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    M@gm@ vol.1 n.4 Octobre-Décembre 2003

    LA FILOSOFIA DELLA RECIPROCITÀ: BANCHE DEL TEMPO E SISTEMI DI SCAMBIO NON MONETARIO


    Paolo Coluccia

    paconet@libero.it
    Dottore in Pedagogia, saggista e ricercatore sociale indipendente; sensibile ai temi sociali, economici, ambientali e culturali, ad una formazione filosofica e psicopedagogica associa una buona conoscenza della legislazione sociale e del lavoro.

    "Le società hanno progredito nella misura in cui esse stesse, i loro sottogruppi e, infine, i loro individui, hanno saputo rendere stabili i loro rapporti, donare, ricevere e, infine, ricambiare!"
    (Marcel Mauss)

    RECIPROCITÀ, SIMMETRIA E SCAMBIO SOCIALE

    La filosofia della Banca del tempo si basa sull'azione di reciprocità generalizzata e sui principi della simmetria e dello scambio sociale, per il raggiungimento della solidarietà.
    Cos'è la reciprocità generalizzata o, più semplicemente, indiretta? Si dà a qualcuno, per ricevere da qualcun altro. Si scambiano così, senza l'intermediazione del denaro, beni, servizi e sapere. L'azione è necessariamente locale. Lo strumento è un'associazione senza fini di lucro che in Italia ha preso il nome di Banca del tempo. Il fine è la solidarietà tra i soci e di questi verso la comunità d'appartenenza. Tutti hanno la possibilità di dare e chiunque ha bisogno dell'altro per ricevere. Il comportamento individuale è il dare, il ricevere e il ricambiare. E' uno scambio tra equivalenti, ma non di mercato, dove lo scambio segue la contrattazione diretta (qualcuno cede la merce in cambio del denaro di qualcun altro). In un sistema di reciprocità si dà a qualcuno per ricevere da qualcun altro in tempi e modi differenti. Al posto del contratto c'è il patto. Non è nemmeno assimilabile al baratto, come confusamente molti sottintendono, perché anche il baratto si svolge frontalmente tra gli equivalenti: si dà un oggetto in cambio di un altro d'uguale valore, d'uso o convenzionale non importa, sempre a seguito di contrattazione. "Il principio del baratto dipende per la sua efficacia dal modello di mercato" (Polanyi, 1974).

    La simmetria è un principio fondamentale in questi rapporti interindividuali.
    Si manifesta:
    a) nella produzione e nell'uso dell'informazione (tutti contribuiscono a creare il circuito informativo di ciò che si dà e di ciò che si riceve - bollettino offerte-richieste);
    b) nella parità sostanziale degli individui in rapporto alla prestazione offerta nel sistema (un'ora dell'imbianchino vale quanto un'ora dell'esperto informatico);
    c) nel pareggio a saldo di tutti i conti individuali, in dare o in avere, considerato che tutti partono con un conto zero (quando qualcuno riceve si "indebita" mentre chi ha dato si "accredita" di ore di tempo o di unità locali di conto) (cfr. Coluccia, 2002).
    Lo scambio sociale consiste della relazione di ego verso alter; finalizzata alla solidarietà del noi, al legame sociale (condivisione), alla comunic-azione (azione-comune). La dimensione umana della reciprocità instaura un nuovo settore sociale: quello della spontaneità e del dono (cfr. Coluccia, 2001, 2002, 2003).
    Non si vuole soppiantare lo stato o il mercato, - questo è importante, anche se non è tutto (Rifkin, 2000) e regola gli scambi della maggior parte degli individui (Godbout, 1993) - ma si cerca di immettere nel sistema sociale un'innovazione basata sui fondamenti antropologici e culturali del dono. "Le società hanno progredito nella misura in cui esse stesse, i loro sottogruppi e, infine, i loro individui, hanno saputo rendere stabili i loro rapporti, donare, ricevere e, infine, ricambiare!" (Mauss, 1965). Infatti, "l'etica dello scambio sociale permette di concepire una rifondazione della democrazia" (Latouche, 2000).

    COME NASCE UNA BANCA DEL TEMPO?

