Contributi su aree tematiche differenti
M@gm@ vol.2 n.4 Ottobre-Dicembre 2004
PIANI PERSONALIZZATI D'INTERVENTO E PRATICHE NARRATIVE
Orazio Maria Valastro
valastro@analisiqualitativa.com
Presidente Osservatorio dei Processi
Comunicativi, Associazione Culturale Scientifica (www.analisiqualitativa.com);
Dottorando di Ricerca all'IRSA-CRI (Institut de Recherches
Sociologiques et Anthropologiques - Centre de Recherches sur
l'Imaginaire) presso l'Università degli Studi ''Paul Valéry''
di Montpellier; Laureato in Sociologia (Università degli Studi
René Descartes, Parigi V, Sorbona); Fondatore, Direttore Editoriale
e Responsabile della rivista elettronica in scienze umane
e sociali "m@gm@"; Collaboratore e Membro del Comitato Scientifico
della "Revue Algérienne des Etudes Sociologiques", Université
de Jijel-Algeria; Sociologo e Libero Professionista, Studio
di Sociologia Professionale (Catania).
Angela Fichera
cooporizzonti@infinito.it
Assistente Sociale lavora presso
la Cooperativa Cooperativa Sociale "Orizzonti" (a r.l. O.N.L.U.S.),
nata nel 1999 a Misterbianco (CT) con l'intento di promuovere
l'integrazione sociale dei cittadini attraverso azioni che
mirano all'inserimento lavorativo di persone svantaggiate.
Linda Caserta
caserta.linda@virgilio.it
Pedagogista
dell'équipe Interprofessionale del Progetto "Liberi ... verso il Futuro",
programma d'intervento a sostegno di portatori di handicap gravi ai
sensi dell'art 39 della legge 104/92, promosso dal Comune di Misterbianco
e finanziato con Decreto dell'Assessorato Enti Locali n.719 dell'8/06/2000,
affidato alla Cooperativa Sociale di Tipo "B" "Orizzonti", nell'aprile
2001.
"L'Handicap è un
concetto dinamico che deriva dall'interazione tra le capacità
individuali e le condizioni circostanti nelle quali si devono
manifestare queste capacità. La comunità e la sua organizzazione
sociale sono, di conseguenza, responsabili della promozione
di condizioni più favorevoli per il pieno sviluppo delle persone,
evitando ed eliminando le cause che lo rendono difficile e
lo impediscono." (Dichiarazione di Barcellona -1995) [1]
UN ORIENTAMENTO TRANSDISCIPLINARE ED UN APPROCCIO SISTEMICO
RELAZIONALE
Il nostro contributo collettivo alla rivista m @ g m @ è un
rapporto sulle attività svolte tra il mese di novembre del
2003 e il mese di dicembre del 2004, che ci permette al tempo
stesso di considerare il modello d'intervento che ha caratterizzato
la nostra équipe interprofessionale, confrontata con la condizione
sociale, personale e familiare, di alcuni soggetti diversamente
abili. L'intervento professionale realizzato è stato predisposto
favorendo l'integrazione delle professionalità dell'équipe,
composta di un sociologo, un'assistente sociale, una pedagogista
ed una psicologa, all'interno di un modello di riferimento,
l'approccio sistemico relazionale, che in questo caso si caratterizza
come un processo di natura socio-educativa. Intervenendo nella
prospettiva di consentire il raggiungimento di obiettivi prestabiliti
e mirati al benessere psico-fisico di soggetti diversamente
abili ed alla loro integrazione sociale ed esistenziale, sono
stati coinvolti anche agli stessi operatori sociali che li
affiancano in alcune attività di assistenza e sostegno, insieme
ai loro familiari. Le nostre riflessioni propongono un'analisi
dell'attività professionale costruita in un'ottica transdiscipliare
insieme al tentativo di presentare un elaborato testuale a
più mani, sollecitando altri contributi che possano proporre
degli articoli collettivi in grado di articolare in modo sempre
più complesso una transversalità rispetto all'intervento professionale
in contesti sociali e culturali.
