Tralasciando un approccio strettamente
funzionale all'analisi ed al regolamento dei flussi migratori
in favore di un approccio dal basso, che non sacrifica l'esperienza
sociale e il vissuto dei migranti, non ci si limita a considerare
soltanto quello che emerge pubblicamente senza analizzare
realmente il flusso migratorio. La comprensione dei molteplici
ed eterogenei progetti migratori non è semplicemente riconducibile
ad una diversità ed una specificità nazionale o locale. In
questo modo si manifestano delle prospettive inedite che possono
modificare i luoghi comuni, la conoscenza del fenomeno migratorio
passa attraverso la comprensione delle motivazioni che spingono
i migranti e ne determinano i loro progetti migratori.
Valorizzare le memorie dei migranti
risponde ad una precisa esigenza di riconoscimento, nella
storia collettiva e nello spazio politico nazionale, della
memoria interculturale di intere collettività ... Queste condizioni
implicano l'esigenza del riconoscimento della memoria dei
migranti traducendosi in uno stimolo per lo sviluppo di nuove
politiche sociali e culturali e di nuovi interventi focalizzati
su questo stesso riconoscimento che interessa direttamente
anche gli operatori sociali e culturali delle amministrazioni
pubbliche e del terzo settore.
Il dibattito politico sull'immigrazione
in Belgio è molto spesso focalizzato attorno al binomio immigrazione-delinquenza
e al successo o fallimento di quello che alcuni responsabili
politici definiscono 'l'integrazione' delle popolazioni provenienti
dall'immigrazione. Questo dibattito - è necessario dirlo?
- stimola di consueto delle idee attinenti con le 'prenozioni',
rappresentazioni formate dalla pratica e per la pratica, citando
Durkheim, piuttosto che con i concetti, quella formula che
precisa indiscutibilmente le caratteristiche delle realtà
considerate. E' necessario dunque riflettere a quello che
si dice quando si parla di migrazione. Intraprenderemo pertanto
un piccolo e salutare esercizio semantico su alcuni termini
quali 'straniero', 'immigrato', 'allogeno', 'esclusione',
'integrazione', 'assimilazione', 'minoranza etnica', 'discriminazione',
'cittadinanza', poiché queste parole veicolano dei significati
diversi che non sono intercambiabili.
Bien souvent le débat politique
belge à propos de la migration reste centré sur le couple
immigration-délinquance ainsi que sur la réussite ou l'échec
de ce que certains responsables politiques nomment 'l'intégration'
des populations issues de l'immigration. Ce débat - faut-il
le dire? -convoque souvent des idées qui relèvent, pour citer
Durkheim , de la 'prénotion', cette pensée née de la pratique
et faite pour elle, plutôt que du concept, cette formule qui
précise indiscutablement les caractères de la chose appréhendée.
Aussi convient-il de réfléchir à ce qui est dit quand il est
question de migration. On se livrera alors à un petit et salutaire
exercice sémantique autour de termes comme 'étranger', 'immigré',
'allochtone', 'exclusion', 'intégration', 'assimilation',
'minorité ethnique', 'discrimination', 'citoyenneté', tant
il est vrai que ces mots véhiculent des sens divers et ne
sont pas interchangeables.
In questa analisi si è voluto
verificare in che misura la stampa si configura come fonte
e canale di pregiudizio e, nel contempo, come alcuni stereotipi
diffusi nell'opinione pubblica si riproducano sulla stampa,
creando in questo modo un circolo perverso di 'pregiudizio-informazione-pregiudizio'.
L'aspetto più preoccupante della circolarità 'perversa' del
processo è data dal fatto che, per molto tempo, per molti
cittadini l'unico approccio al problema dell'immigrazione
è costituito per l'appunto dall'informazione attraverso i
media e in questo sottile equilibrio tra produzione d'informazione
e produzione di pregiudizio si continuano a costruire immagini
ben delineate degli stranieri immigrati.
