Approche d'en bas et interculturalité narrative
Orazio Maria Valastro (sous la direction de)
M@gm@ vol.1 n.2 Avril-Juin 2003
MOBILITÀ UMANA E QUALITÀ DELL'INFORMAZIONE Il ruolo dei centri di documentazione
Barbara Fiorentini
barbara.fiorentini@unicatt.it
Bibliotecaria
e documentalista, Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza.
COS'E'
LA DOCUMENTAZIONE
La documentazione intesa come disciplina è una scienza teorica
e pratica emergente nel Novecento: ha come finalità primaria
la funzionalità di un sistema informativo di qualità. L'influenza
del pensiero moderno ha condotto all'interdisciplinarietà
della documentazione, trasversale ad aree teoriche e pratiche
del sapere. Più in generale però possiamo affermare che la
documentazione nasce come risposta alle esigenze informative
della società, caratterizzata oggi da un alto sviluppo scientifico
e tecnologico e da un alto tasso di scolarizzazione e da una
sempre crescente specializzazione. Si tratta di una società
complessa che considera l'informazione come risorsa indispensabile
ai fini dell'efficacia e dell'efficienza di tutte le attività,
produttive e culturali. L'informazione diventa così un bene
da conservare, una materia prima da trattare perché possa
essere reintegrata nei processi produttivi, gestionali o culturali
in quanto produce valore aggiunto all'attività, quando non
ne costituisce addirittura il presupposto indispensabile.
Ma che cosa s'intende propriamente per informazione? Si tratta
di una questione complessa, che coinvolge diverse discipline.
Possiamo comunque intendere per informazione tutto ciò che
determina una variazione nel patrimonio conoscitivo del soggetto.
Infatti, un semplice dato diventa informazione nella misura
in cui ha una fruizione, anche potenziale: il rapporto con
l'utente è perciò connaturato al concetto stesso d'informazione.
Ecco allora che il dato è un elemento per la conoscenza, esiste
nelle cognizioni teoriche e pratiche, è individuabile ed isolabile,
è suscettibile d'elaborazione, conservazione e diffusione,
ma è ancora estraneo all'utilizzazione e all'accoglimento.
L'informazione è invece un elemento che modifica qualitativamente
o quantitativamente uno stato di conoscenza. Si può affermare
che l'informazione è il momento dinamico del dato, il suo
incidere nel quadro delle conoscenze. I dati forniscono informazioni,
ma non s'identificano con esse. Infatti, si può avere informazione
anche in e per assenza di dati.
In definitiva possiamo affermare che l'informazione è tale
nella misura in cui ha una fruizione di tipo conoscitivo:
l'accento è così posto sul soggetto di questa fruizione, cioè
sull'utente del centro di documentazione. E' infatti vero
che l'informazione è l'oggetto di cui si occupa il documentarista,
ma egli tratta essenzialmente informazione rilevante nella
prospettiva dell'utenza. La prospettiva dell'utenza è quindi
centrale per una struttura inserita all'interno di un contesto
preciso, che coopera al conseguimento delle finalità e degli
obiettivi dell'ente che la ospita.
CHE COSA SONO I CENTRI DI DOCUMENTAZIONE
Origine e funzioni
I primi centri di documentazione si collocano nell'ambito
di aziende, di centri di ricerca, di enti amministrativi o
di istituzioni di varia natura, ognuna delle quali persegue
proprie finalità specifiche. Ad esempio un'azienda, un ente,
un'istituzione si dotano di un centro di documentazione per
avere una struttura che raccolga, selezioni, gestisca e diffonda
informazione, nella consapevolezza che la propria attività
è sempre più condizionata dalla capacità di trattare e di
disporre di questa risorsa. Il documentarista ha un rapporto
privilegiato con l'utenza del centro di documentazione: s'interessa
delle attività svolte dall'ente ospitante e ha un'immagine
precisa delle persone che vi lavorano e delle loro esigenze
informative. Risponde alle richieste informative e talvolta
le anticipa, fornendo o segnalando all'utenza le risorse informative
che, in base al profilo delineato, ritiene essere compatibili
con le sue esigenze. Tale rapporto è uno dei principali aspetti
che caratterizzano la figura del documentarista rispetto a
quella del bibliotecario tradizionale. Infatti, l'azione del
primo ruota attorno alle esigenze informative della comunità
nella quale è inserito, proiettandosi verso di essa con un
atteggiamento attivo e propositivo; non si pone però il problema
della tutela del patrimonio documentario da conservare (compito
principale del bibliotecario), in attesa che sia l'utenza
a rivolgersi ad esso per interrogarlo.
