Parigi e le sue banlieues stanno
bruciando (...) si assiste al fatto che le parole "inserimento
e integrazione" sono vuote: ideologiche e rassicuranti le
false coscienze all'opera. Eppure, paradossalmente, le rivolte
francesi che cominciano ad estendersi ad altre città europee
hanno molto a che fare con questa integrazione, con un benessere
della società dei consumi e dello spettacolo (...) queste
operazioni danno identità a chi le fa ma anche a chi le subisce.
Così l'identità di "uomo" come avversario/nemico (non di cittadino)
ritorna indietro a chi la lancia sia come neo-cittadino dimostrando
che non c’è identità senza cittadinanza attiva, sia come neo-identità
quando si definisce ad esempio "musulmano" e che non è, allora,
francese! L’identità diventa interinale, provvisoria su tutta
la linea di caratterizzazione, scivolando su qualsiasi crinale.
Pensare per immagini è uno stile
particolare di pensiero; l’acquisizione della meta e dell’obiettivo
avviene non secondo un modello lineare e unicamente basato
sulla legge di causa–effetto, ma attraverso percorsi, strade
ed itinerari, privilegiando le connessioni analogiche che,
al pari degli assi cartesiani, rappresentano i veri nodi,
punti di incontro il cui fulcro è costituito dalla dimensione
simbolica ed immaginale. In tale contesto il pensiero che
nasce viene costruito gradualmente; non è già dato in maniera
preconfezionata, non è nato ancora all’orizzonte, e segue
il ritmo ciclico della spirale piuttosto che una retta all’infinito.
È un pensiero, che sullo sfondo dell’immaginale collega gli
eventi e i fenomeni rispettando il tempo dell’esperienza.
L’immigrato, e forse ancor più
l’immigrata, diventa il simbolo più eloquente delle difficoltà
che le società avanzate incontrano nel costruire nuove forme
di legame sociale e di appartenenza ad un destino comune,
più flessibili e inclusive eppure capaci di salvaguardare
i valori fondanti delle società aperte e democratiche.
La vita quotidiana à caratterizzata
dall'incertezza, occorre imparare a vivere perché le abitudini,
che favoriscono modi di vivere costanti, sono sempre più frammentarie
e liquide. Informazioni ed eventi si sovrappongono e non sempre
sono tra loro coerenti. L'individuo contemporaneo deve sviluppare
quello che Bateson chiama deuterroapprendimento, deve costruirsi
un metodo per evitare azioni velleitarie che portano all'angoscia.
Questo contributo, dunque, tenta
di offrire una prima chiave di lettura del rapporto scambievole
tra omosessualità maschile e società, analizzato in riferimento
a una domanda pubblica di conoscenza non più trascurabile
dalle scienze sociali. Soprattutto se si prende atto del fatto
che l’omosessualità maschile rappresenta a tutti gli effetti
un’alternativa stabile alla maschilità egemone eterosessuale
per le sue specificità storiche, politiche e culturali.
Nel rapido processo di cambiamento
degli scenari organizzativi del XXI secolo, si delineano numerosi
spunti per ricerche qualitative ed etnografiche. Questo articolo
è dedicato proprio ad uno studio empirico che intende sottolineare,
attraverso l’analisi di un caso reale, l’estrema varietà degli
'approcci morbidi' (o soft) alle organizzazioni, cioè quegli
approcci che valorizzano gli aspetti culturali, simbolici,
riflessivi e i processi di conferimento di senso che gli individui
'attivano' all’interno delle interazioni con le organizzazioni
nelle quali lavorano.
L’ansia colpisce tutte le persone,
ad ogni livello e grado di impegno, in quantità progressivamente
maggiori, rispetto gli ultimi anni. Può assumere forme personali
come collettive, ma questo particolare cambia poco il livello
di sofferenza che produce e trova le sue radici nel lavoro
come nei rapporti affettivi. Tutti gli ambienti ne denunciano
la presenza, ma le soluzioni scarseggiano, perché gli stessi
quadri, intermedi o dirigenti che siano, pur soffrendone,
non hanno sviluppato alcuna strategia tesa al contenimento
del fenomeno; anzi, in epoca di tagli al bilancio, il fattore
umano spesso è confuso con gli elementi di costo anziché di
risorse aziendali. L’argomento, quindi, non è scelto a caso.
Cosa fare sapendo che l’efficienza del personale scade in
presenza di livelli sempre più alti di ansia? In pratica,
avviene che l’azienda paga in minore efficienza, il lavoro
della sue gente, perché la lucidità ne viene offuscata. Questo
avviene sia nel phots dell’ imprenditore, che soffre l’assenza
di scenari, come dei venditori che non mantengono le performance,
i quadri che non reggono il budget, ed infine il personale,
tutto, privato di coinvolgimenti nella ‘mission’ aziendale.
