni, quindi, si riferisce solo a
parti specifiche della Blogosfera, e non al suo insieme. Ma
esiste anche un’altra e più profonda motivazione per cui la
durata delle relazioni non può a nostro avviso essere considerato
un elemento per definire la Blogosfera: la presenza di rapporti
di diversa natura, ma altrettanto peculiari e detrminanti.
Non possiamo infatti limitare le relazioni presenti nella
Blogosfera a quelle, più profonde, che si instaurano all’interno
del proprio sotto-gruppo di appartenenza. Sappiamo bene quanto
i contatti, i commenti e il numero di visite costituiscano
una parte fondamentale del blog e dell’essere blogger. E in
questi indicatori non si cercano dimostrazioni di relazioni
stabili. Si cerca piuttosto la conferma che esistono individui,
anche senza nome, volto o reputazione, che abbiano voglia
di ascoltare ciò che si ha da dire, un pubblico che sappia
apprezzare le proprie “creazioni”, un’audience per la propria
persona.
“Scrivi perché vuoi che qualcuno ti legga” “se voglio scrivere
qualcosa la metto su un foglietto e me la tengo lì. Se siamo
qui è perché non ci teniamo dentro…se dopo una giornata in
cui hai scritto nessuno ti commenta ci chiediamo perché”;
“(Nello sguardo dell’altro” si cerca vicinanza, approvazione”;
“scrivere un blog è anche pubblicarsi, come se uno avesse
scritto un romanzo e non riuscisse a farlo stampare…”.
Accanto a relazioni stabili o amicizie, i blogger cercano
anche semplici lettori, che possono svolgere al meglio il
loro ruolo proprio perché sconosciuti, e permettono per questo
all’autore di sentirsi ed essere completamente libero.“se
quelli che mi conoscono vedessero il mio blog mi porterebbero
ala neuro”. E questo aspetto rappresenta un elemento altrettanto
fondamentale della Blogosfera, al pari (se non in misura maggiore)
rispetto alle relazioni profonde e alle amicizie vere che
possono nascere tramite un blog.“quando scrivo mi rivolgo
a chi mi legge…non scrivo per me, scrivo di me”.
A nostro parere, appare quindi inappropriato parlare di stabilità
o di durata delle relazioni come elemento necessario nella
definizione della Blogosfera. Questo però non significa che
il Mondo-blog sia solo un insieme di sotto-comunità: il senso
di appartenenza, di riconoscimento, e di legame spaziale visti
in precedenza sono riferiti all’intera Blogosfera e non al
sottoinsieme al quale appartiene un blogger.
7. La memoria della comunità
L’ultima tematica che prendiamo in considerazione è quella
della memoria, elemento strettamente connessi con quelli appena
visti della stabilità e della durata delle relazioni. La memoria
di una comunità rimanda direttamente all’esistenza di una
sua stessa identità, senza le quali non è possibile parlare
esplicitamente di comunità virtuale. Condividere una memoria
significa aver condiviso un’esperienza o un racconto di questa:
“il racconto supplisce l’esperienza condivisa partecipando
alla fondazione della memoria collettiva” (Casalegno, 2001,
pag.33).
La Pizzoleo suggerisce come la memoria all’interno di contesti
virtuali sia un concetto non più diacronico e verticale, ma
orizzontale: “non solo memoria nel/del tempo ma soprattutto
memoria dello “spazio di flussi”(Levy, 1996) che caratterizza
la rete; non solo strutturazione oggettiva causa effetto degli
eventi nel tempo, ma dimensione associativa, personale, relativa
all’hic et nunc” (Pizzoleo, 2004). Attraverso la scrittura
sul web è possibile tenere traccia dei contenuti ma le logiche
di archiviazione e di recupero delle informazioni non seguono
necessariamente il principio della consequenzialità. La rete,
infatti, si presenta non come un archivio cronologicamente
ordinato, ma come una memoria creativa e associativa dai percorsi
personalizzabili in base agli obiettivi dell’internauta. A
nostro avviso, anche nella Blogosfera è caratterizzata da
questa peculiare gestione della temporalità, riscontrabile
nella “frammentarietà” dei testi, assente in altre forme di
scrittura tradizionale. Scrivere un post, commentare, rispondere
a un lettore e ricambiare le visite, sono alcune delle modalità
possibili di frammentazione del discorso, dove la ricostruzione
temporale del contenuto non risiede nella linearità quanto
nella logica delle interconnessioni. Posto, quindi, che anche
la Blogosfera rappresenta un meta archivio di memoria, ci
chiediamo ora se essa possa essere considerata una memoria
collettiva da cui scaturiscano tracce di un’identità comune
a tutto il Mondo-blog.