    Metti insieme 10-15 individui (e già questo comporta notevoli difficoltà ai giorni nostri, soprattutto perché ciascuno non ha mai tempo!), consegna loro un pezzo di carta e una penna e chiedi di scrivere, oltre ai propri dati, ciò che sanno fare o ciò che vogliono dare o che vorrebbero ricevere. Aggrega le offerte e le richieste su un foglio più grande, fanne diverse copie e consegna una a testa. Ora l'informazione è comune: tutti dispongono dei nomi, dei numeri di telefono, delle attività, delle disponibilità e dei bisogni di ciascuno. Una Banca del tempo autonoma e autogestita come un sistema di reciprocità indiretta nasce proprio così. Decolla quando realmente si comincia a chiedere e ad offrire. Alla fine di ogni prestazione si stacca un tagliando dove si attesta il valore del bene, del servizio o del sapere ricevuto. Si conteggia in ore o utilizzando un'unità di conto convenzionale e locale. Un gruppo di amministrazione coordina le attività, anima l'associazione, aggiorna i conti, cura la redazione periodica del bollettino offerte-richieste, predispone gli strumenti minimi di funzionamento, presenta i nuovi entrati nel gruppo, convoca riunioni periodiche. Si agisce nella massima parità e trasparenza. Chi fa il furbo o cerca di approfittarsi prima o dopo viene scoperto e non ha vita facile. Sembra tutto molto semplice, ma vi assicuro che dopo anni di attività diretta e di analisi di varie esperienze nazionali ed internazionali, non è proprio così. Sembra proprio una bella idea: purtroppo nella pratica succede di tutto, anche l'imprevedibile (cfr. Coluccia, 2001).

    Un po' di storia e le esperienze straniere

    Questi sistemi di scambio locale si diffondono nel mondo con motivazioni e modelli differenti, anche se è unanimemente riconosciuto che il sistema iniziale e trainante è stato il sistema LETS di M. Linton, elaborato in Canada sulle ceneri di un'esperienza analoga fallita per ingenuità e per inesperienza dei promotori. Dal 1975 si organizzarono in Canada i LETSystem (Local Echange Trading System), che utilizzarono monete locali riferite alla valuta nazionale, al dollaro o al tempo inteso come ora di lavoro. Dal 1985 i LETS, dopo qualche clamoroso fallimento e qualche affinamento tecnico-contabile e con l'apertura della gestione e dell'organizzazione agli aderenti, si sono diffusi rapidamente in Europa (Inghilterra, Germania, Francia, Belgio, Scozia, Italia ecc.) e nel mondo (Argentina, Messico, Venezuela, Brasile, Australia, Senegal ecc.). La parola lets, oltre che il significato dell'acronimo, può significare provocatoriamente anche 'Lasciatecelo fare!'. In Inghilterra si cercò di arginare le difficoltà causate dalle politiche tatcheriane.
    In Francia oltre ai SEL (Système d'Echange Local), orientati in senso ecologico ed anti utilitarista, si sono organizzati RERS (Réseau d'Echange Réciproque de Savoir - Rete di scambio reciproco di sapere) e Troc-Temp (Baratto di tempo). Interessante la Route des SEL, organizzazione nazionale di ospitalità per viaggiatori aderenti ai SEL che permette il pernotto gratuito presso le famiglie che vi aderiscono.
    In Germania esistono diverse configurazioni di sistemi di scambio: i Tauschringe (Cerchi di scambio), i Talents (sistema Talenti), le Zeitbörse (Borse del tempo). Singolare il motto dei Tauschringe: 'Vai, anche senza marchi!'.

    In Belgio è testimoniata la presenza e la sperimentazione di SEL e di LETS: questo ultimo acronimo, a differenza di quello inglese riferito allo scambio commerciale ed economico, significa soprattutto Locale Scambio di Talenti e di Servizi, dove per talenti s'intendono le capacità personali creative dell'individuo.
    In Olanda è attivo un gruppo che divulga e sostiene i sistemi di scambio locale: Aktie-Strohalm. Questa associazione ha organizzato a Strasburgo nel 1998 un Seminario Internazionale Lets con il fine di sviluppare questi sistemi non monetari nelle nazioni dell'Est dell'Europa. Oggi la divulgazione si è fatta ancora più ampia e punta decisamente su alternative economiche.
    Nel 1991 ad Ithaca (New York) parte un sistema orientato a controllare gli effetti negativi dell'economia di mercato. Si stampano le Ore di Ithaca, monete locali multicolorate dipinte su carta filogranata o su canapa tessuta a mano con inchiostro termico, alle quali si è dato un corso legale parallelo. Alcuni bar, ristoranti e cinema accettano le Ithaca-Hours. Questo contante rispetta l'ambiente, non è speculativo e crea lavoro e consumo responsabile.
    In Argentina, sempre agli inizi degli anni 90, si formano i Clubs de Trueque (Clubs di scambio) riuniti successivamente in un progetto di comunicazione denominato Red de Trueque. Con queste associazioni si tenta di rilanciare il dinamismo economico perduto dalle comunità negli anni '80. La Red cerca di mettere le popolazioni in condizione di rispondere ai problemi di esclusione generati dalla globalizzazione dei mercati. Il motto è: 'Il futuro non sta scritto!'.