Quindi, in generale, un centro di documentazione cerca e raccoglie
informazione utile dovunque essa sia annidata e in qualunque
veste si presenti; si interessa inoltre all'analisi del contenuto
concettuale dei documenti e all'elaborazione di unità informative
che lo trasmettano [1]. La raccolta
e la successiva diffusione dell'informazione sono le operazioni
che meglio tradiscono la sua funzione dinamica, il suo ruolo
attivo e propositivo. Un centro di documentazione non opera
in una prospettiva di "conservazione", non ha interesse alla
completezza o coerenza delle collezioni, o al possesso imprescindibile
di alcuni strumenti di base quali enciclopedie, dizionari,
manuali, etc. Se la finalità del documentalista è fornire
informazione ad un'utenza che ha determinate esigenze, che
egli conosce in anticipo, andrà "a caccia" di quell'informazione
per snidarla dai suoi giacimenti, qualsiasi forma questi abbiano
e ovunque siano nascosti [2].
Se l'oggetto a cui punta il documentalista è l'informazione
intesa come insieme di dati, comunque registrati, purché assumano
rilevanza informativa per un determinato contesto (siano cioè
potenzialmente ricercabili in relazione a determinate esigenze
informative e fruibili nell'ottica di modificare uno stato
di conoscenza, spesso nella prospettiva dello svolgimento
efficace di un'attività), allora la raccolta sarà aperta non
solo alla pluralità delle forme espressive e delle modalità
di registrazione (diversi linguaggi e supporti) ma anche orientata
a tipologie non convenzionali di documenti, cioè tali da non
essere stati prodotti con l'intento esplicito di comunicare
informazioni e di rivolgersi ad un pubblico6 (inteso come
comunità aperta di potenziali fruitori), o di essere messi
in circolazione attraverso i canali tradizionali attraverso
cui per secoli sono state distribuite le informazioni. Spesso
si registra informazione per fermare la memoria delle azioni
svolte, magari a proprio uso e consumo, per confrontarsi con
un collega o con una ristretta cerchia di addetti ai lavori,
per esigenze amministrative o burocratiche, per tracciare
un bilancio o una valutazione, per registrare i risultati
di un esperimento o di un'attività, come tappa provvisoria
di un percorso di elaborazione destinato a concludersi, e
magari ad essere reso pubblico, in tempi successivi, e così
via. La prospettiva del documentalista è quella di chi, prescindendo
dagli obiettivi per cui tale materiale è stato prodotto e
dalla sua tipologia più o meno informale, si chiede quale
sia il potenziale valore informativo che esso riveste per
il contesto nel quale egli opera e, una volta stabilitane
la rilevanza, si attiva per recuperarlo, localizzarlo o identificarlo.
Molto di questo materiale informativo può essere considerato
letteratura grigia [3]. Con tale termine
si fa riferimento a una produzione documentaria non convenzionale,
in quanto non prodotta da editori commerciali e non distribuita
attraverso i normali canali commerciali.
CHI E' IL DOCUMENTARISTA
Riprendiamo la definizione riportata dal "Repertorio delle
Professioni" edito dall'ISFOL nel 1987: è documentarista "
... lo specialista del trattamento e del trasferimento dell'informazione,
ovvero l'intermediario tra le fonti di informazione e gli
utilizzatori di tali fonti".
Nello specifico le attività da lui svolte sono essenzialmente
di:
- gestione dell'informazione e non gestione del documento;
- diffusione dell'informazione; collaborazione ad un'efficiente
utilizzazione delle documentazione in base alle esigenze dell'utenza;
- gestione e organizzazione del servizio in termini di produttività
e di mercato;
- utilizzazione di tecniche al servizio dell'informazione;
- partecipazione alla messa a punto del sistema di informazione
in base alle necessità dell'utenza;
- svolgimento attività di ricerca dell'informazione, in particolare
per il reperimento dei documenti o materiali non facilmente
reperibili e particolarmente significativi;
- orientamento dell'utenza di cui contribuisce a formalizzare
le richieste;
- valutazione dei sistemi di informazione nella loro globalità.
