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M@gm@ vol.3 n.2 Avril-Juin 2005
CONVERSAZIONI IN MAILING LIST: USO DELL'ANALISI TESTUALE PER UNA RETROSPETTIVA DELL'EVOLUZIONE DEL TELELAVORO IN ITALIA
Gevisa La Rocca
gevisa.larocca@futuribile.it
Dottoranda
in Sociologia del territorio e sviluppo rurale (Univ. di Palermo),
collabora con il LabLav - laboratorio sul lavoro e l'impresa della
facoltà di Scienze della Comunicazione (Univ. di Roma La Sapienza),
all'interno di questa struttura si occupa dello studio e applicazione
delle tecniche e dei software per l'analisi nella società dell'informazione.
Introduzione
Oggetto dell’analisi sono i messaggi contenuti nell’archivio di
due mailing list: ‘Telelavoro’ - il telelavoro: vantaggi e rischi
è il tema della mailing list del 1996; ‘Telelavoro’ – telelavoro
Italia è invece il titolo della lista di discussione del 1998.
Le tematiche di sviluppo del telelavoro si intrecciano, inevitabilmente,
con quelle della società dell’informazione e della comparsa ed implementazione
degli strumenti e delle infrastrutture high tech. Sembra quindi
un argomento particolarmente adatto ad affidare la sua ricostruzione
storica ad uno strumento di comunicazione virtuale e asincrono.
Il corpus da analizzare ha delle caratteristiche lessicografiche
particolari: è ridondante, pieno di ‘rumore’ in termini informativi
e di errori di ortografia, viene inoltre utilizzato un linguaggio
ibrido – tra il parlato e lo scritto – che rende complessa l’analisi
e laboriosa la preparazione del testo per la normalizzazione. Inoltre
l’estensione del file 450 Kb e le citate caratteristiche del lessico
non rendono significativo il ricorso all’analisi delle corrispondenze.
L’obiettivo dell’analisi è quello di sviluppare un approccio in
grado di estrarre dal testo le linee del cambiamento di opinione
in merito al telelavoro, ricostruendo l’accentuarsi o attenuarsi
delle differenze di genere nel corso degli anni e restituendo un’informazione
sulla bontà delle discussioni affrontate all’interno di uno strumento
di comunicazione asincrono quale la mailing list.
La comunicazione nello spazio dei flussi
Nel corso degli ultimi anni la diffusione di Internet ha modificato
e ampliato i modi, gli spazi e i tempi della comunicazione. La pervasività
delle Information and Communication Technologies (ICT) è tale da
modificare la geografia situazionale della vita sociale (Meyeorwitz,
1993), proiettando nella sfera telematica (Picci, 1999) nuove forme
di interazione.
Lo space of flows (Castells, 1996), si caratterizza per essere “un
tempo fuori dal tempo e uno spazio fuori dallo spazio”, una ragnatela
di nodi interconnessi molto più includente ed escludente del ‘villaggio
globale’ di McLuhan (1992).
Il concetto di spazio attivo nella geografia delle Reti non è definito
dalla distanza fisica tra due punti della Rete stessa, ma va collegato
alla nozione di ‘luogo’ proprio della rete. I luoghi che costituiscono
i territori della Rete sono riassumibili nella posta elettronica,
nelle liste di discussione (ML), nei newsgroups, nell’Internet Realy
Chat (IRC) e nei Multi User Dungeon (MUD) o nei Muds Object Oriented
(MOO).
Il collegamento degli utenti attraverso questi strumenti di comunicazione
genera forme di relazioni comunitarie che si distinguono come networks
relazionali a confini deboli e sfumati (Dell’Aquila, 1999) e nei
quali è attivo un linguaggio ‘ibrido’. Dell’Aquila sottolinea come
la nascita di comunità virtuali avvenga in presenza di un comune
lebenswelt (mondo della vita), che induce i singoli ad unirsi in
una community, che lontana dalla Gemeinschaft toennesiana ha più
i caratteri di un’unità sociale - più o meno estesa su base locale
- dove discutere di temi condivisi (Giuliano, 1999).