    Interessante il forum organizzato sul sito https://money.socioeco.org dal 5 febbraio al 5 aprile 2001 sul tema della Moneta Sociale e in preparazione del Seminario internazionale di Santiago (Cile), rivolto alla creazione di un Polo di Socio-Economia Solidale in seno all'Alleanza per un Mondo Responsabile, Plurale e Solidale. Seguì dopo qualche mese un altro incontro a Findorm, in Scozia. Di recente ci sono stati grossi problemi nella gestione dei creditos (moneta sociale del Trueque), che hanno invaso la società argentina e sud-americana, per abusi di emissione compiuti da organizzazioni malavitose.
    L'Australia conta il sistema Lets più numeroso per numero d'iscritti (si parla di 1800 aderenti) e di famiglie coinvolte nello scambio: il Blue Mountain. Ma le notizie sono molto superficiali, a parte un tour di conferenze in Europa di una sua animatrice, Gil Jordan, verso la metà degli anni '90.
    In Senegal sono nati i SEC (Systhèmes d'Echange Communautaire). Si prefiggono non tanto di generare legame sociale (l'Africa ne ha da 'vendere') ma di dinamizzare gli scambi economici, la reciprocità e l'auto-aiuto, mediante reti locali e gruppi di vicinato e di prossimità, con una particolare attenzione alle persone svantaggiate.

    Interessante la recente attività di scambio on-line sulla rete Internet da parte di due organizzazioni: Notmoney in Venezuela (si scambia di tutto: vacanze, viaggi, attività ecc., stimolante il progetto Interser coordinato da Alberto Moron, anche se ultimamente, dai momenti difficili del paese, non ho più notizie dirette) e GRB (Global Resource Bank) negli USA (una Banca globale di risorse che produce ricchezza in maniera conforme alle necessità della produzione e dell'ecosistema: si può godere la prosperità globale, eliminare la povertà, l'inquinamento e rendere l'ambiente naturale sano e generoso mediante gli eco-crediti, la vera ricchezza della terra).
    Ultimamente M. Linton ha spostato il suo campo d'azione in Giappone dove sta stimolando, tra tanti problemi e preoccupazioni, sistemi di scambio basati sulla moneta sociale. Ne sono sorti di diverso genere, anche sulla spinta di un programma televisivo.

    Le Banche del tempo in Italia

    In Italia il fenomeno delle Banche del tempo e dei sistemi locali di scambio non monetario che generano altruismo reciproco generalizzato è molto differenziato. Possiamo distinguere, in modo molto approssimativo, tre modelli di Banca del tempo:
    - la Bdt organizzata, finanziata e gestita dal Comune, a seguito di deliberazione della giunta comunale, con un funzionario pubblico che fa l'animatore, il coordinatore e il segretario dell'esperienza. Questo modello, sviluppatosi in molte città italiane del centro-nord, vede nella Bdt un servizio pubblico da fornire al cittadino, qualificato come utente o cliente, che per le sue necessità si rivolge ad uno sportello, stacca degli assegni per le prestazioni, si accredita o si indebita per le prestazioni date o ricevute, riceve il suo bravo estratto conto periodico..., proprio come avviene nell'immaginario economico e monetario del sistema bancario, solo che al posto delle monete in queste organizzazioni si deposita e si conteggia il tempo.
    - La Bdt che nasce all'interno di un'associazione, di una cooperativa o di un'organizzazione sindacale (Arci, Misericordie, Mag, Auser ecc.). Questi gruppi già costituiti e funzionanti fanno muovere (a mo' di balie) i primi passi alla neonata iniziativa sociale. In positivo, si lascia alla fine che la Bdt proceda con le proprie gambe e che si apra alla comunità; in negativo, può avvenire che il rapporto ideologico di fondo crei dipendenza, perduri all'infinito e che il sistema rimanga chiuso ed individualizzato all'ambiente sociale.
    - La Bdt come sistema autonomo, autofinanziato e autogestito che nasce su iniziativa di alcuni individui ampiamente motivati, spesso carburati ideologicamente (in senso politico, ambientalista, solidaristico ecc.), che si riuniscono ed elaborano un progetto di azione comune, che si autofinanziano e che si autonormano con uno statuto ed un regolamento e con degli strumenti semplici di informazione e di contabilità, per favorire e per registrare gli scambi di reciprocità generalizzata. Non nascondo una certa simpatia per questo modello, pur con qualche riserva. Infatti, il substrato ideologico, se per un verso fa da collante, dall'altro può isolare il gruppo dalla comunità. Inoltre, quando le controversie non si ricompongono facilmente si rischia l'implosione del sistema.