In definitiva si può affermare che il documentarista svolga
un ruolo fondamentale nella diffusione dell'informazione all'interno
dell'organizzazione a cui appartiene attraverso la creazione
di basi dati interne che comportano una migliore integrazione
delle attività dell'organizzazione stessa.
PROBLEMATICHE COMUNI AI CENTRI DI DOCUMENTAZIONE
Nelle intenzioni, i centri documentazione hanno tutte le possibilità
per svolgere un lavoro efficace ed efficiente al servizio
dell'ente a cui sono collegati o da cui dipendono e quindi
possono adempiere al proprio compito erogando servizi caratterizzati
da un elevato livello di qualità. Nella pratica però il settore
della documentazione vive in uno stato di diffuso malessere.
Questo con particolare riferimento alla situazione italiana.
Ciò è dovuto al fatto che la maggior parte dei centri è di
dimensioni medio-piccole, spesso mancanti di una qualsiasi
forma di coordinamento o di collaborazione per i centri operanti
nella stessa area di interesse.
Come evidenziato dall'Associazione C.D.H. di Bologna (vedi
URL https://www.accaparlante.it/
):
- l'identità dei centri di documentazione e l'assenza di una
riflessione comune, nonostante la nostra società consideri
l'informazione e la conoscenza essenziali. Si osserva inoltre
che spesso sono accorpate in un'unica definizione di centro
di documentazione realtà con caratteristiche estremamente
diverse tra loro: centri di documentazione già strutturati,
aggiornati e attivi, realtà in cui la documentazione è un'attività
non prioritaria e non del tutto autonoma, realtà che hanno
fondi che in realtà non sono accessibili. Questa confusione
accresce le difficoltà nella definizione di potenzialità e
bisogni.
- Per quanto riguarda le funzioni svolte, i centri hanno difficoltà
a caratterizzarsi: spesso il materiale posseduto è disomogeneo,
le aree di specializzazione sono poco definite.
- Sul fronte della diffusione e del collegamento, si nota
che spesso le diverse esperienze di documentazione si nota
sono scarsamente collegate tra loro sia per quanto riguarda
le attività svolte che per il materiale posseduto. Questo
si riflette sulla qualità dei servizi offerti.
- Si nota inoltre una scarsità di risorse economiche ed umane
specifiche per le attività di documentazione in quanto la
maggior parte di esse è investita in altre attività delle
organizzazioni.
- La qualità dei servizi: sono ancora poco diffusi sistemi
di indicizzazione e catalogazione che rispondano agli standard
internazionali, situazione che costituisce un grosso problema
di uniformità dei diversi cataloghi, oltre che di qualità
degli stessi. Questo consentirebbe l'omologazione ai percorsi
già fatti dalle biblioteche pubbliche e specializzate, favorendo
l'incontro e lo scambio con questa tipologia di enti. Inoltre
raramente i centri hanno sviluppato sistemi di valutazione
permanente. Diventa pertanto estremamente complesso il monitoraggio
delle attività.
- Infine: il problema della visibilità. Spesso i centri non
sono utilizzati e visibili sul territorio per quelle che sono
le loro potenzialità. E' frequente che organizzazioni di settore
non conoscano i centri di documentazione che si occupano della
loro stessa area tematica. Inoltre non sempre i centri di
documentazione hanno definito chiaramente i loro utenti e
strategie di "marketing".
DOCUMENTARE IL FENOMENO MIGRATORIO OGGI
A partire dai primi anni '80 si è sviluppata in Italia una
particolare attenzione nell'ambito sociale per le tematiche
di carattere informativo, documentativi ed informativo, soprattutto
grazie all'evolversi della cosiddetta "società dell'informazione"
[4]. Più recentemente si è sviluppato
invece l'interesse verso il settore della documentazione,
che è decollato definitivamente con l'esplodere della stagione
del volontariato e del non profit. La formula del Centro documentazione
è stata quella più praticata, anche se dietro questa sigla
esistono strutture diversissime tra loro per identità e operatività.