L'elaborazione e la predisposizione di progetti educativi
personalizzati che accompagnino l'evoluzione della presa in
carico di soggetti diversamente abili, oggetto specifico del
progetto per il quale è stata attivata la nostra équipe, sono
stati valutati rendendo partecipi gli stessi operatori sociali
che intervengono e sostengono con attività socio-educative
dei soggetti diversamente abili e le loro famiglie, concependo
dunque un approccio sistemico relazionale come pratica educativa
e sociale, come strumento d'intervento sociale. L'approccio
sistemico può essere in questo modo considerato come uno strumento,
metodologico e pratico, che ci consente di essere consapevoli
dei differenti sistemi umani nei quali possiamo situarci,
considerando l'approccio sistemico come gestione della comunicazione
e di interventi sociali e al tempo stesso come pratica educativa
e sociale che facilita e sostiene dei possibili percorsi educativi
personalizzati cui sono resi partecipi diversi attori sociali
[2].
La comunicazione umana applicata ai contesti di aiuto alla
persona nel lavoro educativo e sociale promuove una visione
ed una comprensione delle relazioni che sostiene il ruolo
attivo e partecipe di differenti attori sociali, nel definire
e riconoscere come proprio il percorso e le finalità individuate
da un piano educativo personalizzato di aiuto alla persona.
Le dinamiche relazionali coinvolgono dei sistemi di riferimento
che devono essere necessariamente considerati per riuscire
a riconoscere e trasformare la vita quotidiana dei soggetti
diversamente abili presi in carico, riconoscendo innanzi tutto
ai soggetti la capacità di essere degli attore partecipi e
attivi del cambiamento e questo determina alcune prassi fondamentali
[3]:
sostenere e accompagnare le persone per individuare e scoprire
delle soluzioni in modo autonomo e/o partecipato (non imporre
soluzioni o interventi predefiniti);
essere in grado di mettere in discussione gli interventi programmati
in funzione delle persone con cui ci relazioniamo (non cambiare
le persone se non cor/rispondono alla pianificazione dell'intervento);
considerare l'importanza della comunicazione con i sistemi
familiari con cui si interagisce e l'interazione che si sviluppa
con le persone che ne fanno parte (non focalizzare solo l'organizzazione
del sistema familiare);
essere consapevoli del proprio ruolo e dei limiti evidenti
imposti all'intervento (la pratica educativa e sociale non
deve essere influenzata da valori personali); comprendere
i processi relazionali (evitare la ricerca dei responsabili
delle difficoltà familiari);
esaminare le relazioni e le interazioni con le persone (sottrarsi
ad una comprensione lineare che focalizza il funzionamento
delle persone e delle famiglie sensa considerare l'influenza
della comunicazione che determina l'agire dell'operatore sociale).
IL PROGETTO "LIBERI ... VERSO IL FUTURO":
bisogni e potenzialità dei diversamente abili, l'esperienza
della Cooperativa "Orizzonti" [4]
L'inserimento sociale del disabile appare realizzabile a condizione
che si attivino servizi per leggere e interpretare il problema
nella sua complessità. In questo ambito si colloca il Progetto
"Liberi ... verso il Futuro", un programma d'intervento a
sostegno di portatori di handicap gravi ai sensi dell'art
39 della legge 104/92. Il progetto presentato dal Comune di
Misterbianco nel Settembre del 1999 e ammesso a finanziamento
con Decreto dell'Assessorato Enti Locali n.719 dell'8/06/2000
ha preso avvio, tramite affidamento diretto alla Cooperativa
Sociale di Tipo "B" "Orizzonti", nell'aprile 2001. Esso si
sostanzia nell'erogazione di un servizio di assistenza domiciliare,
integrata dalla predisposizione di piani personalizzati d'intervento
finalizzati al recupero e/o potenziamento di quelle funzioni
essenziali alla vita di relazione, con misure di sostegno
scolastiche-formative, culturali, sportivo-ricreative e di
mobilità.
Il progetto tende al miglioramento della qualità di vita dell'utente
e delle rispettive famiglie attraverso azioni dirette al recupero
parziale o complessivo della capacità di gestione della vita
quotidiana anche nella previsione del "dopo di noi". Sulla
base delle esigenze emerse durante l'espletamento del servizio
si è reso necessario apportare alcune modifiche rispetto al
numero dell'utenza, che da otto unità è passata a dieci, e
all'organico, inserendo alcune figure specialistiche quali
psicologo, sociologo pedagogista. Il servizio fruibile da
disabili con accertata condizione di gravità certificata ai
sensi della L.104/92 attualmente è erogato a n.10 soggetti
segnalati dal Servizio Sociale del Comune di Misterbianco
e con una fascia d'età compresa tra i cinque ed i trenta sei
anni.