Studiare strategie alternative all’ansia, significa quindi
non solo lavorare meglio per se stessi ed impiegare il personale
con efficienza, ma anche abbattere i costi invisibili che
gravano sul bilancio.
La presentazione del nuovo libro
di Franco Ferrarotti, Le Briciole di Epulone, edito da Guerini
e Associati, è stata un’occasione per riflettere sull’intensa
attività del sociologo piemontese. L’evento, che si è svolto
a Roma presso la sala Margana, il 12 dicembre 2005, era organizzato
dal master in Teoria e Analisi Qualitativa diretto dalla Prof.ssa
Maria Immacolata Macioti.
Un’ampia e dettagliata introduzione
ai metodi e agli strumenti utilizzabili nell’orientamento.
Il testo si rivolge principalmente agli operatori del settore
che stanno completando la propria formazione o che vogliano
avere un quadro sistematico e riassuntivo degli 'strumenti
del mestiere'. Oltre a una vasta gamma di metodi e tecniche
(l’ascolto, il colloquio, il bilancio di competenze, l’orientamento
narrativo, il progetto professionale, le tecniche di ricerca
del lavoro) viene presentato un approccio che mira principalmente
all’empowerment dei soggetti, obiettivo primario di ogni azione
dell’orientatore. Completa il volume un’esaustiva analisi
dello scenario nel quale oggi vengono ripensate le tradizionali
modalità di orientamento, delle prospettive future e del nuovo
ruolo dell’orientatore professionale. Novità assoluta nel
panorama editoriale italiano il volume unisce all’inquadramento
teorico utili indicazioni operative e un’appendice con numerose
schede di lavoro.
La presenza in Italia di minori
immigrati non accompagnati è un fenomeno recente e tuttavia
in forte crescita. Questo testo raccoglie i risultati di quella
che potremmo definire la seconda di tre tappe di una ricerca
europea incentrata sullo studio del fenomeno dei minori immigrati
non accompagnati, avviata nel 2000 e da poco terminata. L’indagine
è stata svolta nel quadro di finanziamento del 'Programma
Daphne' della Commissione Europea e ha riguardato nelle prime
due fasi tre realtà europee, Italia, Germania e Finlandia
e nella terza altre realtà quali il Portogallo, la Spagna,
la Francia e la Grecia.
Augusto Debernardi
Parigi e le sue banlieues stanno bruciando (...) si assiste al fatto che le parole "inserimento e integrazione" sono vuote: ideologiche e rassicuranti le false coscienze all'opera. Eppure, paradossalmente, le rivolte francesi che cominciano ad estendersi ad altre città europee hanno molto a che fare con questa integrazione, con un benessere della società dei consumi e dello spettacolo (...) queste operazioni danno identità a chi le fa ma anche a chi le subisce. Così l'identità di "uomo" come avversario/nemico (non di cittadino) ritorna indietro a chi la lancia sia come neo-cittadino dimostrando che non c’è identità senza cittadinanza attiva, sia come neo-identità quando si definisce ad esempio "musulmano" e che non è, allora, francese! L’identità diventa interinale, provvisoria su tutta la linea di caratterizzazione, scivolando su qualsiasi crinale.
Ferdinando Testa
Pensare per immagini è uno stile particolare di pensiero; l’acquisizione della meta e dell’obiettivo avviene non secondo un modello lineare e unicamente basato sulla legge di causa–effetto, ma attraverso percorsi, strade ed itinerari, privilegiando le connessioni analogiche che, al pari degli assi cartesiani, rappresentano i veri nodi, punti di incontro il cui fulcro è costituito dalla dimensione simbolica ed immaginale. In tale contesto il pensiero che nasce viene costruito gradualmente; non è già dato in maniera preconfezionata, non è nato ancora all’orizzonte, e segue il ritmo ciclico della spirale piuttosto che una retta all’infinito. È un pensiero, che sullo sfondo dell’immaginale collega gli eventi e i fenomeni rispettando il tempo dell’esperienza.
Monica D'Argenzio
L’immigrato, e forse ancor più l’immigrata, diventa il simbolo più eloquente delle difficoltà che le società avanzate incontrano nel costruire nuove forme di legame sociale e di appartenenza ad un destino comune, più flessibili e inclusive eppure capaci di salvaguardare i valori fondanti delle società aperte e democratiche.
Carlo Baratta
La vita quotidiana à caratterizzata dall'incertezza, occorre imparare a vivere perché le abitudini, che favoriscono modi di vivere costanti, sono sempre più frammentarie e liquide. Informazioni ed eventi si sovrappongono e non sempre sono tra loro coerenti. L'individuo contemporaneo deve sviluppare quello che Bateson chiama deuterroapprendimento, deve costruirsi un metodo per evitare azioni velleitarie che portano all'angoscia.