    Il modello di Banca del tempo che divulgo e promuovo è comunque quello autonomo e autogestito, possibilmente non inficiato da significazioni ideologiche o settarie.
    E' stata emanata qualche anno fa una Legge dello Stato (Legge 8 marzo 2000, n.53 "Disposizioni per il sostegno della maternità e della paternità, per il diritto alla cura e alla formazione e per il coordinamento dei tempi delle città") che tenta di stimolare la nascita di Banche del tempo. Come tutte le leggi in materia di legislazione sociale, tale norma disciplina (o almeno cerca di disciplinare) e istituzionalizza, lo spazio d'azione pubblico, che è cosa ben diversa dallo spazio comune.
    In seno all'associazione sindacale CGIL è sorto verso la metà degli anni '90 un osservatorio (Tempomat) delle Banche del tempo, che ha censito, registrato e stimolato la nascita di queste associazioni. Verso la fine dell'anno 2002 Tempomat è 'passato di mano', cioè, avendo la principale sostenitrice, per intervenuti ulteriori impegni, deciso di lasciare questo impegno, l'attività dell'osservatorio è stata divisa in tre parti (sito internet, software di gestione Bdt, formazione). Il tutto è passato alla gestione di alcune persone che nel proprio territorio avevano implementato una Banca del tempo o qualcosa di simile.

    La regione Emilia-Romagna ha svolto un ruolo propositivo e divulgativo, soprattutto nell'ambito delle politiche sociali, curando di recente innanzitutto la bibliografia e le pubblicazioni inerenti questi sistemi di scambio e sostenendo un progetto di Banca del tempo-on-line su internet. Ma anche altri Enti locali, ai vari livelli, hanno cercato di sostenere con mezzi finanziari e divulgativi queste associazioni. Spesso, però, lo sforzo non è stato ripagato e parecchie esperienze sono rimaste a livello di progetto, si sono arenate dopo i primi tempi o sono diventate delle scatole vuote. Non sono mancate, comunque, Bdt attive ed interessanti, almeno nei periodi di punta del fenomeno (anni 1997-2000).
    L'organizzazione no profit Lunaria di Roma ha fatto una notevole attività di divulgazione di questi sistemi locali di scambio non monetario. Con il patrocinio della Commissione Europea ha organizzato il 7 giugno 2001 il primo meeting dell'European Network of Non-Monetary Echange Systems (ENNES), al fine di formalizzare una rete cui aderiscono le più significative esperienze di scambio europee. La rete persegue la promozione dei sistemi non monetari, considerati strumenti di inclusione sociale, mediante la divulgazione di informazioni sulle esperienze attive e significative. I sistemi di scambio non monetario ricreano le reti della comunità riequilibrando il tempo di lavoro con il tempo della vita e facendo emergere le risorse locali, sviluppando le opportunità per uomini e donne e favorendo le buone relazioni. Purtroppo, anche in questo caso, dopo una prima riunione a Bruxelles, l'azione non è continuata e non è stata approfondita.

