Analisi qualitativa e nuove tecnologie della comunicazione
Massimiliano Di Massa (a cura di)
M@gm@ vol.1 n.3 Luglio-Settembre 2003
DAL FACE TO FACE AL VIDEO TO VIDEO: I FOCUS GROUP ELETTRONICI
Luisa Stagi
lustag@tin.it
Dottoressa
di ricerca in Sociologia e Metodologia della ricerca sociale, è docente
a contratto per la cattedra di sociologia della Facoltà di Scienze
della Formazione. Da anni lavora nella ricerca sociale e valutativa,
occupandosi in particolare metodologia della ricerca e di problematiche
giovanili, ambito nel quale ha pubblicato diversi articoli.
INTRODUZIONE
Tradizionalmente i focus group sono interviste di gruppo effettuate
in una situazione di compresenza fisica dei partecipanti (situazione
faccia a faccia); attualmente, tuttavia, le tecnologie di comunicazione
elettronica hanno reso possibile dare nuove forme d'utilizzo a questa
tecnica di ricerca. Negli ultimi anni le tecnologie informatiche
hanno fatto estendere l'utilizzo di diverse tecniche di ricerca
tramite internet. Sono state soprattutto le tecniche quantitative
a beneficiare inizialmente di quest'innovazione, ma tale cambiamento
si sta estendendo via via anche a quelle di tipo più qualitativo.
Nel caso dei focus group on-line il percorso d'utilizzo nei diversi
ambiti di ricerca è stato simile a quello dei focus tradizionali:
inizialmente adoperati soprattutto dalla ricerca di mercato, sono
stati poi scoperti (ri-scoperti per quelli tradizionali) e utilizzati
anche nella ricerca sociale.
I focus group on-line si differenziano fondamentalmente da quelli
tradizionali (face to face) per il fatto che la discussione tra
i partecipanti (della durata di circa 90- 120 minuti) avviene tramite
un'interfaccia web di tipo chat con funzioni evolute, invece che
seduti intorno ad un tavolo nella stessa stanza; tuttavia, come
nel focus group tradizionale, è prevista una composizione omogenea
di gruppi di partecipanti, la focalizzazione su di un argomento
e la presenza (in questo caso virtuale) di un moderatore che favorisce
l'interazione tra i partecipanti attraverso la somministrazione
di stimoli e il controllo delle dinamiche (Meyer, 2002).
Sinteticamente i vantaggi che hanno portato ad un vasto utilizzo
dei focus group on-line sono dovuti a tre principali motivi: i minori
costi, la capacità di ottenere la presenza di partecipanti anche
molto lontani territorialmente e molto impegnati professionalmente,
e in alcuni casi, la velocità con cui i progetti possono essere
completati (Edmunds, 1999; Greenmbaum, 2002).
Molti dei contributi che trattano dell'utilizzo via internet dei
focus group, partono proprio dal raffronto - in termini di vantaggi
e svantaggi - tra l'utilizzo della tecnica on-line con quella face
to face.
Sicuramente l'autore che più si è occupato di quest'argomento
si chiama Thomas Greennembaum, che è il presidente di una
grande società di ricerche di mercato, tuttavia il suo approccio
e le sue considerazioni non riguardano l'esclusivo utilizzo
di focus group on-line per la ricerca di mercato; la sua posizione,
inoltre, è piuttosto analitica nell'evidenziare le criticità
di un tale utilizzo, motivo questo che lo induce ad affermare,
provocatoriamente, che le due tecniche non dovrebbero essere
chiamate neppure con lo stesso termine poiché, a suo avviso,
nell'utilizzo via internet viene meno il presupposto principale
di questo approccio che è rappresentato dall'interazione faccia
a faccia (1998). La caratteristica, che poi è anche il grande
pregio, del focus group sta proprio nell'interazione che si
crea tra i partecipanti, che produce idee in misura assai
maggiore rispetto all'intervista singola sia a livello di
quantità, sia a livello della qualità d'approfondimento La
peculiarità consiste proprio nella circostanza che le dinamiche
di gruppo, connesse alla compresenza fisica, fanno emergere;
perciò si definisce come "uno strumento tecnico che porta
ad un processo conoscitivo interpersonale" (Statera, 1997:
287).
