L'approccio qualitativo e le sue applicazioni nell'intervento professionale
Lucio Luison (a cura di)
M@gm@ vol.2 n.1 Gennaio-Marzo 2004
COUNSELLING SOCIOLOGICO: CONSIDERAZIONI SUI FONDAMENTI DI UN'IDENTITÀ IN DIVENIRE
Lidia Dutto
lidutto@libero.it
Con una prospettiva eclettica e polivalente, ha saputo acquisire e coniugare diversi percorsi formativi oggi inseriti all'interno della propria professione; dopo una formazione linguistica in Italia, ha lavorato in Francia, Gran Bretagna e Germania; nel 1981 ha fondato lo studio "Le Lingue" (Chiusa di Pesio, Provincia di Cuneo) ove tutt'ora si occupa di Traduzioni ed Interpretariato ed oltre ai servizi linguistici offre consulenza specializzata in ambito sociologico (ricerche sul clima aziendale, ecc.) e servizi di counselling per le risorse umane per aziende e privati; appassionata di studi e ricerche sul campo, ha successivamente conseguito la laurea in Pedagogia ad Indirizzo Sociologico, discutendo una brillante tesi in Antropologia Culturale presso l'Università di Torino; attualmente conduce ricerche nel settore dell' Etnografia Rurale; si è specializzata in Counselling ad indirizzo Ipnologico Costruttivista presso l'A.E.R.F. coniugando la propria formazione sociologica con le tecniche di counselling per le risorse umane; collabora con prestigiosi istituti nel settore delle Scienze Sociali per saggi e ricerche.
"Ma
che tipo di animale è?"
Oggi il counselling sta espandendosi in Italia a macchia d'olio. Scuole con diversi indirizzi ed orientamenti sono ormai presenti nelle maggiori città. Ma il counsellor è una figura nuova nell'assetto culturale relativo alle professioni istituzionalizzate presenti sul territorio italiano. Più volte mi vedo perciò spiegare ad una possibile utenza finale il ruolo del counsellor nella sua primaria funzione: attivare le migliori risorse esistenti all'interno della persona per giungere, insieme, ad una possibile soluzione di un problema che la persona presenta e lavorare con/per la persona stessa al fine di estrapolare il meglio del sé. E poi, la mia spiegazione continua poiché impellente il bisogno di chiarire all'altro le possibilità insite in un secondo aspetto che caratterizza la mia professionalità: la consulenza sociologica. E' un lavoro di informazione che deve antecedere il lavoro di formazione.
Da un punto di vista personale sociologo e counsellor condividono di fatto molteplici orizzonti in comune: fondamentalmente l'anelito verso una visione multicomprensiva della realtà e delle sue dinamiche, il rispetto dell'essere umano nella sua dimensione personale e sociale, la ricerca nelle pieghe della Weltanschauung soggettiva da decriptare con solerte dedizione in quanto foriera di direzioni specifiche non facilmente accessibili ad uno sguardo superficiale.
Molto può dunque offrire una prospettiva sociologica al lavoro del counsellor. Qui, finalmente, teoria e pratica si incontrano per superare con eleganza la dicotomia esistente tra due impostazioni totalmente diverse di essere e di porsi in azione. In questo senso, per lavorare sul campo secondo un approccio efficace, i differenti approcci teorici diventano lo sfondo su cui proiettare possibili direzioni alle domande che la realtà personale e sociale ci pone, un ventaglio di domande che provengono da una realtà, individualmente o socialmente rappresentata, alle quali troviamo possibili risposte nelle diverse cornici teoriche. In questa visione i diversi approcci - funzionalismo, teoria del conflitto, teoria della scelta razionale, interazionismo simbolico, fenomenologia, etnometodologia, strutturalismo, sociobiologia, ecc. - possono agilmente rappresentare per il counsellor un supporto dal quale reperire, così come avviene per lo scienziato impegnato nella ricerca sociale, possibili ausili all'intervento ed attraverso i quali avviare il proprio percorso di aiuto efficacemente inserito nell'alveo socioculturale del cliente. E' la pratica che si appoggia alla teoria per tornare, arricchita, sul campo con nuove possibilità.
Il sociologo-counsellor possiede, in quanto sociologo, gli strumenti concettuali per identificare la rappresentazione cognitiva e valutativa che il cliente ha del proprio ambiente che crea disagio e, in quanto counsellor, le tecniche per accedere a questo sistema chiuso e "creare dissonanza al ritmo che un tale sistema impone" (Dutto L., "Dal muovere al mutare: il magico connubio tra discipline sociologiche ed Ipnosi Costruttivista", Tesi per il Corso di diploma in Counselling ad indirizzo Ipnologico Costruttivista).