Mailing list, newsgroup e canali chat diventano luoghi privilegiati
dove monitorare l’evolversi dei temi aggreganti, delle modalità
di comunicazione adottate, nonché della validità di tali strumenti
stessi come agorà e mulieux innovativeur.
Tools per l’analisi testuale sono stati utilizzati per tratteggiare
le tipologie di interazione che avvengono nei newsgroup o nelle
Intranet (Beaudoin, Fleury, Velkovska, 2000), per desumere dalle
e-mails l’evoluzione e l’organizzazione delle attività lavorative
(Yueyu Fu, Honk Zhangm, 2002), nonché per raccogliere l’opinione
sugli scontri di piazza avvenuti durante il G8 (Giuliano, 2002).
L’uso che qui se ne propone mira a delineare le peculiarità, i cambiamenti
e le riflessioni che gli iscritti a due mailing list sul telelavoro
hanno maturato nel corso del 1996 e del 1998.
Si terrà conto nell’analisi delle caratteristiche che alcuni studi
degli ultimi anni hanno evidenziato nella computer-mediated communication
(CMC), quali la presenza notevole di aspetti tipici del parlato,
fino alla sua definizione come oralità scritta (written speech)
(Carlini 1999:43), che si riscontrano sia nei diversi sistemi asincroni
(e-mail, mailing-list, newsgroup) che in quelli sincroni (chat-lines).
Le mailing list
Una mailing list è uno strumento di comunicazione asincrono rivolta
a più persone (one-to-many) che consente di gestire in modo automatico
un numero elevato di indirizzi di posta elettronica.
Questo strumento così come è stato per la storia di Internet, inizialmente
è stato utilizzato da docenti e ricercatori, la crescita del World
Wide Web, delle reti locali e la diffusione dei computer ha, poi,
permesso la sua estensione ad un vasto pubblico. Il primo listserv
sviluppato è Bitnet (Because it’s time network), una rete costituita
da grandi calcolatori prodotti dall’Ibm, che nato prima nell’area
di New York, si è poi esteso negli Stati Uniti ed inseguito in Europa
(Metitieri, 2003).
Le liste di discussione si costituiscono intorno ad un argomento
(subject) che costituisce il tema oggetto di dibattito da parte
degli iscritti, nonché il nome della lista stessa. ‘Telelavoro’
- il telelavoro: vantaggi e rischi è il subject della mailing list
del 1996 di cui si propone l’analisi; il titolo della lista del
1998 è invece ‘Telelavoro’ – telelavoro Italia [1].
In ambedue i casi si tratta di liste aperte, per iscriversi è bastato
mandare un messaggio all’indirizzo preposto. Gli autori dei messaggi
che costituiscono il corpus dell’analisi sono esperti di telelavoro,
telelavoratori, ex-telelavoratori, curiosi ed appassionati. Alcuni
di loro hanno svolto un ruolo attivo nella partecipazione alla lista
(poster), altri non hanno scritto ed hanno letto soltanto (lurker)
ed altri i deleter in alcuni periodi hanno letto in altri hanno
semplicemente cancellato i messaggi. Pur essendo più di cinquecento
gli iscritti ad ambedue le liste non si è in presenza di liste editate,
in cui il moderatore ricoprendo un ruolo anche di redattore riordina
i messaggi e li riorganizza per argomenti. I messaggi sono invece
stati archiviati automaticamente dal software costruendo un database
sul telelavoro.
Le liste possono anche essere chiuse, in tal caso il comando o la
richiesta di iscrizione vengono gestite da un owner o moderatore
che decide se accettare o rifiutare le domande di iscrizione. Una
lista si distingue anche per essere moderata o non moderata a seconda
del ruolo più o meno attivo che ricopre l’owner (Metitieri, 2003).
Per partecipare ad una lista di discussione bisogna iscriversi volontariamente,
segnalando l’interesse all’ascolto o alla comunicazione su specifiche
tematiche, inoltre una lista spinge le informazioni verso l’iscritto,
che le riceve automaticamente nella propria mailbox facilitando
in questo modo la partecipazione ai dibattiti.
Le mailing list sono costituite oltre che da un argomento di discussione
anche da un file di benvenuto che descrive la lista e la sua policy,
solitamente queste peculiarità vengono definite dall’owner al momento
della compilazione del questionario per l’apertura della lista stessa.