Cecilia Edelstein - Felipe Sanchez Galvez - Laura Pavioni
Il modello di lavoro di gruppo
con donne migranti sviluppato da Edelstein risponde ai bisogni
nella fase di sistemazione e adattamento come da loro testimoniati:
autodefinirsi nei confronti dell'altro, socializzare per combattere
la solitudine, utilizzare il proprio linguaggio e quello degli
altri, avere informazione. Siamo oggi del parere che il modello
di gruppo così come costruito con le donne immigrate non risponda
ai bisogni degli uomini. Oltre all'ipotesi già avanzata di
differenze di genere intorno al bisogno di narrare le proprie
storie in gruppo, possiamo evidenziare aspetti che richiedono
un adeguamento per riuscire a coinvolgere gli uomini in percorsi
di gruppo.
L'osservazione di un gruppo di
immigrati rifugiati in Italia ha permesso di studiare le dinamiche
relative alle prime fasi dell'attuale processo di migrazione
in una nuova terra. Il gruppo degli immigrati e la società
ospitante, attraverso le istituzioni governative e le organizzazioni
del Terzo Settore, nel caso in oggetto, hanno evidenziato
gravi patologie di comunicazione e relazione che possono essere
descritte secondo il meccanismo dell'identificazione intrusiva.
La presenza di tale meccanismo, molto facile da essere elicitato
durante il processo dellla migrazione, appare minacciante
un fisiologico inserimento di nuovi membri nella società ospitante.
La maggior parte delle donne
migranti non percepisce il progetto migratorio come proprio,
ma lo adotta, lo esegue oppure lo subisce. Anche quando vengono
a sposare un italiano, le donne sentono che il progetto appartiene
al futuro marito. In alcune occasioni a formulare il progetto
può essere un familiare già emigrato, un'amica, la famiglia
oppure la comunità ... Questo articolo non è uno studio comparativo
sul gender ma, essendo una ricerca qualitativa, riporta l'analisi
di narrazioni messe a confronto. I risultati incrociati delle
due ricerche portano a riflessioni che non hanno pretesa di
verità assoluta. Le considerazioni possono essere utili per
l'operatore, nell'incontro con il migrante.
Le nuove realtà lavorative sono
inserite in costanti processi di mutamento mai affrontati
fino ad ora. L'incontro con l'Altro, con il 'diverso' non
è più limitato ad episodi sporadici ma rientra nelle situazioni
di vita quotidiana. È proprio a quest'ultima che bisogna far
riferimento per analizzare e comprendere gli ambienti della
società globale. Parlare di vita quotidiana implica la necessità
di posare lo sguardo oltre gli usuali orizzonti finora utilizzati
come punti di riferimento ... Questo breve excursus sulle
trasformazioni organizzative indotte dalla globalizzazione
dei flussi migratori evidenzia, ancora una volta, l'importanza
della 'qualità' per la comprensione e la gestione del mutamento
sociale.
La ricerca sul campo si prospetta
come una serie di incontri e traduzioni. Non è un mero processo
di raccolta di dati o di un sapere culturalmente altro da
parte di un soggetto autonomo, è, invece, un incontro dialogico
prima, ermeneutico dopo, 'privo di regole e storicamente contingente
il quale implica in una certa misura sia conflitto, sia collaborazione
nella produzione di testi' ... La metodologia adottata si
basa sulla personale constatazione che le ricerche quantitative
non sono in grado di darci 'il senso della vita come movimento
evolutivo nel tempo, non possono aiutarci a comprendere come
le difficoltà oggettive della situazione di fatto siano vissute
dalle persone, ossia come i dati oggettivi accertati si trasformino
in atteggiamenti psicologici, diventino cultura come modo
di vita'. Al metodo del sondaggio - che può dare uno spaccato
congelato del problema, matematicamente preciso ma umanamente
povero - sembra preferibile quello biografico che consente
agli esseri umani analizzati di far emergere con le loro parole
e talvolta con i silenzi, le aree problematiche reali, le
questioni in cui si trovano impigliati.
