Approccio dal basso e interculturalità narrativa
Orazio Maria Valastro (a cura di)
M@gm@ vol.1 n.2 Aprile-Giugno 2003
POLITICHE SOCIALI E MIGRANTI
Quando l'approccio funzionale sacrifica l'esperienza ed il
vissuto degli individui
Orazio Maria Valastro
valastro@analisiqualitativa.com
Presidente Osservatorio dei Processi
Comunicativi, Associazione Culturale Scientifica (www.analisiqualitativa.com);
Dottorando di Ricerca all'IRSA-CRI (Institut de Recherches
Sociologiques et Anthropologiques - Centre de Recherches sur
l'Imaginaire) presso l'Università degli Studi ''Paul Valéry''
di Montpellier; Laureato in Sociologia (Università degli Studi
René Descartes, Parigi V, Sorbona); Fondatore, Direttore Editoriale
e Responsabile della rivista elettronica in scienze umane
e sociali "m@gm@"; Collaboratore e Membro del Comitato Scientifico
della "Revue Algérienne des Etudes Sociologiques", Université
de Jijel-Algeria; Sociologo e Libero Professionista, Studio
di Sociologia Professionale (Catania).
1.
Una prospettiva d'integrazione multiculturale e pluralista
[1]
Operare in una prospettiva multiculturale e pluralista nell'ambito
delle politiche sociali e culturali, significa accompagnare
e sostenere dei processi di cambiamento a livello comunitario,
lavorando e intervenendo sulle relazioni e sulle identità
sociali. Non si deve dunque sottovalutare il collegamento
tra norme giuridiche e strumenti che in uno specifico contesto
nazionale consentano delle concrete politiche sociali d'integrazione
e pluralismo. L'importanza peculiare dei flussi migratori
in funzione delle prerogative economiche e politiche dei contesti
nazionali ed europei, sembra concedere un'opportuna considerazione
ad una nuova visione dell'avvenire della regione euro mediterranea.
Rimuovendo una rigida gerarchia delle priorità e delle finalità
di una politica dell'immigrazione dove prevalgono le prospettive
e le problematiche economiche e politiche, si valorizzano
maggiormente e si collocano inoltre sullo stesso piano anche
la dimensione sociale e culturale relativa al fenomeno dell'immigrazione
[2].
Le politiche di controllo dei flussi migratori, la programmazione
dei flussi e l'inserimento dei migranti in funzione della
domanda e della qualità del lavoro, i flussi in ingresso programmati
in Italia [3],
nella prospettiva di una rielaborazione delle nuove modifiche
della legislazione vigente in materia di immigrazione [4],
avanzano tuttavia verso una esasperazione della dimensione
economica e politica della migrazione. Nell'inasprimento della
logica delle priorità politiche ed economiche il sistema politico
si confronta con il sistema economico, maggiore controllo
dei flussi migratori per il primo e maggiore apertura all'ingresso
dei lavoratori immigrati o alla legalizzazione del lavoro
sommerso di questi ultimi per il secondo, focalizzando maggiormente
l'attenzione di una prospettiva di integrazione multiculturale
e pluralista in funzione di questa concezione dell'immigrato
come lavoratore.
L'attuale orientamento delle politiche sociali sull'immigrazione
in Italia sembra stravolgere gli indirizzi precedenti, considerando
l'immigrato prevalentemente in qualità di lavoratore, temporaneamente
partecipe alla vita della collettività. L'immigrato concepito
come persona senza un progetto migratorio, provvisoriamente
presente sul territorio, potrebbe prospettare una carente
politica sociale d'integrazione e pluralismo.
2. Diritti di cittadinanza e riconoscimento delle differenze
Il perfezionamento legislativo dei principi fondamentali attraverso
il riconoscimento delle differenze, evidenziato da una maggiore
disponibilità giuridica all'acquisizione dei diritti di cittadinanza
nella politica sociale, sviluppa uno strumento fondamentale
per l'integrazione. Sussiste tuttavia una separazione tra
sfera privata e pubblica che confina la manifestazione e l'espressione
delle identità culturali nella sfera privata, un impedimento
considerevole per il riconoscimento legislativo e giurisprudenziale
delle identità culturali [5].
Il concetto di cittadinanza si modifica implicando il tema
della partecipazione e produce una nuova prerogativa, la questione
della partecipazione predomina in questa accezione rispetto
alla questione dell'appartenenza, una caratteristica sostanziale
del concetto di cittadinanza. I diritti sociali e politici,
come qualità specifiche, istituiscono la cittadinanza sociale
contemporanea concepita come partecipazione attiva e cosciente
dei soggetti all'insieme delle politiche e delle pratiche
sociali. Garantire e promuovere l'uguaglianza per lo sviluppo
personale e sociale degli individui, sono anche dei principi
per contrastare i processi sociali dell'esclusione.