Esistono strutture assimilabili a Biblioteche, altre che oltre
al lavoro di documentazione svolgono interventi informativi
e formativi, altre che sono sostanzialmente sportelli informativi.
Più in generale l'interesse per queste funzioni si struttura
a partire dai profondi cambiamenti nelle politiche sociali,
dallo sviluppo delle nuove tecnologie che favoriscono la comunicazione
anche di piccoli gruppi, e da una cultura informativa e di
rete che permea anche i nuovi riferimenti legislativi.
Sicuramente quello dei centri documentazione è un mondo in
evoluzione. Un'evoluzione quantitativa che ha visto nascere
centri in quasi tutte le regioni italiane, ad opera di soggetti
diversi e specializzati in varie tematiche. Dal punto di vista
dei contenuti l'immigrazione e tematiche correlate (intercultura,
rapporto nord-sud, modello di sviluppo, ecc.) è l'ambito di
studio e di ricerca più diffuso, scavalcando l'handicap che
per molti anni è stato capofila negli interessi dei centri
documentazione, anche per quanto riguarda l'impegno degli
enti locali. In riferimento ad un'evoluzione qualitativa si
riscontra un sicuro interesse per una professionalizzazione
delle persone che operano nei centri. Un settore di sviluppo
da perseguire è senz'altro quello di favorire una logica di
rete con le biblioteche pubbliche che parta anche da occasioni
di incontro e reciproca conoscenza. Collaborazione non solo
tecnica, ma anche su progetti di taglio culturale che investano,
ad esempio, alcuni generi letterari che sono possibili "ponti"
tra i due diversi sistemi.
Le biblioteche multiculturali
In Italia si stanno diffondendo le cosiddette "biblioteche
multiculturali", che rientrano per lo più nei progetti delle
biblioteche pubbliche. Prezioso è il lavoro che viene svolto
dal 2001 dal Gruppo di lavoro biblioteche multiculturali della
Commissione nazionale biblioteche pubbliche dell'AIB. Vi aderiscono
alcuni operatori impegnati in prima linea nella gestione di
sezioni multiculturali in biblioteche sparse in tutta Italia.
Il Gruppo ha dato vita anche ad alcune pagine web ( https://www.aib.it/aib/commiss/cnbp/mc/mc.htm
) che riuniscono documenti, esperienze, progetti e linee guida
utili per un coordinamento tra le forze impegnate nel settore.
Le pagine, curate da Domenico Ciccarello e da Elena Boretti,
si aprono con la delineazione delle caratteristiche e degli
obiettivi dei servizi bibliotecari multiculturali. Nella prospettiva
della condivisione e dello scambio di esperienze nella sezione
Materiali e contributi vengono ospitati documenti, riflessioni
ed altri materiali professionali prodotti individualmente
e/o collettivamente dai componenti del gruppo di lavoro, e
ritenuti di utilità generale.
Esperienze all'estero
Interessante punto di riferimento è il testo di Cecilia Cognigni
[5], che, nella sezione Contributi
delle pagine web del Gruppo di lavoro biblioteche multiculturali
AIB, pubblica un'analisi delle esperienze di quei paesi in
cui, per ragioni storiche e sociali, la comunità bibliotecaria
si è aperta alle problematiche del multiculturalismo prima
che altrove. In particolare sono di grande interesse gli esempi
offerti dalla penisola scandinava e dagli Stati Uniti. Tale
rassegna aiuta a mettere a fuoco strategie e metodi per predisporre
progetti specifici, che trovano sostegno economico e promozionale
in istituzioni quali Stato, Regioni, Province e Città metropolitane,
con una costante attenzione all'individuazione di sistemi
di gestione di tipo cooperativo. Danimarca, Svezia e Finlandia
offrono gli esempi più significativi in Europa. Negli Stati
Uniti l'attenzione delle biblioteche pubbliche per i temi
dell'interculturalità e della mobilità umana è viva fin dalla
metà degli Anni Settanta e si è sviluppata soprattutto nelle
zone maggiormente interessate dalla presenza di stranieri,
come ad esempio Queens a New York, la città di Chicago e lo
stato della California.