In altre parole, la blogsfera possiede una propria meta-memoria
o è semplicemente un archivio di memorie individuali? Per
rispondere a questa domanda dobbiamo partire dal concetto
di blog e dalle funzioniche esso svolge per il suo autore.
I blog personali sono in un certo senso racconti, essendo
espressione di forma narrativa di comunicazione del sé. Nei
diari on line si narrano le proprie esperienze, passioni,
interiorità, e pubblicando tali contenuti si sceglie di condividere
con un pubblico i propri racconti. In questo senso, quindi,
potremmo vedere la Blogosfera non più come l’insieme dei blog
linkati fra loro, ma piuttosto come un insieme di narrazioni
intertestuali.
A differenza delle comunità, ma anche delle community, non
ci sembra però di intravedere l’esistenza di una macro-narrazione
riferita alla Blogosfera stessa, che rappresenta in qualche
modo l’esistenza e il fondamento della sua memoria. Le narrazioni
in essa presenti, pur numerose e strettamente interconnesse
fra loro, sono comunque riferite al proprio autore, tanto
da poter essere considerate come una nuova forma di narrazione
autobiografica (rif articolo ale). In questo senso, il racconto
rappresenta l’espressione e il fondamento della memoria individuale,
intima e personale, la traccia della propria singola presenza.
Certamente tale forma di memoria individuale non esisterebbe
senza il dialogo, i link, i commenti e le visite da cui essa
stessa si è generata e di cui essa è fatta. Questo però, non
modifica la natura prettamente individuale della meta-memoria
presente nella Blogosfera: “per me il blog è come il centimetro
con cui la mamma misura la crescita del proprio bambino”.
Se quindi la memoria è certamente una strada da percorrere
per studiare la realtà della Blogosfera, è alla memoria individuale
e non a quella collettiva o comunitaria che bisogna fare riferimento.
Maldonado (2001) dice che non può essere del tutto vero che
le nuove tecnologie formino una memoria esclusivamente individuale,
poiché attingono comunque ad un cervello collettivo. Concordando
con questa affermazione, proponiamo di ipotizzare l’esistenza
di una memoria individuale costruita collettivamente.
8. Conclusioni
Nei paragrafi precedenti abbiamo cercato di indagare la possibile
relazione tra Blogosfera e comunità virtuali, partendo dagli
elementi definitori di queste ultime. Condividiamo la posizione
di chi sostiene che le comunità virtuali, sebbene molto eterogenee,
costituiscano la risposta del nostro tempo ad una esigenza
naturale della specie umana, precedentemente delegata alle
comunità tradizionali ovvero quello di “soddisfare quel bisogno
di costruire, rappresentare e condividere l’identità individuale
e di gruppo” (Pizzoleo, 2004). L’uomo proprio perchè “essere
sociale”, così com’è stato definito da Durkheim, necessita
dell’altro per mettere in atto quei processi di identificazione
e differenziazione su cui si fonda la costituzione della coscienza
e dell’autocoscienza, della percezione di sé e del mondo.
Alla base del nostro breve contributo vi era la volontà di
verificare se anche la Blogosfera potesse essere considerata
una forma di comunità in rete e se era possibile individuare
al suo interno tanto la dimensione individuale, manifestata
nei modi e nelle forme di questa particolare forma di scrittura
autobiografica, quanto il senso di adesione al gruppo ovvero
il riconoscersi come parte di una comunità definita Blogosfera.