La mailing list diventa in questo modo uno strumento di comunicazione
reticolare privilegiato, poiché da un lato veicola informazioni
su di un determinato argomento oggetto di interesse comune evitando
di fare spamming, dall’altro utilizza una tecnica pull per la diffusione
dei messaggi stessi, per cui gli interessati possono tirare dagli
archivi i testi (body) di maggiore interesse, in aggiunta le peculiarità
della comunicazione asincrona permettono loro di organizzare il
body, tenendo presente il quotino [2]
e rispondendo ad esso con coerenza.
Subject: telework
L’oggetto di studio di cui si propone una retrospettiva attraverso
i contenuti veicolati all’interno delle due mailing list è il telelavoro.
L’analisi delle liste di discussione funge da strumento ‘storiografico’
cui si affida il disegno delle tappe evolutive del dibattito sul
telelavoro in Italia. Le tematiche di sviluppo del telelavoro si
intrecciano, inevitabilmente, con quelle della società dell’informazione
e della comparsa ed implementazione degli strumenti e delle infrastrutture
high tech. Per una migliore comprensione del fenomeno oggetto di
studio e delle idee che di esso veicolano i messaggi delle liste
se ne traccia un breve identikit.
Il telelavoro conosciuto in Europa come telework [3]
può essere inteso “come un modo di lavorare che è indipendente dalla
localizzazione geografica dell’ufficio e dell’azienda, ed è facilitato
dall’uso di sistemi informatici e telematici” (Di Nicola, 1999).
Gli elementi che restano costanti, nelle varie definizioni che di
esso sono state date, restituiscono un’immagine del telelavoro come
di un’attività svolta lontano dall’ufficio e con l’ausilio delle
nuove tecnologie. La diffusione dei personal computer, delle linee
ADSL, il cablaggio delle città permettono di ritrovare a casa propria
le stesse strutture di cui è dotato un ufficio; l’espansione di
questa nuova modalità lavorativa è quindi strettamente legata alla
comparsa delle nuove tecnologie.
I telelavoratori sono lavoratori dipendenti o autonomi che decidono
di svolgere la loro attività lontano dall’ufficio; ne consegue che
il telelavoro non è né una nuova professione, né un nuovo mestiere,
ma una nuova modalità di svolgere il ‘vecchio’ lavoro. Stanworth
e Stanworth (1991), in una loro ricerca, hanno identificato cinque
tipi di attività telelavorabili, distinguendo fra due classi di
professioni: quelle che vertono sul trattamento, elaborazione e
recupero dell’informazione, da quelle che si occupano della produzione
di beni tangibili. Sono telelavorabili le professioni che rientrano
nella prima classe.
Simili tipologie hanno influenzato gli studi e le ricerche sul telelavoro,
concentrando l’interesse dei ricercatori e degli studiosi delle
scienze organizzative su quelle particolari professioni (Clark,
2000). Accanto a chi classifica il telelavoro secondo questo criterio,
c’è chi procede utilizzando come discriminante il luogo in cui esso
viene svolto (Di Nicola, 1999). Possiamo quindi avere il telelavoro
da casa o domiciliare [4], telelavoro
da centri satelliti o di vicinanza [5],
telelavoro mobile [6], telelavoro
office to office [7]. Nella realtà
è però difficile riscontrare queste forme pure di telelavoro, è
più semplice trovare il teleworker domiciliare che saltuariamente
si reca in ufficio, per non perdere i contatti con l’azienda e garantirsi
così una maggiore visibilità.
E’ quindi una modalità di lavoro molto flessibile, che comporta
vantaggi e svantaggi per chi la pratica, ma anche per l’azienda
che la adotta. Valutare i vantaggi e gli svantaggi connessi con
la diffusione del telelavoro non è semplice, poiché il telework
produce e richiede un cambiamento nello stile di vita da parte del
lavoratore. Diventa così difficile stimare con parametri oggettivi
ciò che interferisce sulla sfera soggettiva dell’individuo. Pertanto
i medesimi effetti sono percepiti da individui diversi, ora come
positivi ora come negativi.