INTERAZIONE E FEED BACK
Un moderatore esperto utilizza le dinamiche di gruppo per far emergere
considerazioni più approfondite: da un'affermazione di un partecipante
può scaturire una discussione che porta ad esplorare ambiti non
previsti a priori o approfondire argomenti su specifiche articolazioni.
E' il feed back immediato tra i partecipanti che permette la concatenazione
d'idee, d'affermazioni e controbattute che rappresenta il quid in
più dei focus group; per questo si parla di "coproduzione" di dati
(cfr. Stagi, 2000).
Alcuni autori arrivano ad affermare che il gruppo funziona
come un organismo sovraindividuale, guidato da una propria
mente, una "mente di gruppo" [1] che
è qualcosa di più e di diverso rispetto alla somma delle menti
individuali (Scardovelli, 1997: 97), proprio perché il gruppo
funziona come amplificatore, in grado di potenziare e integrare
le risorse dei suoi membri (Ibidem). Senza arrivare ad utilizzare
concetti come identità e mente di gruppo, che certamente possono
apparire un po' forti per una situazione contingente come
quella del focus group, si può invece utilizzare il termine
"clima" per riferirsi alla percezione condivisa che si viene
a creare attraverso l'interazione dei membri di un gruppo.
Ciò significa che quando si parla di clima non ci si riferisce
solamente al tipo di discussione più o meno accesa che si
crea nel gruppo, ma all'insieme dei ruoli e delle dinamiche
che l'interazione genera e che condizionano la produzione
del dato. Fin dai momenti d'avvio i partecipanti cercano di
capire che tipo di persone hanno davanti; solitamente sono
le prime persone che prendono la parola ad attivare la formazione
dei ruoli (leader/antagonista; polemico/pacificatore ecc.)
e a dare "fisionomia" al gruppo. Questa "fisionomia" di ruoli
e d'interazioni è perciò anche fortemente connessa con i contenuti
che emergono nella discussione, tanto che ogni gruppo risulta
caratterizzato da un nucleo principale di idee dibattute.
Anche nel report finale solitamente si dà rilievo a questo
aspetto perché, soprattutto quando accompagnato da una lettura
delle interazioni, riesce ad evidenziare efficacemente il
"clima" di quel focus specifico (Stagi, 2002).
IL RUOLO DEL MODERATORE E IL CLIMA
Un moderatore esperto userà le reazioni non verbali dei partecipanti
sia per dirigere la discussione, sia come parte del processo di
analisi. Spesso la risposta non verbale di un partecipante ha importanza
per comprendere "come" "cosa si dica" possa determinare un senso
particolare intorno a un certo argomento di discussione. Anche un
moderatore con poca esperienza, d'altra parte, può riconoscere i
segnali non verbali dei partecipanti indicanti noia, eccitamento
o confusione. Il focus group su internet, al contrario, non permette
al moderatore di utilizzare questo aspetto della comunicazione umana
come input del processo (Greennembaum, 1998, 2002).
Il moderatore è la figura chiave che dirige il gruppo nella discussione,
regolandone i tempi e le dinamiche. Nel focus group on-line il moderatore
diviene una sorta di "regolatore del traffico", mentre nel focus
tradizionale è integrato al flusso e alle dinamiche che regolano
il gruppo (Greennembaum, 1998, 2002).
Il ruolo dell'intervistatore nel focus group è definito con diversi
termini: trainer, moderatore, conduttore, ma quello che esprime
più efficacemente il compito che dovrebbe assolvere è "facilitatore".