Esperienze in Italia
Esistono in Italia numerosissimi progetti con etichetta interculturale.
Risulta qui difficile elencarli tutti. Le pagine web del Gruppo
di lavoro biblioteche multiculturali (https://www.aib.it/aib/commiss/cnbp/mc/prog.htm)
ne segnalano alcuni promossi da biblioteche, o in cui il ruolo
attribuito alle biblioteche è ritenuto significativo. Alcuni
progetti si sono già conclusi e vengono riportati solo a fini
di documentazione, altri sono in fase di avvio, altri ancora
si trovano a uno stadio di sviluppo più avanzato. Attualmente
il sito riporta i casi della Sezione Lombardia dell'AIB ("Scaffale
multiculturale" , < https://www.aib.it/aib/sezioni/lom/scaffale.htm
>), delle Biblioteche civiche torinesi ("Biblex", < https://www.comune.torino.it/cultura/biblioteche/pagine/biblexnew.html
>), del Comune di Perugia ("Scaffale multietnico", < https://www.comune.perugia.it/biblioteca/multimediale/H
20O 20M 20E 20SME.htm >), della Provincia di Grosseto
insieme al Comune di Roccastrada ("Obzor", < https://www.comune.roccastrada.gr.it/obzor/obzor1.htm
>), della Regione Sardegna ("La biblioteca del Mediterraneo",
< https://www.regione.sardegna.it/pubblicaistruzione/biblmedit/indice.htm
>) e della Regione Toscana ("Portofranco",
Scopo comune di queste esperienze è quello di coinvolgere
le strutture bibliotecarie pubbliche perché si dotino di una
specifica sezione di documenti adatti ai cittadini stranieri
che abitano nel nostro territorio, e a quanti vogliano conoscere
qualcosa di più su culture e letterature delle comunità straniere
maggiormente rappresentate sul territorio. I progetti prevedono
in genere l'acquisto di riviste e libri anche in lingua originale,
attinenti a lingua, storia, tradizioni di diversi popoli:
africani, arabi, asiatici, latinoamericani e dell'Europa orientale;
la creazione di spazi adatti per favorire la conoscenza e
lo scambio reciproco tra culture; predisporre repertori e
cataloghi (cartacei e su supporto digitale) di risorse sull'interculturalità,
l'integrazione e la mobilità umana.
DOCUMENTARE L'INTERCULTURALITA' E LA MOBILITA' UMANA IN
ITALIA
In tema di interculturalità e di mobilità umana in Italia
si stanno diffondendo numerosi centro di documentazione. In
genere si tratta di strutture di supporto ad enti o associazioni
che già operano nel settore e che necessitano di strumenti
di informazione e di formazione.
Si possono individuare tre obiettivi di base che un centro
di documentazione specializzato sull'argomento si pone ovvero
si dovrebbe porre:
- raccogliere, ordinare e catalogare materiale bibliografico
e documentale sui temi dello sviluppo, della cooperazione
internazionale, dell'educazione alla mondialità e all'interculturalità,
dell'immigrazione e dei rapporti tra Nord e Sud del mondo;
- analizzare e rielaborare l'informazione sui problemi del
settore e slegarlo da stereotipi;
- fornire strumenti di lavoro, di ricerca e di aggiornamento
al pubblico (studenti, ricercatori, unità didattiche, gruppi
di base, associazioni), sui problemi relativi alla cooperazione
internazionale, al sottosviluppo, alle problematiche dei rapporti
economici, politici e culturali tra Nord e Sud del mondo.
Quindi un Centro di documentazione dedicato all'interculturalità
e alla mobilità umana si profila non come un semplice deposito
di notizie, bensì un Centro in grado di trasformare informazioni,
spesso parziali, in materiali organicamente ricomposti e più
facilmente leggibili. Inoltre dovrebbe proporsi di fornire
un efficiente e aggiornato servizio divulgativo e di promuovere
uno spazio di studio e di lavoro.