Per quanto concerne i contenuti dell'intervento il servizio
si struttura secondo un modello centrato sulla relazione.
Nello specifico le attività proposte agli utenti privilegiano
le seguenti aree:
area delle abilità di relazione sociale e di comunicazione
(animazione, attività esterne ...);
area delle abilità cognitive (attività didattica, attività
multimediale, attività musicale ...);
area delle abilità pratiche (attività relative alla cura della
persona, attività manuali, attività pittoriche).
Rispetto all'intervento domiciliare si possono distinguere
tre tipi di attività:
attività di carattere informale - intese come mediatori della
relazione;
attività semistrutturate - che consistono in occupazioni strettamente
connesse a bisogni di tipo personale;
attività strutturate - collaborazione per il governo dello
spazio abitativo dell'utente, accompagnamento per visite medico-sanitarie
o per commissioni.
Nella pratica operativa gli interventi trovano definizione
mediante l'équipe, ambito di verifica e confronto atta a:
impostare una linea comune d'intervento;
verificare in itinere il percorso dei progetti educativi personalizzati;
organizzare le attività.
A supporto dell'attività progettuale e operativa un grosso
imput di natura professionale è stato fornito dalle figure
specialistiche inserite nell'organico del servizio durante
l'ultimo semestre del 2003. Cogliendo l'esperienza già maturata,
essenziale si è rilevato l'intervento dei consulenti a sostegno
del ruolo genitoriale e sociale delle famiglie nonché nel
valutare l'idoneità degli interventi individualizzati in atto.
L'analisi dei contesti familiari curata in particolar modo
dal sociologo e in parte dalla psicologa, ha messo in evidenza
situazioni complesse e difficili. I dati raccolti hanno in
alcuni casi un carattere oggettivo, altre volte invece derivano
dalla valutazione congiunta della famiglia stessa e dell'operatore.
L'aspetto considerato con una certa attenzione è stato l'esame
dell'impatto della disabilità sul tessuto familiare. Dalle
valutazioni espresse si evidenzia che le famiglie con disabili
gravissimi vivono la condizione del figlio con rassegnazione:
l'altissimo bisogno di assistenza di questi soggetti sottopone
la famiglia a uno sforzo continuo che non può non influire
sulle sue relazioni interne. Solo nel caso di famiglie con
disabili medio-lievi si evidenzia un vissuto di accettazione
e un livello di aspettative maggiore per la vita futura del
soggetto. L'esame delle caratteristiche dei disabili ha portato
a considerare anche i loro bisogni, o meglio quelli percepiti
come tali dall'operatore e dalle famiglie. Dalle valutazioni
raccolte si evidenzia tra i principali bisogni quello dello
sviluppo delle relazioni umane e sociali e per una percentuale
minore, relativa ai casi medio-gravi, la formazione professionale
e l'inserimento lavorativo protetto.
Questo intervento traccia nuove linee operative per l'intervento
della Cooperativa Orizzonti a sostegno di portatori di handicap
gravi ai sensi dell'art 39 della legge 104/92. Per quanto
riguarda gli obiettivi specificati nel progetto si ritiene
possibile fare una prima verifica sottolineando che quelli
a breve e medio termine (quali stimolare nell'utente l'acquisizione
di nuove competenze, valorizzare le capacità residue, migliorare
la capacità di comunicazione ...) possano essere ritenuti
raggiunti. Si ritiene invece che sia troppo presto per valutare
il raggiungimento di quello a lungo termine (inserimento lavorativo
del disabile), troppo "ambizioso" rispetto a un servizio così
giovane in via di sperimentazione. Da queste riflessioni si
evince pertanto che l'attività futura debba svolgersi nell'ottica
dell'integrazione lavorativa del diversamente abile, potenziando
i collegamenti di rete con le agenzie di sviluppo sociale
che operano nel territorio.