Il termine facilitatore, introdotto da Carl Rogers (ad es. 1970)
nell'ambito della terapia non direttiva, si riferisce proprio alle
tre caratteristiche o condizioni facilitanti che questa figura deve
utilizzare: ascolto empatico, accettazione incondizionata e congruenza.
Il facilitatore dovrebbe cioè differenziarsi da un conduttore o
da un trainer perché ha il compito di consentire al gruppo di funzionare,
regolando gli interventi, richiamando alla chiarezza e alla sintesi,
facendo il punto della situazione, riassumendo e sintetizzando,
raccogliendo sistematicamente le idee espresse, valorizzando e negoziando
le differenze (Scardovelli, 1997: 104) [2].
Se da una parte, però, l'interazione è feconda per l'approfondimento
e l'arricchimento delle idee, dall'altra parte può innescare particolari
meccanismi e dinamiche di potere e di difesa.
Il ruolo del moderatore è un ruolo chiave e complesso: deve
avere la sensibilità di favorire un buon clima in cui i partecipanti
si sentano a proprio agio in modo che tutti, anche i più timidi,
siano facilitati a partecipare; allo stesso tempo, tuttavia,
il moderatore deve avere il carisma e la forza per pilotare
l'argomento sui punti chiave e mantenere sempre la leadership
del gruppo, assicurando il controllo di personalità dominanti,
che tenderanno a monopolizzare gli interventi (Bovina, 1998);
un moderatore deve essere incisivo se il gruppo devia o se
si presentano fattori di disturbo, ma può anche stravolgere
e condizionare eccessivamente il gruppo (Krueger, 1994) Il
grande vantaggio delle discussioni di gruppo su internet è
che non sono quasi mai ostacolate da dinamiche negative di
gruppo; per questo il ruolo del moderatore è meno determinante,
ciò che viene meno, tuttavia, è il senso di comunità e di
compartecipazione (il clima) tipico dell'interazione faccia
a faccia (Greennembaum, 1998, 2002).
Alcuni autori sostengono che tale problema può essere in parte risolto
usando la modalità della video conferenza (con collegamenti video
e audio), tuttavia si riconosce che un tale tipo di tecnologia ha
comunque degli effetti distorsivi sulle normali dinamiche comunicative
(Rezabek, 2000).
CONOSCENZA DEI PARTECIPANTI
Secondo alcuni autori (Edmunds, 1999, Rezabek, 2000) l'esprimersi
via internet può dare un senso di maggior anonimato ai partecipanti
e quindi, in parte, consentire un'espressione più libera.
Per Greennembaum (1998, 2002), al contrario, la sicurezza
derivante dal potersi esprimere sapendo chi si ha di fronte,
nei focus on-line è percepita differentemente. Nei gruppi
su internet non si conosce realmente la persona con sui si
sta parlando, e ciò è all'opposto della situazione faccia
a faccia dove le persone hanno la possibilità di vedersi e
di identificarsi. In realtà, la discussione sulla privacy
e sull'anonimato su internet è al centro di un ampio dibattito
(Rezabek, 2000), tuttavia, si possono considerare giuste entrambe
le posizioni: se da un lato alcune caratteristiche dei partecipanti
possono inibire la libera espressione di alcuni durante un
focus in compresenza (età, genere, status, avvenenza o meno),
d'altra parte si ha comunque la possibilità di sapere chi
si ha di fronte e di esprimersi, quindi, rispetto a valutazioni
personali. Nell'interazione mediata, al contrario, si possono
superare certe dinamiche inibitorie (ed è vasta la letteratura
in proposito), ma non si ha nessuna certezza rispetto a chi
siano gli interlocutori dichiarati o nascosti. Questo può
non rappresentare un problema per temi poco coinvolgenti,
ma, laddove l'implicazione possa essere forte, certamente
le conseguenze di una tale percezione non sono irrilevanti.
La conoscenza o meno dei partecipanti è un problema che si pone
anche per i focus tradizionali quando si devono reclutare le persone.