    Il mondo della ricerca universitaria non è stato a guardare. Numerose le tesi di laurea, nelle più disparate facoltà e discipline (Sociologia, Antropologia, Giurisprudenza, Servizi sociali, Scienze della formazione, Economia ecc.), e i dottorati di ricerca, in università prestigiose, come la Sapienza, la Bicocca ecc.
    Futile, fuorviante e soprattutto deludente l'intervento di giornalisti, soprattutto della carta patinata, che hanno ricalcato nelle loro pagine, in un certo determinato periodo (1997-1998), una lunga serie di luoghi comuni, senza riuscire a cogliere gli aspetti significanti e qualificanti di questi sodalizi. Inutile dire che è mancato l'approfondimento, a parte qualche rara eccezione, come la rubrica Diario dell'Unità (1996) o qualche trasmissione televisiva (Speciale TG1, 1997) o radiofonica (Gr2-cultura e I misteri della notte-Gr2, 2001, 2002) della RAI.

    A Martano (LE), il comune dove abito, l'esperienza di Banca del tempo autogestita nell'associazione ASSEM (Associazione per lo Sviluppo Sociale ed Economico di Martano), a cui ho partecipato e che ho animato, parte verso la fine del 1996. All'inizio il sistema è molto simile ad un LETS, infatti viene denominato Sistema di Scambio Locale (SSL), ed è finalizzato alla fondazione di relazioni d'aiuto sociali ed economiche (reciproche ed indirette) tra gli aderenti, mediante un sistema non-monetario. Il richiamo economicistico in alcuni aderenti è predominante. Si utilizza un'unità locale fittizia per conteggiare gli scambi: il mistòs, rapportato alla lira, (un mistòs = una lira) (dal grìco - antica lingua locale - che significa 'soldo': 'Vali quanto un soldo!' nel linguaggio popolare martanese significa 'non conti nulla!'). Dopo qualche mese, nella primavera-estate del 1997, il sistema di scambio non monetario si evolve. L'idea di fondo diventa il 'dono', quello 'libero', riconducibile al triplice comportamento del dare, del ricevere e del ricambiare, così felicemente descritto da Marcel Mauss. Con la trasformazione del SSL in SRI si passò ad un rapporto con il 'tempo' (base oggettiva: un'ora = 10 mistòs) e al grado di 'riconoscenza e di libertà' del gesto del donante percepito dal ricevente (su base soggettiva).

    Ne è venuto fuori un modo di 'quantificare' completamente estraneo alla logica economica, sia essa onerosa (di mercato) che temporale (delle BdT in generale). Anche la registrazione della prestazione non avveniva con assegni-tempo, ma con 'attestazioni di dono' che il ricevente rilasciava alla fine della prestazione. Non erano depositate ore come in molte BdT e i soci non erano 'clienti' del sistema ma 'fruitori' del 'loro' sistema. L'associazione garantiva che l'informazione fosse trasparente, comune. Tutti i soci potevano conoscere in qualsiasi momento la propria e l'altrui situazione di conto. Anche l'ASSEM era un 'socio' del sistema, che accorpava sul suo conto le quote tessera in mistòs (50 mistòs per socio) che servivano per gestire il sistema in modo completamente non-monetario, per la tenuta della contabilità, per la redazione del bollettino cerca-trova, per il recapito della posta ai soci ecc. Nel sistema è transitato di tutto: verdure spontanee, ortaggi ecologici, trasporto di cose e persone, aiuto allo studio, piccole manutenzioni, consigli estetici, lavori al computer, attività di cucito, artistiche, sportive, lavori di giardinaggio, cibi, torte, ecc. Ma è transitata soprattutto tanta socialità, promozione sociale e comunicazione. C'è stato un notevole interesse per l'esperienza da parte di mass-media locali e nazionali. Alcune tesi di laurea discusse in varie facoltà universitarie italiane hanno trattato quest'esperienza associativa di scambio locale.

    I risultati previsti dall'idea-progetto dell'ASSEM erano: 1) la presenza di un sistema di scambio non monetario; 2) una rete tra associazioni; 3) una comunità interagente ed associata, partecipativa, capace di programmare lo sviluppo locale; 4) la presenza di gruppi tematici e territoriali dinamici e propositivi; 5) la costituzione di un 'fondo non-monetario' di partecipazione allo sviluppo locale, alimentato con percentuali prelevate sul volume annuale degli scambi da destinare alla comunità. I risultati ottenuti sono stati il sistema non-monetario e la costituzione di alcuni gruppi di base tematici e territoriali, purtroppo non tutti dinamici. Non sono nate reti tra associazioni ed è stato complicatissimo spiegate il concetto di comunità interagente e associativa, cioè partecipativa. Ci sono state alcune riunioni con altri gruppi, con associazioni e con l'Amministrazione comunale, per spiegare l'idea-progetto e per attivare una rete, ma non si sono viste concrete convergenze e tutto è rimasto nel vago e nel provvisorio, soprattutto la costituzione del fondo di partecipazione allo sviluppo locale. Possiamo affermare che l'idea-progetto dell'Assem ha sempre navigato in acque difficili e a volte anche controcorrente. Inoltre, non ha avuto un impatto significativo sul territorio e sulla popolazione. Anche tra gli stessi soci ci sono state attese, motivazioni, approcci e dinamiche differenti e discordanti. Non è mancato, come in ogni buona famiglia, lo scontro e il diverbio, la lite e la chiacchiera.