LE FASI DELL'INTERVENTO
Fase 1) Ricomposizione del profilo medico-psicologico-sociale
dei soggetti diversamente abili
Al fine di considerare il profilo medico-psicologico-sociale
ci è avvalsi, nella prima fase dell'intervento, dei piani
personalizzati precedentemente elaborati, esaminando gli obiettivi
educativi in precedenza individuati; gli incontri con l'équipe
dei consulenti, gli operatori e i responsabili della Cooperativa
Orizzonti, ha permesso di esaminare ulteriormente una valutazione
pluridimensionale dei soggetti diversamente abili; le schede
di valutazione e di osservazione pedagogica, realizzate dalla
consulente rispetto all'area senso-percettiva, dell'autonomia
personale, relazionale-affettiva, psico-motoria e cognitiva,
hanno completato adeguatamente le indicazioni sui profili
dei soggetti da orientare.
Sono stati somministrati dei test multifattoriali per la rilevazione
delle abilità di base nelle diverse aree tra cui:
l'area psicomotoria;
l'area delle percezioni sensoriali;
l'area dell'autonomia personale;
l'area relazionale-affettiva;
l'area cognitiva.
L'area psicomotoria descrive "come funziona il soggetto" in
riferimento a:
motricità globale, prendendo in esame le posture possibili,
l'equilibrio, le modalità di controllo dei movimenti;
motricità fine, operando un'accurata osservazione circa il
grado di prensione e di fermezza.
L'area delle percezioni sensoriali descrive "come funziona
il soggetto" in riferimento a:
funzionalità visiva;
funzionalità uditiva;
funzionalità tattile;
funzionalità gustativo-olfattiva.
L'area dell'autonomia personale fa riferimento a:
autonomia della persona - come riconoscere la propria identità,
se il soggetto ha capacità nella pulizia personale, nell'abbigliamento,
nell'ambiente familiare;
autonomia sociale - capacità di autogestirsi all'interno ed
all'esterno di ambienti noti, capacità nell'uso di strumenti
quali il telefono, citofono, mezzi di trasporto.
L'area psico-relazionale ed affettiva analizza:
l'area del sé, prendendo in considerazione il grado di autostima
e di controllo emotivo;
il rapporto tra sé e gli altri.
L'area cognitiva rileva:
capacità di organizzare il pensiero ed il linguaggio;
capacità di percezione visiva e uditiva (discriminazione di
colori, forme e dimensioni);
capacità grafiche;
capacità di attenzione, concentrazione e memoria.
Fase 2) L'intervento psico-pedagogico:
presa in carico emotiva e valorizzazione delle potenzialità
personali
Attenzionare lo sviluppo della personalità con l'educazione
implica un piano di lavoro principalmente a carattere integrativo
per garantire:
l'integrazione dei ragazzi nel loro ambiente di vita e di
apprendimento;
una completa socializzazione e fruizione dei beni sociali;
il proseguimento ed il mantenimento dello sviluppo della personalità
con l'educazione.
Realizzare l'integrazione sul piano pedagogico significa che
tutti i ragazzi (senza esclusione dei bambini handicappati
per genere e/o grado di gravità di un handicap presente),
in cooperazione l'uno con l'altro, giocano, imparano, lavorano,
ciascuno al proprio livello di sviluppo, con le competenze
attuali quali percezione, pensiero, azione. Questo permette
ai bambini handicappati e non, di sentirsi ricchi e sviluppare
una propria identità insieme con gli altri. Da un punto di
vista pedagogico, nei soggetti con handicap, occorre potenziare
tutte le capacità residue in ogni direzione, tenendo conto
della natura della minorazione.
Infatti occorre potenziare:
la dimensione intellettuale - attraverso procedure didattiche
che puntino sulla concretezza;
la dimensione corporea - attraverso giochi adeguati alla minorazione,
le attività psicomotorie possono essere molto utili a questo
proposito;
la dimensione socio-affettiva - spesso il bambino handicappato
è fortemente egocentrico per cui il lavoro di gruppo lo può
aiutare a superare questa dimensione psicologica, è importante
però che il gruppo non sia numeroso, soprattutto per quei
bambini autistici o psicotici che tendono a dissociarsi dalla
realtà;
la dimensione estetica - il bambino handicappato può avere
limiti di creatività ma occorre insistere anche in questa
direzione attraverso attività grafico-pittoriche e laboratori
creativo- manuali.