Le politiche sociali dell'immigrazione non possono sottrarsi
al riconoscimento dei diritti di cittadinanza degli individui
e l'affermazione di questi diritti promuove la manifestazione
e l'estrinsecazione della cultura dei migranti, sostenendo
inoltre l'integrazione degli individui. Riconoscere le differenze
culturali senza per questo conformarle ad un modello culturale
di riferimento, facilita il processo d'integrazione sociale
salvaguardando e rispettando le molteplici identità culturali
degli immigrati [6].
I diritti di cittadinanza sono dei presupposti fondamentali,
in una prospettiva d'integrazione multiculturale e pluralista,
per il riconoscimento delle identità dei cittadini immigrati
[7].
3. Identità culturali e divari tra realtà e comunità locali
Vi sono alcuni elementi che determinano degli sviluppi pregiudizievoli
per l'implementazione delle politiche sociali volte a favorire
la coesistenza di culture diverse e promuovere l'interazione
etnoculturale. La nozione di localismo dei diritti [8]
delinea, ad esempio, un contesto in cui si è conferito di
fatto agli enti locali l'effettiva realizzazione degli indirizzi
indicati dalla politica nazionale per l'immigrazione. L'impegno
a riconoscere e salvaguardare i diritti di cittadinanza degli
immigrati deve dunque confrontarsi con le scelte politiche
e le risorse locali, con l'effettiva possibilità per gli immigrati
di godere di certi diritti, indipendentemente dal contesto
locale in cui sono inseriti, senza produrre di conseguenza
un divario tra realtà differenti.
Il concetto di cittadinanza differenziata propone un altro
elemento di riflessione riguardo al divario dei diritti i
cittadinanza e l'integrazione degli immigrati, valorizzando
maggiormente gli strumenti legislativi e amministrativi al
fine di riconoscere le identità culturali e politiche [9].
In una società pluralista e interculturale, dei diritti differenziati
possono farsi garanti dell'esigenza di riconoscere le identità
ed i valori culturali di individui e gruppi sociali eterogenei
[10].
La cittadinanza, esaminata in termini istituzionali, propone
paradossalmente un sistema di inclusioni ed esclusioni, una
diversità nella definizione e nell'attuazione dei diritti
di cittadinanza, definendo a priori dei percorsi di inclusione
ed esclusione, di riconoscimento o negazione di una qualsiasi
forma di cittadinanza sociale e politica e dei diritti ad
essa connessi.
L'aspetto giuridico e sociale dei diritti di cittadinanza
degli immigrati mette in evidenza una prospettiva sfavorevole
che rischia di svilupparsi nel divario sempre maggiore tra
le realtà locali e l'effettivo godimento di questi diritti,
se l'insieme degli strumenti giuridici danno vita ad una divergenza
tra diritto formale e diritto vivente, tra le norme e la loro
effettiva applicazione [11].
L'esclusione dal godimento dei diritti di cittadinanza, in
quei contesti in cui la partecipazione attiva e l'interazione
sociale e culturale sono contrastate, definisce un processo
multidimensionale di marginalità dell'immigrato [12].
4. Un approccio dal basso per decostruire i meccanismi
di costruzione sociale dell'esclusione
La questione dei diritti civili, politici e sociali, e la
cittadinanza degli immigrati può essere considerata muovendo
dagli approcci qualitativi della ricerca e dell'intervento
sociale. Possiamo considerare il migrante non tanto come una
costruzione giuridica ma come un fenomeno complesso ed eterogeneo,
dove la conquista progressiva dei diritti attraverso forme
diversificate di auto organizzazione e percorsi di cittadinanza
e integrazione [13],
siano ricondotte in una dimensione educativa e costruttiva
per un agire interculturale e la coesistenza di molteplici
identità.
Tralasciando un approccio strettamente funzionale all'analisi
ed al regolamento dei flussi migratori in favore di un approccio
dal basso, che non sacrifica l'esperienza sociale e il vissuto
dei migranti, non ci si limita a considerare soltanto quello
che emerge pubblicamente senza analizzare realmente il flusso
migratorio. La comprensione dei molteplici ed eterogenei progetti
migratori non è semplicemente riconducibile ad una diversità
ed una specificità nazionale o locale. In questo modo si manifestano
delle prospettive inedite che possono modificare i luoghi
comuni, la conoscenza del fenomeno migratorio passa attraverso
la comprensione delle motivazioni che spingono i migranti
e ne determinano i loro progetti migratori [14].
Si tratta inoltre di esaminare e valutare i contesti specifici
in cui vivono gli immigrati verificando quei processi che
nella vita quotidiana producono delle forme di esclusione
a livello locale. Decostruendo in definitiva le logiche istituzionali
e sociali di inclusione ed esclusione, di integrazione o segregazione,
possiamo considerare i diritti di cittadinanza non solo come
una funzione terapeutica rispetto ai fenomeni migratori o
una semplice proposta del diritto per una ricomposizione tollerante
delle relazioni sociali, ma come l'affermazione dei diritti
delle persone concrete [15].