La proposta di alcuni estratti
delle biografie riportate in questo testo è un invito, e al
tempo stesso una sollecitazione, a considerare come sia importante,
in questo particolare contesto storico e sociale, promuovere
una cittadinanza attiva della memoria, delle memorie interculturali.
In tema di interculturalità e
di mobilità umana in Italia si stanno diffondendo numerosi
centro di documentazione. In genere si tratta di strutture
di supporto ad enti o associazioni che già operano nel settore
e che necessitano di strumenti di informazione e di formazione
... Quindi un Centro di documentazione dedicato all'interculturalità
e alla mobilità umana si profila non come un semplice deposito
di notizie, bensì un Centro in grado di trasformare informazioni,
spesso parziali, in materiali organicamente ricomposti e più
facilmente leggibili. Inoltre dovrebbe proporsi di fornire
un efficiente e aggiornato servizio divulgativo e di promuovere
uno spazio di studio e di lavoro.
Il volume Foto dal futuro è il
prodotto della sperimentazione di metodologie narrative all'interno
di un percorso di orientamento che ha visto protagonisti gli
alunni di sei scuole afferenti a quattro Istituti Superiori
della Provincia di Arezzo. Con il progetto 'Foto dal Futuro'
i professionisti dell'agenzia formativa PratiKa si ponevano
la finalità di 'rafforzare le capacità progettuali dei ragazzi/e
costruendole assieme a loro, partendo da un'investigazione
identitaria e muovendosi in direzione di un'immagine del futuro,
aiutando gli studenti a svilupparla, costruendo un progetto
su di sé'.
Federico Batini introduce e cura
un volume che arricchisce di spunti teorici, documentali ed
operativi un dibattito che si sta guadagnando urgentemente
un posto di primo piano all'interno delle riflessioni sui
profondi cambiamenti sociali che stanno ridisegnando i percorsi
di vita delle società occidentali, quello sul ruolo delle
istituzioni scolastiche nell'era dell'economia della conoscenza.
Orazio Maria Valastro
Tralasciando un approccio strettamente funzionale all'analisi ed al regolamento dei flussi migratori in favore di un approccio dal basso, che non sacrifica l'esperienza sociale e il vissuto dei migranti, non ci si limita a considerare soltanto quello che emerge pubblicamente senza analizzare realmente il flusso migratorio. La comprensione dei molteplici ed eterogenei progetti migratori non è semplicemente riconducibile ad una diversità ed una specificità nazionale o locale. In questo modo si manifestano delle prospettive inedite che possono modificare i luoghi comuni, la conoscenza del fenomeno migratorio passa attraverso la comprensione delle motivazioni che spingono i migranti e ne determinano i loro progetti migratori.
Orazio Maria Valastro
Valorizzare le memorie dei migranti risponde ad una precisa esigenza di riconoscimento, nella storia collettiva e nello spazio politico nazionale, della memoria interculturale di intere collettività ... Queste condizioni implicano l'esigenza del riconoscimento della memoria dei migranti traducendosi in uno stimolo per lo sviluppo di nuove politiche sociali e culturali e di nuovi interventi focalizzati su questo stesso riconoscimento che interessa direttamente anche gli operatori sociali e culturali delle amministrazioni pubbliche e del terzo settore.
Ivan Dechamps
Il dibattito politico sull'immigrazione in Belgio è molto spesso focalizzato attorno al binomio immigrazione-delinquenza e al successo o fallimento di quello che alcuni responsabili politici definiscono 'l'integrazione' delle popolazioni provenienti dall'immigrazione. Questo dibattito - è necessario dirlo? - stimola di consueto delle idee attinenti con le 'prenozioni', rappresentazioni formate dalla pratica e per la pratica, citando Durkheim, piuttosto che con i concetti, quella formula che precisa indiscutibilmente le caratteristiche delle realtà considerate. E' necessario dunque riflettere a quello che si dice quando si parla di migrazione. Intraprenderemo pertanto un piccolo e salutare esercizio semantico su alcuni termini quali 'straniero', 'immigrato', 'allogeno', 'esclusione', 'integrazione', 'assimilazione', 'minoranza etnica', 'discriminazione', 'cittadinanza', poiché queste parole veicolano dei significati diversi che non sono intercambiabili.