Il fondamento del lavoro pedagogico con persone diversamente
abili è quello della presa in carico emotiva, cioè, ogni essere
umano, anche il più grave, ha un mondo emotivo, e si deve
cercare di capire e conoscere il suo stato d'animo. Quindi
si deve imparare a conoscere da che cosa può essere spaventato,
quali possono essere le domande che ci sono in lui. Parlare
di presa in carico significa parlare di che cosa succede in
una relazione tra due persone di cui una ha bisogno d'aiuto
e l'altra si propone di aiutarlo sentendo che in qualche modo
può intervenire a favore. Il capire ciò che piace, ciò di
cui ha bisogno e le paure dell'altro, può aiutarci ad affrontare
le sue difficoltà anche se sono da ricondurre al suo stato
di minorazione. La presa di carica emotiva è il primo passo
per attivare un piano educativo/pedagogico personalizzato
per soggetti con handicap.
La seconda tappa consiste nell'analizzare dal punto di vista
funzionale le potenzialità e le carenze presenti nelle diverse
aree di sviluppo. Valorizzare le capacità di una persona diversamente
abile nelle diverse aree di sviluppo e nello stesso tempo
potenziare queste sue abilità, serve a dare possibilità nuove
di "entrare" in modo attivo nel flusso delle relazioni interpersonali
dei vari ambienti di vita. Anche minime acquisizioni possono
aprire alla persona con handicap "Orizzonti" insperati, attraverso
un intervento che deve essere appropriato al suo grado di
difficoltà. Bisogna stimolare il soggetto con attività semplici
e ben strutturate, soprattutto in maniera ludica ed attraverso
esercizi relativi ai diversi campi di sviluppo (esercizi psicomotori,
giochi ludico-creativi, giochi didattici per l'attenzione,
la memoria e specialmente giochi di socializzazione). Il supporto
informatico può essere utile a far acquisire determinate competenze
anche nell'ambito cognitivo, per prendere coscienza delle
possibilità di movimento e di prensione delle dita della mano,
del braccio, aiutandolo nell'apprendimento della lettura e
della scrittura.
Fase 3) Bilanci di gruppo: orientamento e bilancio di competenze,
un processo di natura educativa
E' stata privilegiata questa modalità d'intervento per rendere
possibile e consentire il coinvolgimento di un numero considerevole
di soggetti, gli utenti, i loro familiari e gli operatori
sociali della Cooperativa Orizzonti. Attraverso la condivisione
e il confronto in gruppo dei vissuti, delle esperienze, delle
aspirazioni, è stato possibile realizzare un setting favorevole
per considerare possibili percorsi individuali per il sostegno
e il recupero della vita relazionale, formativa e lavorativa.
La valutazione e la ricomposizione del profilo medico-psicologico-sociale,
concretizzata nella fase precedente e conseguente all'intervento
parallelo della presa in carico emotiva, consente di passare
da una metodologia diagnostica ad una metodologia costruttivista
che focalizzi l'attenzione sull'analisi dei vissuti, i processi
di ristrutturazione cognitiva e di costruzione delle identità
personale e sociali in atto nei soggetti.
Il processo d'orientamento è in questo modo considerato come
strumento partecipato per interpretare delle vite in divenire,
promovendo la percezione di sé e il rafforzamento dell'io.
I bilanci di gruppo diventano strumenti che facilitano in
questo senso il riconoscere la propria identità, avere una
maggiore conoscenza di sé, verificare le proprie attitudini
e capacità, e insieme ad esse la possibilità di riprogettare
la propria esistenza.
Questa fase dell'intervento è stata concepita come momento
di formazione orientativa, la cui finalità ultima è la validazione
consensuale e concordata dei piani educativi individualizzati
che saranno elaborati successivamente.
Si è cercato quindi di favorire maggiormente, laddove era
possibile, l'espressione delle emozioni e dei vissuti, stimolando
eventuali potenzialità individuali e possibili scelte, valutando
l'esperienza e il contributo degli operatori della Cooperativa
Orizzonti insieme al confronto con i familiari, per esaminare
su quali basi elaborare un piano educativo personalizzato
e concordato che consenta di costruire un proprio progetto
di vita sulla base di quello che alcuni soggetti diversamente
abili possono fare o desiderano realizzare.
Il bilancio di competenze con finalità e impostazioni orientative
assume in questo modo una valenza peculiare: aiuta a definire
le capacità e le aspirazioni degli utenti della Cooperativa
"Orizzonti", soggetti diversamente abili, al fine di mettere
in atto dei percorsi educativi, proponendo in definitiva di
rendere possibile l'elaborazione di un progetto di vita partecipato,
al fine di sostenere dei percorsi d'inclusione sociale ed
esistenziale.