Inoltre, ad ogni beneficio che un’organizzazione o un individuo
può trarre dal passaggio al telework corrisponde un investimento
in termini di adattamento al nuovo modo di realizzare il proprio
lavoro. Dal 1999 la Comunità Europea ha notato i cambiamenti avvenuti
nelle pratiche di lavoro e proposto il passaggio dalla terminologia
‘telework’ all’ework (European Commission, 2002), inteso quest’ultimo
come possibilità di svolgere il proprio lavoro in qualsiasi luogo
anche diverso dalla propria abitazione - senza limiti spaziali -
purché tecnologicamente supportato.
Conclusioni
L’obiettivo da cui ha mosso l’analisi è stato quello di sviluppare
un approccio valido nell’estrarre e ripercorrere le linee del cambiamento
di opinione in merito al telelavoro, ricostruendo l’accentuarsi
o attenuarsi delle differenze di genere nel corso degli anni e restituendo
un’informazione sulla bontà delle discussioni che si affrontano
all’interno di liste di discussione tematiche.
L’evoluzione del telelavoro in Italia è stata tracciata usufruendo
delle tecniche di analisi delle concordanze e delle specificità
attive in Lexico. E’ stato così possibile individuare gli aspetti
tematici dibattuti e le differenze di genere che hanno accompagnato
questo fenomeno. In particolare risultano estremamente significativi
il largo riferimento all’azienda Telecom Italia nel sub-testo ‘uomini-1996’
e l’andamento inverso della presenza dei termini ‘vantaggi’ e ‘costi’
nei messaggi delle donne 1996 e 1998. A posteriori è possibile affermare
che la storia del telelavoro in quegli anni risulta essere stata
in gran parte quella argomentata nelle liste. Ciò è ad attribuirsi
oltre allo strumento anche ai singoli profili dei componenti della
mailing list: appassionati ma anche esperti della materia.
Se l’analisi delle e-mail può divenire uno strumento per ricostruire
l’evoluzione delle attività lavorative (Yueyu Fu, Honk Zhangm, 2002)
e se come scrive Christian Huitema (1996): “è stato per poter utilizzare
l’e-mail che abbiamo iniziato a costruire Internet”, lo sviluppo
di tools per il trattamento automatico dei dati provenienti dalla
Rete non solo ha una sua necessità d’essere ma trova anche differenti
applicazioni. Ci sono però da tener presenti le difficoltà legate
all’analisi lessico testuale di una forma di linguaggio ibrida propria
della comunicazione mediata da computer. Infatti, se da un lato
attraverso l’estrazione del linguaggio peculiare è stato possibile
notare che conversare in mailing list significa anche parlare della
lista e della Rete stessa con due linguaggi che si sovrappongono,
d’altro lato esso porta ad alcune criticità anche quando si lavora
con un file che supera le 20.000 occorrenze. L’analisi dei messaggi
provenienti dalle due liste e ripartiti per annualità e genere si
è pero rilevata un’utile tecnica per una retrospettiva dell’evoluzione
del telelavoro in Italia.
NOTE
1] I materiali sono stati
gentilmente concessi da P. Di Nicola moderatore di ambedue
le liste.
2] Consiste nella ripetizione
di parti della mail cui si risponde. Viene riportato in automatico
e per intero nella nuova mail preparata dalla funzione reply.
3] Negli U.S.A. si parla
invece di telecommuting, per mettere in risalto il risparmio
degli spostamenti quotidiani dei pendolari, o commuters.
4] Si ha quando il lavoratore
utilizza una stanza, un angolo della casa, dotati delle apparecchiature
informatiche necessarie, per svolgere la sua attività. I contatti
con l’ufficio vengono gestiti via Internet.
5] In questo caso il lavoratore
non si reca in azienda né lavora da casa, ma usufruisce di
un centro attrezzato per il telelavoro.
6] Si ha quando l’attività
si svolge da una postazione di ingombro ridotto, composta
da un pc portatile, un fax, modem e un telefono cellulare.
7] Questa particolare modalità
di lavoro evidenzia come il telelavoro non si riduca semplicemente
al lavoro svolto a casa, ma è proprio anche di quei teams,
i cui membri si trovano lontani geograficamente, ma uniti
dal lavoro sul medesimo progetto.
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