Ma prima di tutto spetta al sociologo, come d'altronde al counsellor, uscire dalle pastoie in cui il concetto pertinente la professione può ancora rimanere invischiato. Dal mio punto di vista, occorre uscire allo scoperto e cercare innanzitutto una propria identità quale figura professionale competente ed attenta sul mercato della società complessa. Non è possibile vivere secondo proiezioni ed identificazioni che non ci appartengono. Il sociologo ed il counsellor possiedono competenze specifiche attraverso le quali offrire al cliente una prospettiva diversa rispetto a quella che crea disagio. Il sociologo è uno scienziato sociale, esperto nella ricerca e/o nei servizi di consulenza, consulenza che egli può offrire sia individualmente sia nei gruppi. A questo riguardo, importanti spunti metodologici e pratici provengono dalla sociologia clinica la quale, come dimostra il volume "Introduzione alla Sociologia Clinica" curato da Lucio Luison, è essenzialmente una sociologia pratica, diagnostica, centrata sullo studio dei casi e orientata al cambiamento e, dunque, possiede i presupposti per essere una sociologia di intervento.
Una formazione accademica a orientamento pedagogico-sociologico
trova, poi, un suo specifico valore aggiunto nella formazione all'intervento
di "counselling", a sua volta strutturato all'interno di una cornice
psicologica e metodologica di riferimento in grado di offrire nuovamente
ulteriori possibilità. La mia particolare esperienza, in quanto
sociologa e counsellor ad indirizzo ipnologico costruttivista, conferma
la validità di un approccio multidisciplinare per relazionarsi efficacemente
con la persona dalla quale proviene la richiesta di aiuto. Nello
specifico, la mia proposta di counselling prende in considerazione
un modello dai presupposti sociologici teorico-pratici e che sul
campo diviene un modello di lettura e di lavoro con la persona.
Partendo dalla dimensione individuale, il modello considera i legami
con le rispettive altre dimensioni, ovvero famigliare, sociale e
cosmica, e lavora per attivare e/o riunire i fili tagliati, perduti
o allentati nelle rispettive dimensioni. In esso l'ipnosi diviene
il collante emotivo per consolidare o ristabilire l'appartenenza
ad esse. E' un "modello dell'appartenenza" che lavora alla riconciliazione
del sé col mondo. In ciò, come dice la sociologia clinica, il sociologo,
e qui anche counsellor, diviene il change agent all'interno
del sistema del cliente, un agente del/per il cambiamento propositivo,
preparato e diffusore di speranza.
Va da sé che il modello citato deriva parimenti da un lungo lavoro di ricerche sul campo nel settore dell'etnografia rurale che ho condotto nella vallata ove risiedo. In questo percorso, ho costantemente avvertito come denominatore comune presso tutti gli anziani testimoni interpellati, due aspetti che considero fondamentali per il modello dell'appartenenza che oggi propongo: in primo luogo, un profondo senso di identità, derivante dall'appartenere ad una comunità, che ha condotto queste persone a coniugare armonicamente la dimensione dell'esistere con quella dell'essere e, secondo aspetto certamente non ultimo per importanza, un dialogo continuo con la natura.
Inserire questi risultati, i risultati di un lavoro di etnografia
rurale, all'interno dell'intervento di counselling ha l' obiettivo
di esplicitare al cliente, figlio oggi di una sempre crescente complessità,
le possibilità insite nelle proprie radici. Identità e dialogo con
l'universo, infatti, scaturiscono talvolta prepotentemente lesi
in molte persone. Il "modello dell'appartenenza" lavora per ripristinare
i fili di collegamento con essi poichè, "se appartengo, in fondo
sono".
Il counsellor a cui si chiede in primo luogo di acquisire uno specifico orientamento per operare sul campo in modo professionale ed attento ma che inoltre possiede gli strumenti offerti dalla prospettiva sociologica ha dunque in sé - come enfatizzato - molteplici possibilità per superare agilmente la dicotomia tra teoria e pratica in quanto: a) da un punto di vista scientifico può lavorare sulla base di impostazioni in grado di offrire tecniche e strumenti di lettura del sistema; e, b) da un punto di vista concreto può operare sul campo con tecniche e strumenti efficaci per ottenere benefici e risultati. Ciò può avvenire di fatto attraverso l'unione delle specializzazioni. Attraversando molteplici campi, dalle teorizzazioni sociologiche alla sociologia applicata, dalla sociologia clinica all'etnografia rurale, dagli orientamenti della psicologia costruttivista all'ipnosi, vedo confermati i legami che queste scienze possiedono. Sono scienze dinamiche, in grado di condurre all'azione ed hanno potenzialità latenti. Intuitivamente e concretamente esse costituiscono un fondamento ideale per il lavoro di counselling. Per creare autocoscienza, crescere attivamente e recuperare i fili del proprio essere nel mondo. Senza indugi.
BIBLIOGRAFIA
Chisotti M., Sacchettino P., Vercelli G., 2003, Manuale di Counselling in Ipnosi Costruttivista - Un nuovo modello di intervento nella relazione d'aiuto, A.E.R.F. Torino.
Dutto L., 2003, Dal muovere al mutare: il magico connubio tra discipline Sociologiche ed Ipnosi Costruttivista, Tesi per il Corso di Diploma in Counselling professionale ad indirizzo Ipnologico Costruttivista - Relatore Dott. Giuseppe Vercelli, A.E.R.F. Torino.
Dutto, L., Ricerche di Etnografia Rurale nella vallata del Pesio (Cuneo) (in corso di pubblicazione).
Luison, L. (a cura di), 1998, Introduzione alla Sociologia Clinica - Teorie, metodi e tecniche di Intervento, Sociologia Professionale, Franco Angeli, Milano.
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