Fase 4) Piani educativi personalizzati e concordati
La realizzazione di un dossier di bilancio, elaborato a partire
dagli incontri con i soggetti diversamente abili, i loro familiari
e gli operatori sociali della Cooperativa Orizzonti, è stato
un momento intermedio all'individuazione e alla successiva
concretizzazione dei piani educativi personalizzati, intesi
come percorsi educativi fondati su di una progettazione partecipata
dove sono stati concordati alcuni obiettivi da perseguire;
sono state riconosciute le responsabilità dei diversi attori
coinvolti; è stata valorizzata la partecipazione ed il ruolo
dei familiari per un orientamento possibile del progetto di
vita degli utenti.
In particolare la struttura logica assunta a riferimento per
la preparazione dei piani educativi personalizzati ha trovato
la sua matrice metodologica in alcuni riferimenti importanti:
quanto appartiene al soggetto in termini di affettività, di
identificazioni, e quindi in primo luogo la famiglia;
quanto costituisce per il soggetto motivo ed occasione di
crescita personale e sociale e quindi la scuola, le strutture
riabilitative, le strutture sociali di base;
quanto costituisce "strumento" per impostare, sostenere e
attuare l'intervento stesso.
Assumono particolare rilevanza le dinamiche relazionali, danno
forme significative e condivise alla vita quotidiana, stabilendo
riferimenti e offrendo ragioni e motivazioni all'esperienza
e all'azione comune. L'attenzione a quanto esse rappresentano,
in termini di possibilità di trasformare la situazione di
vita quotidiana in contesti di aiuto, di crescita e di intervento,
diventa pertanto terreno privilegiato per sviluppare un lavoro
di arricchimento che vede coinvolti i singoli operatori e
l'intera équipe educativa.
PRATICHE NARRATIVE E PROGETTI EDUCATIVI CONCORDATI PER
SOSTENERE DEI PERCORSI CONSAPEVOLI
Bilanci di gruppo con i genitori: sostegno al ruolo genitoriale
e risposte educative partecipate
L'intervento strutturato del bilancio orientativo, ancora
prima di consentire l'elaborazione di un piano personalizzato
concordato per il sostegno e il recupero della vita affettiva
e sociale dei soggetti individuati, deve necessariamente sviluppare
uno spazio di confronto con i genitori dei minori, adolescenti
e adulti, al fine di migliorare la capacità di risposte educative
partecipate e sostenere il ruolo genitoriale.
Il setting di gruppo ha consentito di valorizzare la relazione
genitoriale rispetto alla cura verso i figli, lavorando con
approcci e metodologie autobiografiche per trasformare i ricordi
della cura in narrazioni che diventano strumento per una conoscenza
consapevole proiettata verso un futuro possibile. Riconoscendo
e valorizzando la valenza educativa e di cura dei genitori,
si riconoscono altresì le possibili prospettive future che
si delineano nel dossier di bilancio, rinforzando la consapevolezza
di alcune potenzialità e capacità che vanno sostenute e sviluppate.
Attraverso un approccio di tipo biografico, si sono stimolate
delle narrazioni individuali e di gruppo, favorendo una rielaborazione
consapevole delle proprie storie di vita, promovendo dei processi
di crescita e facilitando la realizzazione e l'autostima personale,
e sostenendo dei percorsi di consapevolezza e capacità orientative
nel ruolo educativo.
Valorizzando l'insostituibile funzione della famiglia a svolgere
il proprio ruolo educativo e di cura, alimentandone l'autostima,
si è cercato di fare emergere dall'esperienza autobiografica
la capacità di pensarsi e di comprendersi come soggetti che
hanno una storia, di valorizzare il proprio ruolo genitoriale
attraverso nuove consapevolezze.
Bilanci di gruppo con gli operatori
Gli incontri con gli operatori della Cooperativa Orizzonti
hanno permesso di valorizzare la loro esperienza professionale
e relazionale con i soggetti da orientare, esaminando insieme
al consulente il processo di orientamento come processo partecipato
di conoscenza e consapevolezza per la condivisione di una
progetto educativo concordato.