Ivan Dechamps
Bien souvent le débat politique belge à propos de la migration reste centré sur le couple immigration-délinquance ainsi que sur la réussite ou l'échec de ce que certains responsables politiques nomment 'l'intégration' des populations issues de l'immigration. Ce débat - faut-il le dire? -convoque souvent des idées qui relèvent, pour citer Durkheim , de la 'prénotion', cette pensée née de la pratique et faite pour elle, plutôt que du concept, cette formule qui précise indiscutablement les caractères de la chose appréhendée. Aussi convient-il de réfléchir à ce qui est dit quand il est question de migration. On se livrera alors à un petit et salutaire exercice sémantique autour de termes comme 'étranger', 'immigré', 'allochtone', 'exclusion', 'intégration', 'assimilation', 'minorité ethnique', 'discrimination', 'citoyenneté', tant il est vrai que ces mots véhiculent des sens divers et ne sont pas interchangeables.
Massimiliano Di Massa
In questa analisi si è voluto verificare in che misura la stampa si configura come fonte e canale di pregiudizio e, nel contempo, come alcuni stereotipi diffusi nell'opinione pubblica si riproducano sulla stampa, creando in questo modo un circolo perverso di 'pregiudizio-informazione-pregiudizio'. L'aspetto più preoccupante della circolarità 'perversa' del processo è data dal fatto che, per molto tempo, per molti cittadini l'unico approccio al problema dell'immigrazione è costituito per l'appunto dall'informazione attraverso i media e in questo sottile equilibrio tra produzione d'informazione e produzione di pregiudizio si continuano a costruire immagini ben delineate degli stranieri immigrati.
Cecilia Edelstein - Felipe Sanchez Galvez - Laura Pavioni
Il modello di lavoro di gruppo con donne migranti sviluppato da Edelstein risponde ai bisogni nella fase di sistemazione e adattamento come da loro testimoniati: autodefinirsi nei confronti dell'altro, socializzare per combattere la solitudine, utilizzare il proprio linguaggio e quello degli altri, avere informazione. Siamo oggi del parere che il modello di gruppo così come costruito con le donne immigrate non risponda ai bisogni degli uomini. Oltre all'ipotesi già avanzata di differenze di genere intorno al bisogno di narrare le proprie storie in gruppo, possiamo evidenziare aspetti che richiedono un adeguamento per riuscire a coinvolgere gli uomini in percorsi di gruppo.
Francesco Spadaro
L'osservazione di un gruppo di immigrati rifugiati in Italia ha permesso di studiare le dinamiche relative alle prime fasi dell'attuale processo di migrazione in una nuova terra. Il gruppo degli immigrati e la società ospitante, attraverso le istituzioni governative e le organizzazioni del Terzo Settore, nel caso in oggetto, hanno evidenziato gravi patologie di comunicazione e relazione che possono essere descritte secondo il meccanismo dell'identificazione intrusiva. La presenza di tale meccanismo, molto facile da essere elicitato durante il processo dellla migrazione, appare minacciante un fisiologico inserimento di nuovi membri nella società ospitante.
Cecilia Edelstein
La maggior parte delle donne migranti non percepisce il progetto migratorio come proprio, ma lo adotta, lo esegue oppure lo subisce. Anche quando vengono a sposare un italiano, le donne sentono che il progetto appartiene al futuro marito. In alcune occasioni a formulare il progetto può essere un familiare già emigrato, un'amica, la famiglia oppure la comunità ... Questo articolo non è uno studio comparativo sul gender ma, essendo una ricerca qualitativa, riporta l'analisi di narrazioni messe a confronto. I risultati incrociati delle due ricerche portano a riflessioni che non hanno pretesa di verità assoluta. Le considerazioni possono essere utili per l'operatore, nell'incontro con il migrante.