L’immagine restituita dalle interpretazioni del materiale
di analisi è piuttosto complessa poiché il Mondo-blog eredita
dalle comunità virtuali alcune caratteristiche ma al contempo
si differenzia, come abbiamo visto, da queste ultime per altri
versi definendosi come entità sociale a sé stante. Siamo partiti
infatti dal concetto di Blogosfera e da una delle definizioni
a nostro avviso più calzanti, quale quella offerta da De Kerckhove,
che ne sottolinea la particolare struttura reticolare della
Blogosfera per la quale il network costituisce la migliore
chiave di lettura. È la dimensione psico-sociale quella a
cui abbiamo cercato di dare maggiore spazio, attraverso soprattutto
lo sguardo privilegiato degli autori di blog personali, che
con il loro contributo prezioso ci hanno restituito un’immagine
particolareggiata “dell’essere nella Blogosfera”.
Cos’è emerso? La ricostruzione dell’idea di Blogosfera e la
sua definizione attraverso le dimensioni che caratterizzano
la comunità virtuale ci ha permesso di individuare tre elementi
chiave che a nostro avviso costituiscono le basi per una sua
definizione: l’eterogeneità, l’ individualità e il network.
La prima caratteristica emersa, tanto dai dati della nostra
ricerca quanto dai precedenti studi, è che il Mondo-blog è
ricco, vario e sempre più popolato tanto da rendere difficile
ogni sorta di classificazione. L’eterogeneità non riguarda
però solamente le caratteristiche socio-demografiche dei suoi
“membri” ma rappresenta un aspetto trasversale della Blogosfera.
Ci riferiamo alla varietà di temi, piattaforme, servizi, colori,
caratteri, immagini, contenuti, di supporti, di versioni di
blog che sono presenti oggi. Il concetto di riconoscimento,
in base ai principi della similarità o della comunione, interviene
nel caso della Blogosfera non sul piano dei contenuti o delle
modalità espressive ma sul piano spaziale: i blogger sono
tutti in rete, in tempi e modi diversi, ma pur sempre sul
web. Cosa hanno in comune i nostri blogger? Poco o niente
se non l’essere blogger. Ma anche se si prende il termine
“comunità” non nella sua accezione di avere in comune ma di
“mettere in comunione” la Blogosfera sembra ancora marcare
bene i suoi tratti distintivi.
Dalle ipotesi proposte nel corso dell’articolo, la Blogosfera
a nostro avviso non rappresenta un tutto ma la somma di milioni
di piccole parti dove il contributo del singolo è il vero
motore che permette il perpetuarsi di questa realtà elettronica.
Al centro della Blogosfera vi sono i milioni di autori che
ogni giorno scrivono, si connettono,condividono contenuti,
informazioni, esperienze. Ma la condivisione è, a nostro avviso,
una conseguenza della presenza in rete e delle logiche telematiche
e non l’elemento definitorio e basilare dell’esistenza della
Blogosfera, per lo meno nel caso specifico dei blog identitari.
Ciascuno soddisfa un bisogno individuale ancestrale, se vogliamo
narcisistico, di esserci nella rete. Manifestare la propria
presenza, rappresentarsi e costruirsi attraverso la scrittura
e riflettersi nello sguardo dell’altro. Non si scrive per
riconoscersi in un gruppo e condividere, ma per cercare se
stessi.
Se il bisogno di essere della rete o nella rete costituisce
un bisogno individuale, l’aspetto relazionale trova la sua
espressione in contesti più piccoli ritagliati da ciascun
blogger.
I network, o piccoli mondi (Granirei, 2005), siano essi mutevoli
in funzione dell’argomento, o stabili in funzione delle relazioni
che coinvolgono e quindi della logica dei link e dei rimandi,
costituiscono i quartieri della grande città Blogosfera. Se
nel macro contesto si perdono le logiche di condivisione,
comunanza e relazione, nelle “tante piccole blogsfere” trovano
forma in maniera più evidente alcune delle dimensioni che
caratterizzano le comunità virtuali: pur se de-spazializzati,
questi piccoli grumi di blog condividono un interesse e spesso
è possibile ricostruire una memoria condivisa, di cui post
e commenti tengono traccia; i rapporti appaiono stabili e
prolungati nel tempo e si vive un forte senso di responsabilità
verso gli altri membri del gruppo.