    Ci sono stati momenti buoni, altri difficili, altri dolorosi, altri entusiasmanti. Ma tanti sono stati i problemi e i momenti di difficoltà dovuti a fraintendimenti, incomprensioni, polemiche che ne hanno rallentato cospicuamente l'attività nel 2000, fino a far cessare totalmente nel 2001 gli scambi tra i soci. (Per un approfondimento complessivo dell'esperienza si può visitare il mio sito Internet e leggere la seconda parte del mio libro del 2002). Dove più, dove meno, queste problematiche compaiono in quasi tutte le esperienze finora conosciute in Italia e nel mondo. Forse un po' tutti abbiamo anticipato 'i tempi' o sbagliato in molte cose! Ma non bisogna abbattersi. Al contrario, occorre stimolare le esperienze a continuare e a ricrearsi, anche seguendo le derive e i nuovi orientamenti sociali e culturali.

    L'INNOVAZIONE SOCIALE

    La Banca del tempo può essere considerata un'innovazione sociale. E' un termometro sociale con cui è possibile misurare la promozione di sé, la cittadinanza attiva, la solidarietà, la capacità di progettazione della comunità d'appartenenza, nella coesione sociale e nella salvaguardia delle diversità individuali, psicologiche e culturali.

    E' difficile inquadrare le Bdt e i Sistemi di scambio locale non monetari. Succede spesso e in ogni contesto sociale e culturale. Ma proprio per questo la Bdt è un'innovazione socio-culturale ed economica. La sua azione sociale è molto complessa ed articolata, al limite dell'irrazionale. La sua base teorica più profonda è il dono, che si estrinseca nella triplice azione del 'dare - ricevere - ricambiare'. Si tratta però del dono con radice antropologica, libero e finalizzato alla solidarietà, non si tratta della gratuità, dell'assistenzialismo, della filantropia o dell'azione volontaria 'del giorno dopo'. La Bdt non ha niente in comune con il volontariato, tanto meno con il baratto, che altro non è che un mercato vero e proprio tra equivalenti, privo dell'intermediazione del denaro. Difficile inoltre il rapporto con il settore pubblico, in quanto lo 'spazio d'azione' della Bdt è lo 'spazio comune', quello della condivisione e della reciprocità.

    La modernità ha teorizzato e legittimato nel suo progetto socio-economico lo spazio d'azione pubblico e lo spazio d'azione privato. Esiste, infatti, il 'diritto pubblico' e il 'diritto privato'. Ma manca totalmente (o quasi) la teorizzazione dello 'spazio comune' (cum munus, con dono), del diritto comune, della comunità, luogo consacrato, fondamentale e determinante, al legame sociale, alla solidarietà, generatore di 'capitale' sociale, da cui tutto discende (mercato, società, cultura, famiglia, istituzioni...) e non il contrario, come spesso si pensa o come molti economisti contemporanei voglio farci credere.
    La Bdt può essere considerata uno strumento per rimettere in campo un clima di convivialità, per avere la chance di poter ancora vivere 'insieme', liberi, uguali e diversi (Touraine, 1998). Ma è anche uno stimolo all'autorganizzazione, all'autoreferenzialità: non si può ancora credere che possa essere la società (una pura astrazione concettuale!) ad organizzarsi, in quanto possono farlo solo gli individui, qualora ne sentano la necessità, il bisogno e trovino la giusta volontà. E' un viaggio cominciato oltre diecimila anni fa, nel neolitico, che non si è mai interrotto e che è destinato a continuare fino a che la specie umana non si estinguerà. E le istituzioni e le organizzazioni sociali, se ci credono, possono 'accompagnare' questi movimenti, collaborando e operando con complementarietà, ma mai prevaricando con arroganza e paternalismo intriso di subalternità. Anche questa è una importante innovazione sociale, per non dire una scommessa.