In Internet è possibile trovare alcuni elenchi ben fatti che
producono definizione, recapiti, attività e link web dei principali
Centri di documentazione. Segnaliamo la pagina curata dall'ICU
- Istituto per la cooperazione universitaria (< https://www.icu.it/attivita/eas/centri.htm
>): in questa pagina è possibile trovare gli indirizzi e gli
orari di apertura di alcune biblioteche e centri di documentazione
che si occupano in modo specifico di cooperazione allo sviluppo
e solidarietà. Inoltre consultare on-line alcune biblioteche
universitarie attraverso l'utilizzo di parole chiave. In un'altra
pagina ("Approfondimenti tematici", < https://www.icu.it/attivita/eas/approf.htm
>) si possono trovare articoli sulla cooperazione internazionale.
Inoltre l'Associazione CDH di Bologna ha messo in rete una
banca dati con i Centri di Documentazione, Istituti di Ricerca,
Sportelli informativi sui temi dell'emarginazione, politiche
sociali, volontariato e terzo settore (< https://www.accaparlante.it/cdh-bo/documentazione/centri-italiani
>): i centri sono ricercabili per regione e per aree tematiche
(ad esempio: immigrazione, zingari, educazione sanitaria,
terzo settore, ecc.). Interessante è anche l'iniziativa dell'IRRSAE
Toscana che ha messo in rete una lista dei centri attivi sul
territorio della regione Toscana (< https://www.irre.toscana.it/9810/inter/irs_ei019.htm
>). Il Centro Studi "Bruni Ciari" di Empoli ha creato,
sul proprio sito web, una sezione dal titolo "Intercultura
nel web" (< https://www.centrociari.it/interculweb.htm
>) dove vengono riportati i link ai principali centri di
studio e di ricerca italiani e stranieri che trattano del
tema della migrazione. Infine riportiamo il link alla Mappa
dei Centri interculturali sul sito dei padri Saveriani di
Brescia: < https://www.saveriani.bs.it/cem/mappa.htm>.
Tutti i centri che in Italia si occupano di Intercultura,
segnalati con indirizzi postali e Internet.
Mobilità umana e documentazione:
l'esperienza del Cedomis, centro di documentazione e studi
"Scalabrini" di Piacenza
Presentiamo l'esperienza di un centro di documentazione particolare,
in quanto la propria missione è quella di documentare le migrazioni
dal punto di vista dei migranti, cioè esclusivamente attraverso
fonti nate in ambiente migratorio. Sono i migranti stessi,
nella loro lingua, con i propri strumenti espressivi e mezzi
culturali, che forniscono dati e informazioni per comprendere
il loro mondo d'origine e la loro realtà migratoria. Questo
significa che la qualità dell'informazione raccolta e ordinata
è data dalla qualità della fonte: è il migrante stesso che
produce informazione (storie di migrazioni, descrizioni dei
Paesi, delle società, delle tradizioni, delle culture d'origine).
Il Centro di Documentazione é un'opera pastorale della Provincia
Europea delle Suore Missionarie di San Carlo Borromeo Scalabriniane,
un'attuazione apostolico-missionaria e un'espressione del
carisma scalabriniano. Ha sede a Piacenza (Via Roma, 162 -
Telefono/Fax: 0523.315780; e-mail: cedomis@inwind.it). Dopo
un'esperienza decennale e la ristrutturazione con ampliamento
avvenuta nel 2000, il Centro offre oggi un servizio di qualità
e si presenta come sede privilegiata di documentazione, studio
e ricerca nell'ambito della mobilità umana.
Scopo del Cedomis è promuovere la conoscenza della sfida culturale
che le migrazioni pongono oggi alle istituzioni pubbliche,
ecclesiali e sociali, alle agenzie educative e ai cittadini,
alla luce della visione scalabriniana del fenomeno migratorio,
per favorire risposte adeguate. Il centro intende offrire
un luogo di raccolta-documentazione del sapere dei migranti
e delle diverse iniziative / studi e pubblicazioni riguardanti
le migrazioni. Accanto all'attività di "centro di documentazione"
il Cedomis sta sviluppando in modo particolare quella di "centro
studi", promuovendo appunto studi e ricerche attraverso la
pubblicazione di documenti inediti su aspetti nuovi del fenomeno
migratorio. In questo ambito è preziosa la collaborazione
con gli enti locali (soprattutto Comune e Provincia di Piacenza),
con i quali è stata avviata una proficua collaborazione.