NOTE
[1] La
rubrica tematica "Approccio dal Basso e Interculturalità Narrativa"
è un'idea che si è sviluppata, concretizzandosi successivamente
come proposta editoriale con il prezioso contributo degli
autori che hanno aderito a questo stesso progetto, durante
il Corso di Perfezionamento "Migrazioni e Famiglie: politiche
e intervento per l'inclusione sociale" (Corso di Perfezionamento
in Promozione Sociale e Prevenzione del Disagio presso la
Facoltà di Sociologia, Istituto di Sociologia, dell'Università
degli Studi di Urbino Carlo Bo, a.a. 2001-2002). Ringrazio
tutti i docenti ed i corsisti che mi hanno stimolato contribuendo
anche indirettamente alla realizzazione di questo numero tematico,
ed in modo particolare ringrazio Pietro Saitta e Loredana
Gambuzzi per avermi seguito e sostenuto con il loro valido
supporto.
[2] Dichiarazione
finale relativa alla seconda sessione del Forum parlamentare
Euro-Mediterraneo di Bruxelles dell'8-9 febbraio del 2001.
[3]
Il lavoro degli immigrati: programmazione dei flussi e politiche
d'inserimento (a cura di Guido Baronio e Anna Elisa Carbone);
una selezione degli atti del convegno organizzato dal Ministero
del Lavoro, la Direzione Generale per l'Impiego di concerto
con l'Isfol ed il Cned, nel novembre del 2000; un confronto
tra soggetti istituzionali e privati sulla prima fase di sperimentazione
della legge 40 del 1998 sul processo di gestione dei flussi
migratori.
[4] Il
decreto legislativo Bossi/Fini e le modifiche previste rispetto
alle disposizioni vigenti sull'immigrazione.
[5] Società
multiculturale e diritto italiano, alcune riflessioni
di Letizia Mancini, in Quaderni di diritto e politica ecclesiastica,
1-2000; intervento sul dibattito e sui concetti di società
multiculturale e multiculturalismo, la normativa italiana
in materia di immigrazione e il progressivo stanziamento dei
migranti sul territorio.
[6] Letizia
Mancini, cit. 2000.
[7] Cittadinanza
e sfide del multiculturalismo di Will Kymlicka, in La
cittadinanza in discussione (a cura di Yuri Kazepov e Giovanna
Procacci), Inchiesta, anno XXVIII, n. 120, aprile - giugno
1998; in questo articolo si considera come il multiculturalismo
privato di cittadinanza costituisca una forma di esclusione
e nello stesso tempo una sua legittimazione.
[8] Giovanna
Zincone, Uno schermo contro il razzismo: per una politica
dei diritti utili, Roma, Donzelli, 1994; un'analisi sul
localismo come carattere delle politiche dell'immigrazione.
[9] Francesco
Belvisi, Identità, minoranze, immigrazione: com'è possibile
l'integrazione sociale? Riflessioni sociologico giuridiche;
contributo sul risultato parziale di ricerche il cui progetto
è stato cofinanziato dal Murst (e. f. 2000).
[10]
Matteo Gianni, Cittadinanza differenziata e integrazione
multiculturale, Rivista italiana di Scienza politica,
vol.27, n.3, 1997.
[11]
Pietro Saitta, La famiglia immigrata: problematiche familiari
e giuridiche; materiali di studio a cura di P. Saitta
per il Corso di Perfezionamento in Promozione Sociale e Prevenzione
del Disagio, "Migrazioni e Famiglie: politiche e intervento
per l'inclusione sociale", presso la Facoltà di Sociologia,
Istituto di Sociologia, dell'Università degli Studi di Urbino,
a.a. 2001-2002.
[12]
Francesco Lazzari, L'altra faccia della cittadinanza: contributi
alla sociologia dei processi migratori, Milano, Franco
Angeli, 1994.
[13]
Sergio Bontempelli, Costruire percorsi di cittadinanza,
Guerre&Pace, inserto Immigrazione, n.89/90, aprile 2000.
[14]
Mara Tognetti, Politiche per la migrazione nel contesto
europeo, Docente di Politica Sociale all'Università degli
Studi di Milano: alcune riflessioni presentate nel Corso di
Perfezionamento in Promozione Sociale e Prevenzione del Disagio,
"Migrazioni e Famiglie: politiche e intervento per l'inclusione
sociale", presso la Facoltà di Sociologia, Istituto di Sociologia,
dell'Università degli Studi di Urbino, a.a. 2001-2002.
[15]
Jaqueline Costa-Lascoux, Immigration: de l'exil à l'eclusion?,
in L'exclusion: l'état des savoirs (a cura di Serge Paugam),
Paris, La Découverte, 1996.
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