Alcuni autori sostengono che i partecipanti ad un focus non si devono
conoscere, poiché la conoscenza - nei termini del vissuto passato
- tende ad inibire. Nella realtà, soprattutto nella valutazione,
questo criterio è piuttosto difficile da seguire.
Un altro problema rilevante sotto l'aspetto del reclutamento
è il fatto che le persone, particolarmente se sono attive
nel mondo del lavoro, non hanno il tempo per partecipare.
Inoltre, anche quando si riescono a trovare persone con del
tempo da dedicare al focus, è difficile riuscire a conciliare
le esigenze di tutto il gruppo fissando orari e sedi convenienti
per tutti. Da questo punto di vista i focus group on- line
rappresentano una grossa opportunità, perché permettono di
riunire virtualmente anche persone molto impegnate, o che
si trovano su territori distanti.
LA DEMOCRATICITÀ
I focus on line sono basati sulle capacità degli individui di scrivere
rapidamente e sinteticamente per riuscire a partecipare attivamente
alla sessione. Questo rappresenta un notevole problema, poiché esiste,
oltre che una differenza nella velocità di battitura, anche una
grande varietà nella capacità da parte delle persone di articolare
chiaramente le proprie idee per iscritto (Greennembaum, 1998, 2002).
Tuttavia, il limite più grande è rappresentato dal fatto che i partecipanti
devono avere l'accesso ad internet per prendere parte ad un focus
group, (Greennembaum, 2002) oltre ché avere l'inclinazione e il
commitment necessari per farlo (Rezabek, 2000); quindi, anche
se non è la rappresentatività in senso statistico che si vuole raggiungere,
è da rilevare che non sempre è possibile coinvolgere tutte le persone
che sarebbe opportuno partecipassero.
TIPI DI FOCUS ELETTRONICI
I focus group elettronici possono essere condotti principalmente
in due modi: sincrono o asincrono. Una sessione sincrona prevede
la simultaneità della partecipazione, in altre parole i partecipanti
prendono parte alla discussione nello stesso momento dalle
loro postazioni. In questo caso possono essere utilizzate
chat room o altre modalità di chat messanger (se non addirittura
la video conferenza). La sessione asincrona, invece, non prevede
necessariamente la contemporaneità della partecipazione; l'interazione
si basa su modalità di scambio come i forum o l'e-mail: i
partecipanti possono leggere i messaggi e i commenti degli
altri contribuendo al dibattito con le proprie considerazioni
(Murray, 1997). Certamente, il vantaggio di un tale tipo di
modalità è la maggiore libertà, per quanto riguarda i tempi
di partecipazione; tuttavia, tale libertà può tradursi in
una partecipazione sporadica e frammentaria che produce un'interazione
discontinua (Rezabek, 2000). Un'altra grande potenzialità
dei gruppi off-line è l'opportunità di mostrare materiale
di supporto (immagini, filmati, testi, siti web e altri contenuti
multimediali) sui quali i partecipanti possono riflettere
e dare quindi un feed back ragionato (Meyer, 2002); in realtà,
la possibilità dei commenti ragionati è forse il più grande
vantaggio dell'asincronicità, che si riflette sia sui partecipanti
che possono così dare contributi molto approfonditi, sia sul
facilitatore che può moderare il gruppo con maggiore precisione,
in quanto può analizzare attentamente i contributi ed escludere
quelli fuorvianti (Meyer, 2002). Un altro aspetto positivo
dell'asincronicità è rappresentato dal fatto che permette
la partecipazione anche di persone particolarmente impegnate
che non potrebbero dedicare da una a tre ore consecutive per
partecipare ad un focus group on-line.
Il focus on-line (sincrono), invece, presenta come punto di forza
quello di dare l'opportunità a tutti di partecipare attivamente
alla discussione, poiché è possibile inviare commenti simultanei
(mentre solitamente le persone non possono parlare contemporaneamente);
questo consente di superare in parte il problema di "acquiescenza"
che si crea spesso come dinamica nel gruppo (la discussione si struttura
e articola sulle prime affermazioni emerse).