La griglia seguente è stata utilizzata per sollecitare gli
operatori a esplorare dei temi e delle tematiche trasversali,
conducendo il gruppo di discussione ad un confronto ed uno
scambio, facilitando la comunicazione e l'analisi dei contenuti
emersi.
FOCUS
GROUP: Gruppo di Discussione |
||||
Esplorare / Generare nuove idee, opinioni, problematiche |
||||
TEMATICHE SPECIFICHE |
TEMATICHE TRASVERSALI |
|||
La qualità della vita: definita individualmente, legata al vissuto personale, con speranza di futuro. Il territorio: spazio più ampio di vita, di relazioni e di esperienze. La famiglia: collaboratrice nella programmazione e negli interventi. |
Sostegno e sviluppo delle capacità di gestione della quotidianità. L'individuazione e valorizzazione delle abilità e delle competenze sociali. Costruire le condizioni per lo sviluppo delle competenze e delle abilità socio-comunicative. Lo sviluppo di una cultura e di una pratica della solidarietà, coinvolgendo familiari, vicinato, altre persone significative. |
Bilanci di gruppo con i soggetti da orientare
Negli incontri di gruppo con i soggetti da orientare, suddivisi
per differenza di età, si è cercato di favorire maggiormente,
laddove era possibile, l'espressione delle loro emozioni e
dei loro vissuti, stimolando eventuali potenzialità individuali
e possibili scelte.
E' stato utilizzato il disegno come momento di condivisione
per stimolare un confronto reciproco sul pensare e sul sentire:
una serie di indicazioni sul tema da disegnare hanno permesso
di aiutare a chiarire le esperienze emozionali e le questioni
relazionali, per formularli laddove è stato possibile sotto
forma di comunicazione di tipo verbale e non verbale.
I disegni rappresentano l'immagine di sé nel presente e nel
futuro (disegna te stesso, come sei adesso e come sarai da
grande), rinviando all'area del saper essere; si riferiscono
inoltre all'area delle relazioni familiari (disegna la tua
famiglia, la tua casa).
NOTE
1] Un ringraziamento particolare desideriamo
esprimerlo ad Anna Donatelli, Presidente della Cooperativa
Sociale "Orizzonti", per il suo eccezionale impegno nei confronti
delle ragazze e dei ragazzi seguite dalla cooperativa, e per
la sua attenzione e applicazione nell'innovare, incrementare
e migliorare le attività promosse per una maggiore integrazione
sociale dei soggetti diversamente abili. Ricordiamo inoltre
il valido contributo professionale e personale della nostra
collega Rosanna Percolla, psicologa dell'équipe Interprofessionale
del Progetto "Liberi ... verso il Futuro", alla quale non
è stato possibile partecipare a questo contributo collettivo
a causa di sopraggiunti impegni familiari.
2] Le fasi dell'intervento presentate
più avanti sono state curate dall'assistente sociale, coordinamento
dell'intervento programmato e concordato dall'équipe; dalla
psicologa, formazione degli operatori e contatto con le famiglie;
dalla pedagogista, l'intervento psico-pedagogico; e dal sociologo,
l'orientamento e il bilancio sociale di competenze.
3] L'approccio sistemico relazionale
ha rivoluzionato l'intervento professionale: le osservazioni
che seguono fanno ad esempio parte delle pratiche formative
e professionali promosse da Espace Transformation, Centro
di Formazione all'Approccio Sistemico diretto da Jean Paul
Fluteau (Francia), associato alla Chambre Européenne E.F.T.A.
(European Family Therapy Association) degli Istituti di Formazione
per la Terapia Familiare.
url: https://www.espacetransformation.fr/
4] La Cooperativa Sociale "Orizzonti"
a r.l. O.N.L.U.S. è nata nel 1999 a Misterbianco (CT) con
l'intento di promuovere l'integrazione sociale dei cittadini
attraverso azioni che mirano all'inserimento lavorativo di
persone svantaggiate. La Cooperativa, integrata di tipo "B",
è composta da Risorse Umane altamente specializzate, la cui
formazione è avvenuta attraverso un corso professionale di
alto livello per "Operatore del Telelavoro e della Teleassistenza"
promosso dal Comune di Misterbianco (CT) ed attuato dalla
Cooperativa Sociale "Luigi Sturzo". Punto di forza della Cooperativa
è la realizzazione di servizi personalizzati con l'apporto
di personale qualificato e competente.
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