La Blogosfera è allora la somma di piccole comunità dinamiche?
Sebbene il nostro sguardo sia focalizzato su una realtà particolare,
quella dei blog identitari, riteniamo di potere rispondere
a questa domanda con un no.
Non mettiamo in dubbio l’esistenza di network complessi tra
i blogger né tanto meno l’ingenerarsi tra i loro membri di
pratiche comunitarie che vanno dalla semplice condivisione
di un interesse alla costituzione di una vera e propria memoria
collettiva. Però sarebbe limitativo parlare di semplice somma
delle parti e di immaginare la Blogosfera come puro contenitore
senza un suo contenuto preciso. Noi proponiamo una definizione
differente di questa realtà partendo proprio dai network che
la costituiscono. Tali nodi o agglomerati di blog sono caratterizzati
spesso da un piccolo nucleo costituito da pochi internauti
tra cui però le interconnessioni sono particolarmente fitte.
Questi piccoli nuclei li identifichiamo con il temine di “poli”
proprio per la loro funzione di catalizzatori di relazione
tra e con altri utenti. La Blogosfera in questo modo può essere
immaginata come una realtà multi-polare ovvero costituita
da un insieme di poli dinamici che ne costruiscono la struttura.
Il secondo elemento che caratterizza la nostra definizione
è il concetto di società così come è stato presentato da Tonnies
(in Smelser, 1995). La distinzione fatta dall’autore tra società
e comunità è stato per molto tempo il punto di partenza per
trovare una collocazione alle community della rete. È opinione
condivisa e condivisibile che le comunità virtuali occupino
una posizione intermedia nell’immaginario continuum che va
dalla forma tradizionale di comunità all’idea moderna di società.
A nostro avviso la Blogosfera rappresenta un passo ulteriore
della Rete verso strutture e forme di socializzazione simili
a quelle presenti nella nostra società.
Nella Blogosfera troviamo l’assenza di vincoli di sangue,
la presenza di legami per certi versi instabili, la mancanza
di un territorio comune delimitato, la prevalenza della dimensione
individuale su quella collettiva, la “scarsa importanza, la
osservanza e memoria della tradizione” (Pizzoleo, 2003).
È ovvio che tanto le comunità virtuali quanto la Blogosfera
sono contesti fortemente dinamici che è difficile “ingabbiare”
in una definizione stabile. Il Mondo-blog, però, può essere
considerato una Terra di Mezzo fra due poli sempre più vicini.
Può, cioè, essere definito una delle forma di“società multi-polare”:
la definizione di società ci aiuta a descrivere tutti quegli
aspetti della Blogosfera legati alla dimensione individuale;
il concetto di multipolare ci permette di descrivere la sua
morfologia, che seppur instabile, presenta una struttura caratterizzata
da nuclei piccoli ma forti dal punto di vista dei legami e
delle relazioni, dove trovano espressione le dinamiche comunitarie
dello scambio, della condivisione e del dono.
NOTE
1] Pur avendo condiviso completamente
la discussione e l’impostazione del presente articolo, la
stesura dei paragrafi è stata così suddivisa: Alessandra Micalizzi
ha scritto i paragrafi 1, 2, 5 e 8; Valentina Orsucci ha scritto
i paragrafi 3, 4, 6, 7.
2] Ci riferiamo in particolare
ai blog identitari.
3] Si fa qui riferimento
sia i blog di persone già famose (fra gli altri, il citatissimo
Beppe Grillo), che a blog di persone famose solo in questo
ambito (es. personalità confusa, La pizia ecc…).
4] Tralasciamo qui i famosi
casi di costruzione di personalità false, come ad esempio
il blog https://massaia.splinder.com.
BIBLIOGRAFIA
Castells M. (2001), Informationalism and the Network Society.
Epilogo in Pekka Himanen,The Hacker Ethic and the Spirit of
the Information Age, Random House, New York.
Contessa G., Sberna M. (1981), Per una psicologia di comunità,
Clued Milano.
De Kerckhove D. (2005), Prefazione in Granirei G, Blog Generation,
Editori Laterza, Bari.