Certamente lo svantaggio più rilevante in entrambi i tipi di focus
su internet, è legato alla scrittura che, rendendo necessarie risposte
sintetiche, tende, perciò, ad abbassare il livello e l'intensità
del dialogo (anche se ciò è più evidente nella modalità sincrona
che in quella asincrona) [3] (Schneider,
1998).
APPLICABILITÀ E FUTURO
Dopo le considerazioni fin qui esposte è bene porsi la fatidica
domanda: l'uso di internet per condurre focus group può essere
una possibile via d'applicazione nella ricerca sociale? Gli
autori sono piuttosto concordi nell'affermare che sia presto
per una efficace e reale applicabilità di tale tecnica, poiché
occorre aspettare che l'accesso a internet diventi più universalmente
diffuso e che i supporti tecnici, come la qualità delle immagini
e dei collegamenti, possano essere di qualità superiore; allora
- soddisfatte queste condizioni - la conduzione on-line può
divenire una possibilità effettiva per utilizzare questo tipo
di tecniche (Rezabek, 2000). Per alcuni autori (Greennembaum,
1998) il ruolo del moderatore è una delle più importanti ragioni
perché il focus group tradizionale è così importante e utilizzato
nella ricerca: il suo ruolo di autorità, infatti, gli permette
di gestire pienamente le attività del gruppo, guidare la discussione
sui temi importanti e favorire, spesso empaticamente, la partecipazione
di tutti. Tale autorità è difficilmente esercitabile attraverso
la mediazione dello schermo del computer. Un altro aspetto
assai rilevante, in parte connesso al precedente, è l'interazione
tra i partecipanti: se si conduce efficacemente un gruppo
si utilizzano proprio le interazioni dal punto di vista formale
e soprattutto emotivo per far emergere, attraverso le reazioni
e la concatenazione di argomentazioni, non tanto e non solo
le opinioni, ma soprattutto le modalità in cui e con cui tali
opinioni o atteggiamenti si formano. E' questo il vero valore
aggiunto di una tecnica come il focus group; potenzialità
che è stata ben compresa soprattutto dai sociologi politici,
che, proprio per questa caratteristica, utilizzano sempre
di più i focus nei periodi di campagne elettorali e di elezioni
al posto dei tradizionali sondaggi pre-elettorali oppure degli
exit pool.
Il frame (nell'accezione Goffmaniana e Batesoniana),
che si crea nel focus group in compresenza fisica, è un fattore
non solo importante ma determinante nell'interazione tra i
partecipanti; il linguaggio non verbale è difficilmente riproducibile
attraverso l'utilizzo delle cosiddette "emoticon" (Meyer,
2002, Scheneider, 1998). Questo aspetto ha degli effetti sia
in fase di produzione del dato, perché i partecipanti basano
l'interazione sulla percezione e il senso che danno alla comunicazione,
sia in fase di interpretazione dei risultati, in quanto è
difficilmente coglibile la valenza di un certo commento o
affermazione senza il tono della voce con cui sono stati espressi
o il linguaggio corporeo che li ha accompagnati.
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NOTE
[1] Il
concetto di mente di gruppo, i cui confini sono più ampi e
diversi rispetto a quelli dell'individuo, è ispirato al pensiero
di Bateson (1972, 1979).
[2] Scardovelli
esprime metaforicamente la differenza tra trainer e facilitatore
nelle due figure calcistiche di allenatore e arbitro: l'allenatore
deve far vincere la squadra, mentre l'arbitro lavora perché
la partita sia ben giocata, secondo le regole del gioco (1997:
104).
[3] I
partecipanti ai gruppi sincroni, spesso usano "sono d'accordo"
oppure "anch'io" quando rispondono ad un altro partecipante,
senza specificare la propria esperienza (Burton, Goldsmith,
2002).
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