Salvatore Polito
Questo contributo, dunque, tenta di offrire una prima chiave di lettura del rapporto scambievole tra omosessualità maschile e società, analizzato in riferimento a una domanda pubblica di conoscenza non più trascurabile dalle scienze sociali. Soprattutto se si prende atto del fatto che l’omosessualità maschile rappresenta a tutti gli effetti un’alternativa stabile alla maschilità egemone eterosessuale per le sue specificità storiche, politiche e culturali.
Francesca Colella
Nel rapido processo di cambiamento degli scenari organizzativi del XXI secolo, si delineano numerosi spunti per ricerche qualitative ed etnografiche. Questo articolo è dedicato proprio ad uno studio empirico che intende sottolineare, attraverso l’analisi di un caso reale, l’estrema varietà degli 'approcci morbidi' (o soft) alle organizzazioni, cioè quegli approcci che valorizzano gli aspetti culturali, simbolici, riflessivi e i processi di conferimento di senso che gli individui 'attivano' all’interno delle interazioni con le organizzazioni nelle quali lavorano.
Giovanni Carlini
L’ansia colpisce tutte le persone, ad ogni livello e grado di impegno, in quantità progressivamente maggiori, rispetto gli ultimi anni. Può assumere forme personali come collettive, ma questo particolare cambia poco il livello di sofferenza che produce e trova le sue radici nel lavoro come nei rapporti affettivi. Tutti gli ambienti ne denunciano la presenza, ma le soluzioni scarseggiano, perché gli stessi quadri, intermedi o dirigenti che siano, pur soffrendone, non hanno sviluppato alcuna strategia tesa al contenimento del fenomeno; anzi, in epoca di tagli al bilancio, il fattore umano spesso è confuso con gli elementi di costo anziché di risorse aziendali. L’argomento, quindi, non è scelto a caso. Cosa fare sapendo che l’efficienza del personale scade in presenza di livelli sempre più alti di ansia? In pratica, avviene che l’azienda paga in minore efficienza, il lavoro della sue gente, perché la lucidità ne viene offuscata. Questo avviene sia nel phots dell’ imprenditore, che soffre l’assenza di scenari, come dei venditori che non mantengono le performance, i quadri che non reggono il budget, ed infine il personale, tutto, privato di coinvolgimenti nella ‘mission’ aziendale. Studiare strategie alternative all’ansia, significa quindi non solo lavorare meglio per se stessi ed impiegare il personale con efficienza, ma anche abbattere i costi invisibili che gravano sul bilancio.
Giuseppe Toscano
La presentazione del nuovo libro di Franco Ferrarotti, Le Briciole di Epulone, edito da Guerini e Associati, è stata un’occasione per riflettere sull’intensa attività del sociologo piemontese. L’evento, che si è svolto a Roma presso la sala Margana, il 12 dicembre 2005, era organizzato dal master in Teoria e Analisi Qualitativa diretto dalla Prof.ssa Maria Immacolata Macioti.
Andrea Paolini
Un’ampia e dettagliata introduzione ai metodi e agli strumenti utilizzabili nell’orientamento. Il testo si rivolge principalmente agli operatori del settore che stanno completando la propria formazione o che vogliano avere un quadro sistematico e riassuntivo degli 'strumenti del mestiere'. Oltre a una vasta gamma di metodi e tecniche (l’ascolto, il colloquio, il bilancio di competenze, l’orientamento narrativo, il progetto professionale, le tecniche di ricerca del lavoro) viene presentato un approccio che mira principalmente all’empowerment dei soggetti, obiettivo primario di ogni azione dell’orientatore. Completa il volume un’esaustiva analisi dello scenario nel quale oggi vengono ripensate le tradizionali modalità di orientamento, delle prospettive future e del nuovo ruolo dell’orientatore professionale. Novità assoluta nel panorama editoriale italiano il volume unisce all’inquadramento teorico utili indicazioni operative e un’appendice con numerose schede di lavoro.
Olivia Salimbeni
La presenza in Italia di minori immigrati non accompagnati è un fenomeno recente e tuttavia in forte crescita. Questo testo raccoglie i risultati di quella che potremmo definire la seconda di tre tappe di una ricerca europea incentrata sullo studio del fenomeno dei minori immigrati non accompagnati, avviata nel 2000 e da poco terminata. L’indagine è stata svolta nel quadro di finanziamento del 'Programma Daphne' della Commissione Europea e ha riguardato nelle prime due fasi tre realtà europee, Italia, Germania e Finlandia e nella terza altre realtà quali il Portogallo, la Spagna, la Francia e la Grecia.