Antonio Cannavacciuolo
Le nuove realtà lavorative sono inserite in costanti processi di mutamento mai affrontati fino ad ora. L'incontro con l'Altro, con il 'diverso' non è più limitato ad episodi sporadici ma rientra nelle situazioni di vita quotidiana. È proprio a quest'ultima che bisogna far riferimento per analizzare e comprendere gli ambienti della società globale. Parlare di vita quotidiana implica la necessità di posare lo sguardo oltre gli usuali orizzonti finora utilizzati come punti di riferimento ... Questo breve excursus sulle trasformazioni organizzative indotte dalla globalizzazione dei flussi migratori evidenzia, ancora una volta, l'importanza della 'qualità' per la comprensione e la gestione del mutamento sociale.
Monica D'Argenzio
La ricerca sul campo si prospetta come una serie di incontri e traduzioni. Non è un mero processo di raccolta di dati o di un sapere culturalmente altro da parte di un soggetto autonomo, è, invece, un incontro dialogico prima, ermeneutico dopo, 'privo di regole e storicamente contingente il quale implica in una certa misura sia conflitto, sia collaborazione nella produzione di testi' ... La metodologia adottata si basa sulla personale constatazione che le ricerche quantitative non sono in grado di darci 'il senso della vita come movimento evolutivo nel tempo, non possono aiutarci a comprendere come le difficoltà oggettive della situazione di fatto siano vissute dalle persone, ossia come i dati oggettivi accertati si trasformino in atteggiamenti psicologici, diventino cultura come modo di vita'. Al metodo del sondaggio - che può dare uno spaccato congelato del problema, matematicamente preciso ma umanamente povero - sembra preferibile quello biografico che consente agli esseri umani analizzati di far emergere con le loro parole e talvolta con i silenzi, le aree problematiche reali, le questioni in cui si trovano impigliati.
Orazio Maria Valastro
La proposta di alcuni estratti delle biografie riportate in questo testo è un invito, e al tempo stesso una sollecitazione, a considerare come sia importante, in questo particolare contesto storico e sociale, promuovere una cittadinanza attiva della memoria, delle memorie interculturali.
Barbara Fiorentini
In tema di interculturalità e di mobilità umana in Italia si stanno diffondendo numerosi centro di documentazione. In genere si tratta di strutture di supporto ad enti o associazioni che già operano nel settore e che necessitano di strumenti di informazione e di formazione ... Quindi un Centro di documentazione dedicato all'interculturalità e alla mobilità umana si profila non come un semplice deposito di notizie, bensì un Centro in grado di trasformare informazioni, spesso parziali, in materiali organicamente ricomposti e più facilmente leggibili. Inoltre dovrebbe proporsi di fornire un efficiente e aggiornato servizio divulgativo e di promuovere uno spazio di studio e di lavoro.
Loredana Gambuzzi
Gloria Capecchi
Il volume Foto dal futuro è il prodotto della sperimentazione di metodologie narrative all'interno di un percorso di orientamento che ha visto protagonisti gli alunni di sei scuole afferenti a quattro Istituti Superiori della Provincia di Arezzo. Con il progetto 'Foto dal Futuro' i professionisti dell'agenzia formativa PratiKa si ponevano la finalità di 'rafforzare le capacità progettuali dei ragazzi/e costruendole assieme a loro, partendo da un'investigazione identitaria e muovendosi in direzione di un'immagine del futuro, aiutando gli studenti a svilupparla, costruendo un progetto su di sé'.
Daniele De Cia
Federico Batini introduce e cura un volume che arricchisce di spunti teorici, documentali ed operativi un dibattito che si sta guadagnando urgentemente un posto di primo piano all'interno delle riflessioni sui profondi cambiamenti sociali che stanno ridisegnando i percorsi di vita delle società occidentali, quello sul ruolo delle istituzioni scolastiche nell'era dell'economia della conoscenza.