Attualmente il CEDOMIS è gestito da un'équipe formata da una
responsabile, da un referente per ogni progetto e da alcuni
esperti. L'attenzione particolare posta dal Cedomis allo studio
e alla documentazione sul fenomeno migratorio è testimoniata
anche dalla presenza in équipe di un immigrato straniero,
portavoce privilegiato delle molteplici esperienze di mobilità
umana.
Il Cedomis dispone di una biblioteca che conta più di 1.500
volumi catalogati elettronicamente, e dedicati alle migrazioni
moderne e contemporanee e alla storia e alla cultura dei Paesi
nel mondo. Una sezione a parte è dedicata alle riviste e alle
pubblicazioni periodiche specializzate sulle migrazioni. L'emeroteca
raccoglie quotidiani a tiratura nazionale, giornali di strada
e pubblicazioni in lingua prodotte in emigrazione. Inoltre
è realizzata una rassegna stampa giornaliera sui fatti dell'immigrazione
in Italia. Ogni quattro mesi viene redatta una retrospettiva
sull'evoluzione dei movimenti migratori nell'area africana
e nell'est europeo. Inoltre il Cedomis mette a disposizione
l'accesso ad una rete di Centri Studi sulle migrazioni a livello
internazionale. E' in fase di realizzazione una banca dati
di siti web nazionali e internazionali che trattano la tematica
migratoria: ogni sito viene schedato, catalogato e corredato
di abstract e note esplicative.
I servizi offerti al pubblico che si rivolge al Cedomis sono
molteplici. Gli operatori accompagnano l'utente ad un accesso
ragionato ai materiali cartacei, audio e video conservati
nel repertorio del Cedomis attraverso un programma di ricerca
per parole chiave. Inoltre guidano alla consultazione della
biblioteca, offrendo la possibilità di visionarne e studiarne
i materiali negli orari di apertura al pubblico. Il Cedomis
garantisce la consulenza agli utenti nella fase di ricerca
personale e nell'interpretazione dei materiali presenti nel
repertorio. Inoltre rende possibile fare ricerche in Internet
grazie ai terminali messi a disposizione presso la propria
sede.
Attualmente il Cedomis offre attività di consulenza e di documentazione
sui temi legati alle migrazioni e alla mobilità umana esclusivamente
in presenza, cioè agli utenti che si recano fisicamente nella
sede del Centro. La banca dati che contiene il catalogo delle
opere possedute e dei siti web specialistici è su base informatica
ma non è stata ancora messa in rete. Molti documenti, compresi
in particolare nella categoria della letteratura grigia, non
sono stati ancora schedati e catalogati, ma solo ordinati
in appositi contenitori ed ordinati per argomento in scaffali
dedicati.
L'esperienza del Cedomis è rappresentativa dell'attenzione
crescente verso il tema della mobilità umana. In particolare,
da parte di studiosi e ricercatori del settore, si fa strada
la necessità di avere accesso a risorse informative attentamente
selezionate sul piano qualitativo e ben ordinate e classificate.
Lo sforzo compiuto dal Cedomis è proprio quello di mettere
a disposizione della comunità scientifica e di tutti coloro
che sono interessati allo studio della questione migratoria
una struttura capace di reperire, selezionare e ordinare risorse
originali, accuratamente scelte e classificate. Per contribuire
alla diffusione di un'informazione e di una formazione di
qualità su un argomento di attualità tanto spinoso quanto
di difficile comprensione.
BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO
Alberani Vilma, Il rapporto tecnico, in Documentazione
e biblioteconomia: Manuale per i servizi di informazione e
le biblioteche speciali italiane (a cura di Maria Pia Carosella
e Maria Valenti). Milano, Angeli, 1992 [7. ed.].
Bisogno Paolo, Teoria delle documentazione. Milano,
Franco Angeli, 1980.
Caffo Rossella, Analisi e indicizzazione dei documenti,
Milano, Editrice Bibliografica, 1988.