    Queste esperienze di scambio locale non monetario sono intraviste in un documento di lavoro, effettuato da un gruppo di studiosi operanti nel Nucleo Valutazioni Prospettive della Presidenza della Commissione Europea nel 1999, che complessivamente disegna cinque probabili "scenari" europei nell'anno 2010. In uno di questi scenari, il secondo, definito "I cento fiori", naturalmente caratterizzato dal un "equilibrio instabile", dove "la distribuzione sempre più disomogenea della ricchezza, la proliferazione della criminalità internazionale e la moltiplicazione dei piccoli conflitti regionali stanno destabilizzando il sistema mondiale, che tuttavia continua a reggere alla meno peggio", poiché "prigionieri di mentalità e modalità operative arcaiche, gli apparati amministrativi e i sistemi politici delle capitali non sono riusciti a tenere il passo con questi fenomeni di micro-rinascimento e hanno lentamente perso il contatto col mondo reale"; considerato che "l'immobilismo delle gerarchie, lo spezzettamento delle competenze e l'eccessiva fiducia nella scienza avevano gettato i semi di un diffuso disimpegno", "in un'epoca in cui le società si facevano sempre più complesse, il progresso tecnologico sempre più rapido e le esigenze individuali sempre più differenziate, le burocrazie rimanevano rigide e incapaci di adeguarsi a situazioni sempre eterogenee", e "la classe politica si rivelò intrinsecamente incapace di rispondere al grande disagio, oscillando tra immobilismo e demagogia". Le Banche del tempo, insieme a cento micro-iniziative innovative, fanno capolino nella società europea, in quanto, per fronteggiare la crisi politica, economica, sociale e culturale determinatasi nel quinquennio 2000-2005, "l'opinione pubblica mostrò un forte spirito d'iniziativa: nacquero centinaia di gruppi civici". Pertanto "si assiste in questo periodo all'ascesa di collettività locali dinamiche come quelle odierne", si osserva nel documento futuribile. "E' ormai raro - continua lo studio - trovare un comune o un quartiere che non abbia la propria valuta e una banca del tempo in cui scambiare lezioni private, attività culturali e ogni tipo di servizi alla persona (come ripetizioni, assistenza a bambini e anziani e collaborazioni familiari). Le associazioni locali, spesso gestite da donne, pensionati o neolaureati, si sono moltiplicate e di fatto trasformate in piccole imprese. Gran parte di queste opera in modo informale, senza preoccuparsi di registrarsi presso le autorità competenti o di pagare le imposte. Alcune, con l'aiuto delle autorità locali, svolgono un ruolo importante nell'erogazione di piccoli prestiti ai privati e alle imprese con problemi immediati di liquidità. Altre hanno istituito 'casse comuni' per finanziare reti di sostegno economico e, se necessario, persino offrire borse di studio o di riqualificazione professionale. Le più avanzate possono anche erogare prestazioni sociali. Altrove sono nate nuove forme d'aggregazione sindacale per difendere i diritti dei cittadini in generale oltre a quelli dei lavoratori. La stragrande maggioranza di queste strutture locali è rimasta molto aperta al mondo esterno. Sfruttando tutte le possibilità dell'informatica (senza la quale molte di loro non sarebbero mai nate) hanno instaurato comunicazioni, partnership e scambi d'esperienze a livello internazionale non soltanto all'interno dell'UE ma anche con controparti nell'Europa orientale, nel Mediterraneo e in Africa".

    Nessuno di noi si augura uno scenario 'possibile' della società europea nell'immediato futuro fondato sul paradigma dell'equilibrio instabile, ma in ogni caso occorre non farsi trovare impreparati, in quanto, per dirlo in senso metaforico, o se si preannuncia il temporale o se le previsioni prevedono ottimisticamente il cielo sereno e il sole splendente, non costa nulla portarsi nello zaino il 'parapioggia' ben piegato, che, se indossato con il bel tempo fa scoppiare dalle risate i passanti, ma se estratto al momento giusto e all'inizio di un violento temporale può farci passare per persone previdenti ed intelligenti.
    E le Banche del tempo sono quasi la stessa cosa.


    BIBLIOGRAFIA

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