Casalegno F. (2001) (a cura di), Memoria quotidiana. Comunità
e comunicazione nell’era di Internet, Le Vespe, Pescara.
Di Fraia G e Bartoccini E. (2004), Diari on line: i weblog.
Appendice on line di Di Fraia G., Internet per la ricerca
sociale e di mercato, Laterza Roma-Bari:
disponibile all’indirizzo https://www.laterza.it/e-research/
Di Maria F., Lavanco G., Cannizzaro S. (2002), Gli aspetti
sociali di Internet, in Caretti V. e la Berbera D.( a cura
di), Psicopatologia delle realtà virtuali, Masson, Milano.
Ferri P. (1999), La rivoluzione digitale: comunità, individuo
e testo nell’era di Internet, Mimesis, Milano.
Galimberti U. (1999), Psiche e teche. L’uomo nell’età della
tecnica, cit. in Giaccardi C. e Magatti M. (2003), L’io globale.
Dinamiche della socialità contemporanea, Laterza & Figli Spa,
Roma-Bari.
Granieri G (2005), Blog Generation, Editori Laterza, Bari.
Levy P. (1996), Intelligenza collettiva, Feltrinelli, Milano.
Maffesoli M, (2001), in Casalegno F., (a cura di), Memoria
quotidiana. Comunità e comunicazione nell’era di Internet,
Le Vespe, Pescara.
Maldonado (1999), Società dell’informazione e sviluppo del
sapere, in Ferri P., La rivoluzione digitale: comunità, individuo
e testo nell’era di Internet, Mimesis, Milano.
Martini E. R., Sequi R. (1995), Il lavoro nelle comunità.
Manuale per l’aggiornamento dell’operatore sociale, La Nuova
Italia Scientifica, Roma.
Moscovici S. (2001),. in Casalegno F., (a cura di), Memoria
quotidiana. Comunità e comunicazione nell’era di Internet,
Le Vespe, Pescara.
Morcellini, M. (1992), Passaggio al futuro. La socializzazione
nell’età dei mass-media, Franco Angeli editore, Milano.
Mortensen T., Walzer J. (2002), Blogging thoughts: personal
publication a san on-line research tool:
(https://www.intermedia.uio.no/konferanser/skikt-02/docs/Researching_ICTs_in_context-Ch11-Mortensen-Walker.pdf)
Pizzoleo A. G. (2002), Internet provider di rapporti sociali.
Identità e socializzazione in rete, in Morcellini M. e Pizzoleo
A. (a cura di) Net sociology, Guerini e associati, Milano.
Rheingold (1994), Le comunità virtuali, Sperling & Kupfer,
Milano.
Rheingold, (2001), in Casalegno F., (a cura di), Memoria quotidiana.
Comunità e comunicazione nell’era di Internet, Le Vespe, Pescara.
Terzo L. (1999), in Ferri P., La rivoluzione digitale: comunità,
individuo e testo nell’era di Internet, Mimesis, Milano.
Shaap F. (2005), Links, Lives, Logs: Presentation in the Dutch
Blogosphere, in Into the Blogosphere:
disponibile all’indirizzo https://blog. lib.umn.edu/ blogosphere/li
nks_lives_logs.h tml
Sormano A. (2004), Le "chat" sono "luoghi pericolosi"? Finzioni
e fantasmi della comunicazione senza corpo, In Rassegna Italiana
di Sociologia, numero 3, luglio-settembre.
Turkle S. (1996), Vite sullo schermo, Apologeo, Milano.
Tscherten G. E Langreter C. (2005), The Blogosphere Map:
disponibile all’indirizzo https://www.realitylab.at/blogospheremap/blogospheremap_eng.PDF
Kollock P. e Smith M. (1999), Communities in Cyberspace, Routledge:
disponibile all’indirizzo https://www.sscnet.ucla.edu/soc/faculty/kollock/papers/communities_01.htm
Virilio P. (2001), in Casalegno F., (a cura di), Memoria quotidiana.
Comunità e comunicazione nell’era di Internet, Le Vespe, Pescara.
newsletter subscription
www.analisiqualitativa.com