Carosella Maria Pia e Valenti Maria (a cura di), Documentazione
e biblioteconomia: manuale per i servizi di informazione e
le biblioteche speciali italiane, Milano, Franco Angeli,
1992 [7. ed.].
Carotti Carlo, La biblioteca come servizio di base: obiettivi,
tecniche, criteri di gestione, Milano, Editrice Bibliografica,
2001.
Costanzo Capitani Paola, Manuale di base per il trattamento
dell'informazione, Milano, Editrice Bibliografica, 1989.
Marini Marta, La funzione documentaria: l'informazione
come risorsa, Lezione tenuta per il Corso di perfezionamento
"Formazione bibliotecario-documentalista scolastico", a.a.
2001-2002, Università degli studi di Padova, Facoltà di Scienze
della Formazione, Dipartimento di scienze dell'educazione.
Pancaldi Andrea, Documentazione ed emarginazione: l'esperienza
dei Centri di Documentazione Italiani, < https://www.accaparlante.it/cdh-bo/documentazione/centri-italiani/articolo.htm
>.
Serrai A., Guida alla biblioteconomia, Firenze, Sansoni,
1981.
Solimine Giovanni, L'informazione in biblioteca: introduzione
ai problemi dell'informazione bibliografica, Milano, Editrice
Bibliografica, 1985.
Tammaro Anna Maria, Prontuario di biblioteconomia,
Milano, Editrice Bibliografica, 2001.
Vigini Giuliano, Glossario di biblioteconomia e scienza
dell'informazione, Milano, Editrice Bibliografica, 1999.
NOTE
[1] Marini Marta, La funzione documentaria:
l'informazione come risorsa, Lezione tenuta per il Corso
di perfezionamento "Formazione bibliotecario-documentalista
scolastico", a.a. 2001-2002, Università degli studi di Padova,
Facoltà di Scienze della Formazione, Dipartimento di scienze
dell'educazione.
[2] Alberani Vilma, Il rapporto
tecnico, in Documentazione e biblioteconomia: manuale
per i servizi di informazione e le biblioteche speciali italiane
(a cura di Maria Pia Carosella e Maria Valenti), Milano, Angeli,
1992 [7. ed.].
Bisogno, Paolo, Teoria della documentazione. Milano,
Angeli, 1980.
[3] Altre possibili definizioni di
letteratura grigia:
- letteratura non convenzionale;
- letteratura informale;
- letteratura effimera;
- letteratura fuggitiva;
- unpublished literature;
- reports literature.
Elenchiamo di seguito alcune tipologie di letteratura grigia:
- relazioni industriali, commerciali ed economiche;
- rapporti tecnici;
- comunicazioni scientifiche;
- resoconti di esperienze, progetti, esperimenti;
- normativa;
- statistiche;
- brevett;
- preprint;
- relazioni presentate a convegni, congressi, seminari di
studio;
- materiali prodotti in occasione di corsi di formazione e
aggiornamento;
- tesi di laurea, di dottorato, lavori prodotti a conclusione
o nel corso di percorsi di studio.
E' un materiale che si presenta in diverse forme e su diversi
supporti, prodotto il più delle volte nell'ambito dell'attività
di studio e di ricerca promossa da enti e istituzioni vari,
che ha spesso contenuto tecnico e specialistico e a volte
una forma provvisoria, aperta a successive elaborazioni. Queste
modalità non convenzionali di diffusione dell'informazione
hanno il vantaggio di garantire una circolazione rapida, non
vincolata ai tempi lunghi dell'edizione e della distribuzione,
e quindi un'informazione aggiornata; non sono inoltre condizionate
dalle esigenze del mercato editoriale che difficilmente può
assorbire documenti di alto contenuto tecnico o specialistico,
statistiche, dati grezzi, resoconti di esperienze e progetti,
elaborazioni parziali.
[4] Pancaldi Andrea, Documentazione
ed emarginazione: l'esperienza dei Centri di Documentazione
Italiani, < https://www.accaparlante.it/cdh-bo/documentazione/centri-italiani/articolo.htm
>.
[5] Cognigni Cecilia, Biblioteche
multiculturali: una rassegna di esperienze straniere,
< https://www.aib.it/aib/commiss/cnbp/mc/cogcec01.htm
>.
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